In: Home > News > Kobane liberata dalle milizie dell'IS. L'APM chiede l'autonomia amministrativa per la regione kurda in Siria
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Bolzano, 28 gennaio 2015
Manifestazione per Kobane a Bolzano. Foto: Mauro di Vieste.
Dopo la liberazione della città di Kobane e la cacciata
dei miliziani dello Stato Islamico (IS), l'Associazione per i
Popoli Minacciati (APM) chiede che la comunità
internazionale sostenga un'amministrazione autonoma della regione
kurda in Siria, anche contro la volontà del presidente
turco Recep Tayyip Erdogan. Non può essere, così
l'APM, che a decidere del futuro dei Kurdi in Siria sia il solo
presidente turco. Dopo decenni di persecuzioni e discriminazioni,
l'unico modo per garantire la stabilità della regione
è quello di concedere l'autonomia amministrativa ai tre
cantoni kurdi in Siria, Kobane, Afrin e Cezire.
Se Erdogan continua a insistere sulla sua linea politica e
continua a rifiutare ogni concessione alla popolazione kurda in
Siria, anche l'Europa dovrebbe ripensare a fondo la sua politica
nei confronti del partner Nato Turchia. L'APM ricorda infatti gli
ostacoli posti dal governo turco alla resistenza kurda all'IS e
agli aiuti umanitari alla popolazione kurda intrappolata nella
regione dalle milizie dell'IS. Mentre le autorità turche
da un lato tolleravano la presenza sul loro territorio di
miliziani dell'IS, dall'altro tentavano di impedire ai
combattenti della resistenza kurda feriti di mettersi in salvo in
territorio turco e farsi medicare negli ospedali turchi. Diversi
combattenti kurdi sono infatti morti dissanguati di fronte agli
occhi della polizia di frontiera turca.
Solo in seguito alle crescenti pressioni internazionali il
governo di Ankara ha permesso il passaggio di 160 peshmerga
kurdo-iracheni per sostenere militarmente gli uomini e le donne
di Kobane. Ai Kurdi in Turchia non è stato invece permesso
di unirsi alla resistenza contro l'IS.
La zona di Kobane è stata assediata dall'organizzazione
terroristica "Stato Islamico" (IS) fin dalla fine del 2013, ma
alla fine ha dovuto capitolare di fronte alla resistenza delle
unità di resistenza popolare (YPG). A metà
settembre 2014 le milizie radical-islamiche avevano avviato una
grande offensiva contro la città di Kobane, e lo scorso 28
settembre avevano dato inizio all'attacco alla città. Tra
i 200.000 e i 300.000 civili kurdi sono dovuti fuggire nella
vicina Turchia.
Vedi anche in gfbv.it:
www.gfbv.it/2c-stampa/2014/141223it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2014/141125it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2014/141030it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2014/141009it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2014/140825it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2014/140811it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2014/140811it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2013/131001it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2013/130927it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2013/130527it.html
| www.gfbv.it/3dossier/kurdi/indexkur.html
| www.gfbv.it/3dossier/kurdi/kurtur-it.html
in www: http://it.wikipedia.org/wiki/Yazidi
| http://it.wikipedia.org/wiki/Kurdistan_iracheno
| http://it.wikipedia.org/wiki/Siria
| http://it.wikipedia.org/wiki/Aramei