Lettera
aperta alla Senatrice della Repubblica italiana
Dr. Helga Thaler-Ausserhofer
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ci rivolgiamo a Lei con questa lettera aperta per la sua attività in Senato a favore dei diritti umani. Pertanto la preghiamo di appoggiare la nostra iniziativa e presentarla all'intero Senato. L'APM Internazionale (presente in Germania, Austria, Svizzera, Lussemburgo, Francia, Italia e Bosnia Erzegovina e con status consultivo presso il Consiglio Economico e Sociale dell'ONU - ECOSOC) si appella urgentemente alla Comunità internazionale perchè prenda al più presto provvedimenti per l'istituzione del Tribunale Penale Internazionale. Siamo in lutto per le vittime di questi incredibili atti terroristici a New York e Washington. Erano rivolti senza distinzione contro la popolazione civile americana e perciò avevano, secondo la convenzione ONU, le caratteristiche di un genocidio (Articolo II della convenzione del 9. dicembre 1948) *. Temiamo che per futuri attentati terroristici possano essere usati anche testate nucleari. Obiettivi potrebbero essere anche centrali atomiche. Poiché questo terrore si rivolge contro l'umanità, i colpevoli devono assumersi le proprie responsabilità davanti a un Tribunale penale internazionale.
Ricordiamo che nel ventesimo secolo - specialmente durante e dopo le due guerre mondiali- atti di vendetta hanno comportato milioni di nuove vittime. Tra questi ci sono stati anche gli Italiani di Trieste e dell'Istria vittime delle azioni "antifasciste" dei partigiani di Tito. Per questo anche l'Italia deve contribuire a fermare atti di vendetta irrazionali dell'Occidente che non distinguono fra terroristi e innocenti civili. Ogni atto - anche in Afghanistan - deve essere rivolto contro i veri colpevoli.
Non ci devono essere campagne militari contro la popolazione civile in Afghanistan. Gran parte di questa nazione multietnica dopo la fine della guerra d'invasione sovietica è rimasta vittima della dittatura integralista dei Talebani, anche con l'aiuto dell'Occidente. Secondo i rapporti dell'ONU in Afghanistan dai quattro ai cinque milioni di persone patiscono la fame, due milioni sono in fuga all'interno del paese. Circa 3 milioni di fuggiaschi hanno cercato rifugio negli stati confinanti. I Talebani perseguitano minoranze etniche e religiose e commettono di continuo massacri tra la popolazione civile.
Come organizzazione che si batte a favore dei diritti umani, siamo preoccupati dalla nascente coalizione antiterrorismo con Cina e Russia. Se si vogliono difendere le libere democrazie, diventa un controsenso coalizzarsi con governi che utilizzano il terrore contro le proprie popolazioni. Chi cerca tali coalizioni rinuncia di fatto proprio a quei valori della nostra società che i terroristi hanno voluto colpire con gli attentati negli Stati Uniti. La Cina per esempio ha giustiziato dall'aprile 2001 più di 1.800 persone: questo corrisponde al totale delle esecuzioni di tutti gli altri paesi del mondo nei passati tre anni. Ora il Governo cinese chiede di poter trattare i Tibetani buddisti e gli Uiguri musulmani in Sinkiang come separatisti e terroristi. Se il regime comunista perseguita minoranze etniche e religiose, tortura e uccide i loro appartenenti, non può poi mettere sullo stesso piano gli attentati di New York con le lotte per l'autodeterminazione di queste minoranze.
Il Presidente russo Putin ha usato gli attentati alle abitazioni civili a Mosca e a Woldodonsk con oltre 300 morti per la sua campagna elettorale, accusando i terroristi ceceni. Fino ad oggi però non vi sono indizi certi che portino alla pista cecena. Anche l'APM Internazionale condanna tutti gli atti terroristici della resistenza cecena: non si può però dimenticare che il Governo russo ha inviato il suo esercito già tre volte in Cecenia, dove sono stati commessi in passato e lo sono tuttora, crimini da genocidio. Fino ad oggi le unità russe hanno stuprato, ucciso e messo in fuga la popolazione civile cecena.
Per questi motivi non si può creare una coalizione antiterroristica e anti-islamica con il terrorismo di stato russo e cinese, tantomeno nel nome della difesa dei diritti umani.
Ci appelliamo accoratamente
a Lei, Sig.ra Senatrice, affinché presenti questo appello al Senato.
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