Conferenza
mondiale contro il razzismo, Durban (31.8.-7.9.01)
La Dichiarazione
ONU contro il razzismo è la condizione necessaria per una reale
protezione delle vittime del razzismo! |
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Bolzano/Göttingen/Durban,
5.9.2001
La
dichiarazione conclusiva della Conferenza mondiale dell’ONU contro il razzismo
è di grande importanza soprattutto per le minoranze ed i popoli
più piccoli quali i Rom ed i Sinti in Europa: la dichiarazione costituisce
una condizione preliminare per delle misure protettive. L’Associazione
per i Popoli Minacciati (APM) ha ricordato che “il
fallimento della conferenza a Durban comporterebbe per tutte le vittime
del razzismo un terribile passo indietro che permetterebbe il perpetuarsi
della discriminazione e dei soprusi a sfondo razziale.”
Fa piacere constatare che
la bozza della dichiarazione contiene la condanna da parte degli Stati
della discriminazione e della violenza perpetuata contro Sinti e Rom (nella
bozza si parla di Rom/Zingari/Sinti/Viaggiatori). Altresì viene
espressa la necessità di fissare delle misure protettive affinché
questi gruppi possano godere di pari diritti. Nella bozza per il programma
d’azione ci si appella agli stati perché elaborino insieme ai rappresentanti
sinti e rom un programma per la cessazione della discriminazione e il rispetto
dei diritti umani. Molto incoraggiante per le vittime in questione risulta
inoltre l’appello contenuto nel programma d’azione e rivolto agli Stati
e alle organizzazioni non governative, di contribuire alla creazione di
una coscienza capace di riconoscere la discriminazione e l’odio per lo
straniero di cui Sinti e Rom sono vittime. L’APM saluta inoltre la raccomandazione
di considerare Sinti e Rom nell’elaborazione di progetti internazionali,
e di sostenere il loro sviluppo economico, sociale e culturale.
I Rom del Kosovo dipendono
in particolar modo dalla protezione internazionale e dalle misure protettive
concrete attuate dalla comunità internazionale. Nella fase preliminare
della conferenza di Durban, l’APM ha presentato un memorandum, nel quale
si sottolinea la persecuzione razziale di cui sono vittime i Rom e gli
Ashkali del Kosovo. Il memorandum chiede che venga prestata maggiore attenzione
alla loro condizione: dopo la fine della guerra, oltre l’80% dei Rom e
Ashkali originari del Kosovo sono stati cacciati dalle loro terre. Tuttora
in Kosovo, i Rom e gli Ashkali corrono il costante pericolo di essere vittime
di soprusi anche mortali. La portavoce dell’APM ha ricordato che questi
due gruppi continuano a vivere in accampamenti che somigliano più
a carceri, sorvegliati dai soldati della KFOR, che però non riescono
a garantire loro la sicurezza. I Rom fuggiti dal Kosovo si sono spesso
e volentieri dovuti scontrare con l’ignoranza e l’incomprensione della
loro condizione e con la mancanza di rispetto. In Germania, p.es., essi
sono “sopportati” e devono sottostare all’obbligo della residenza: non
possono cioè muoversi liberamente. Si tratta di una norma che l’APM
aveva già denunciato come violazione dei diritti umani in occasione
della seduta della Commissione per i diritti umani dell’ONU nella primavera
di quest'anno.
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