Al vicepresidente On.
Giuliano Amato
Ai membri italiani della Convenzione: On. Gianfranco Fini, Vicepresidente del Consiglio dei Ministri, On. Marco Follini, On. Lamberto Dini, On. Antonio Tajani, On. Elena Paciotti, On. Cristina Moscardini.
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a partire dal 28 febbraio la Convenzione europea si riunirà per discutere la riforma dell’UE. Due anni fa il Forum per i Diritti Umani (40 ONG come l'Associazione Internazionale per i Popoli Minacciati – www.gfbv.it e www.gfbv.de) ha affiancato i lavori della Convenzione per i diritti fondamentali dell'UE, e si è sempre impegnato affinché l'UE conducesse una politica a favore dei diritti umani coerente, e in particolar modo affinché venissero introdotti dei diritti sociali fondamentali nella Carta dei Diritti.
Allora abbiamo salutato positivamente il fatto che le consultazioni fossero state aperte anche alle organizzazioni della società civile. Di fatto però vi furono alcune disfunzioni strutturali: l'accesso dei documenti tramite Internet non permise di cogliere la logica secondo la quale furono prese determinate decisioni. Le udienze dettero a una molteplicità di organizzazioni la possibilità di formulare, in 5 minuti, le proprie posizioni, ma non rimase nessun tempo per la discussione, motivo per cui si tornò alla pratica tradizionale del lavoro di lobby.
Vorremmo evitare che la Convenzione per il futuro dell’Europa debba soffrire degli stessi deficit strutturali. Chiediamo perciò in modo deciso che il “Foro della società civile”, che affiancherà i lavori della Convenzione, costituisca un vero e proprio foro di dialogo, che si riunisca parallelamente alle sedute della Convenzione. Le possibilità di dialogo virtuali in Internet possono certamente costituire dei mezzi ausiliari importanti, ma non possono sostituire le possibilità di confronto che offre un vero foro. Bisogna inoltre considerare che tale foro di dialogo svolgerebbe un importante lavoro di trasmissione tra il dibattito europeo e quello nazionale.
Un ulteriore deficit che salta agli occhi è la scarsa rappresentanza femminile all’interno della Convenzione. Per un gruppo di lavoro, che deve discutere del futuro dell’Europa, questo costituisce sicuramente una difetto.
In quanto rete di varie organizzazioni non-governative italiane, che si impegnano per una maggiore protezione dei diritti umani in tutto il mondo e nella stessa Italia, vorremmo partecipare in modo attivo al foro della società civile al quale vorremmo apportare non solo le nostre richieste ma anche le nostre conoscenze specifiche.
Le chiediamo perciò di impegnarsi per soddisfare le seguenti richieste:
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