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Isituzione del Tribunale penale internazionale
"Una pietra miliare per la storia dell'umanità"
Logo Associazione per i popoli minacciati
Bolzano, Göttingen, 11.4.2002

L'Associazione per i popoli minacciati (l'APM) ha salutato la 60esima ratifica del trattato d'adesione al Tribuanle Penale Internazionale (ICC, International Crimanal Court) questo giovedì (11 aprile) presso la sede delle Nazioni Unite a New York come "pietra miliare nella storia umana". Finalmente dei giudici si occuperanno permanentemente di giudicare i responsabili di genocidi, crimini di guerra e crimini contro l'umanità. Cariche e posizioni non conteranno più davanti a questo tribunale, perché ai colpevoli sarà chiesto di rispondere individualmente se la propria giurisdizione nazionale non interverrà efficacemente. Dopo i Tribunali militari di Norimberga e Tokio e i Tribunali speciali per l'ex-Jugoslavia e Ruanda istituiti dal Consiglio di sicurezza dell'ONU, per la prima volta nella storia avremo un Tribunale penale internazionale permanente. Per il suo ancoraggio ad un trattato di diritto internazionale e grazie al riconoscimento di standard legislativo internazionale nel suo statuto, questa corte ha una legittimazione finora mai vista.

L'istituzione del Tribunale permanente in modo così veloce va a favore delle parti contraenti e della loro volontà di collaborare con esso e questo ci fa sperare per il futuro. Per l'efficienza di una azione penale del Tribunale è di massima importanza che tutti gli stati firmatari ratifichino lo statuto. Alla conferenza tenuta a Roma la richiesta di competenza universale della corte non aveva avuto successo. Vale il principio di territorialità e di colpevolezza. Allora si potrà indagare un sospettato solo se cittadino di uno stato che abbia ratificato lo Statuto o se i crimini vengono commessi sul territorio di uno stato che lo ha ratificato. La mancata ratifica di paesi importanti come Cina, Indonesia, Israele, Pakistan, Russia e Turchia potrebbe creare una grave situazione di incertezza. Nonostante ciò esistono buone ragioni per essere ottimisti, poichè come dimostra la stessa istituzione del Tribunale, progressi nel campo dei diritti umani e della diplomazia internazionale sono sempre possibili anche in presenza di una forte resistenza. E ciò vale soprattutto in vista della posizione che prenderanno gli USA. Con il loro insensato rifiuto di ratificare lo Statuto dell'ICC gli Stati Uniti si sono messi al di sopra della comunità degli stati e del concetto di universalità dei diritti umani e questo non può essere accettato senza critiche.

Lo Statuto del Tribunale deve essere ratificato da almeno 60 Stati. Così era stato deciso a Roma nel 1998 durante la Conferenza che istituiva il Tribunale. Dopo 56 Stati, oggi stanno per ratificare lo statuto Cambogia, Irlanda, Giordania e Romania: probabilmente altri 7 stati depositeranno la ratifica nei prossimi giorni. Dopo la 60esima ratifica lo Statuto, secondo l'art. 126, entrerà in vigore dopo 60 giorni all'inizio del mese successivo, cioè il 1. luglio 2002.


Vedi anche:
Linkwww.popoliminacciati.it/2c-stampa/01-3/010926it.htmlLinkwww.popoliminacciati.it/2c-stampa/01-3/010914it.html
Linkwww.popoliminacciati.it/3dossier/tpip.htmlLinkwww.popoliminacciati.it/3dossier/tpip-lista.html
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