nella Sala degli Specchi del palazzo Provinciale n° 1 - Bolzano |
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Relatori:
La situazione dei profughi a Bolzano
Profughi ed Amministrazione
provinciale: esiste il progetto richiesto dal Consiglio Provinciale?
I profughi ad Innsbruck:
due esempi
E in Trentino?
L’assistenza ai profughi
a Trieste: l’esempio dell’ ICS
Nuove prospettive
per la politica dei profughi
Alla conferenza è
stata invitata anche la Commissaria del Governo Carla Scoz.
La situazione di partenza:
Per i cittadini dell’Unione Europea l’accordo di Schengen ha eliminato i confini nazionali. Ai profughi, sempre sulla base delle disposizioni di Schengen, si vieta invece il superamento degli stessi confini. Le conseguenze sono note. Nel Tirolo del Nord i profughi, in quanto “clandestini”, sono trattenuti in “Schubhaft” (detenzione amministrativa) e respinti; la stazione di Bolzano diventa così un capolinea. Solo una frazione di queste persone in fuga trova per breve tempo alloggio a Bolzano, e molti devono dormire all’addiaccio. Anche il loro viaggio non potrà proseguire.
Nessuno, fra i profughi,
conosce l’accordo di Schengen e le sue rigide disposizioni. L’UE non si
è neppure provata, ad esempio, di istituire ad Istanbul o ad Ankara
un adeguato servizio informativo.
Un’altra questione è
se sia il caso di intimidire i profughi con la mancanza di prospettive
della “immigrazione illegale” nella UE. Per i profughi vale in ogni caso
la pena di approdare qui, piuttosto di essere perseguitati in Turchia in
quanto kurdi.
È un fatto che molti
dei 2.500.000 deportati kurdi dalla Turchia orientale (3.500 villaggi distrutti
dai militari, armati anche dall’Italia) tentano la fuga ad Occidente.
Anche i Rom del Kosovo,
cacciati dai nazionalisti albanesi, cercano di raggiungere l’Europa Occidentale.
Parte di loro tenterà di percorrere la via del Brennero.
Molti di costoro “approdano” alla stazione di Bolzano. A Bolzano arrivano nuovi profughi ogni giorno. Per mancanza di alternative queste persone pernottano nei locali della stazione. Anziani, neonati, donne e ragazzi dormono per terra. Non si possono ignorare, perché i viaggiatori devono passare in mezzo a loro. Quasi nessuno dei responsabili degna di attenzione la miseria di queste notti. Ciò che non dovrebbe accadere, non viene preso in considerazione.
Nonostante il ricovero notturno allestito dal Comune di Bolzano, la stazione è ancora, per molti profughi, il termine della fuga. È inacccettabile che in una provincia ricca come l’Alto Adige uomini e donne cacciati dalle loro abitazioni abbiano, come unica alternativa, quella di passare la notte su di un freddo pavimento.
Questi “clandestini” sono fortunatamente aiutati, di quando in quando, dalla polizia ferroviaria. I collaboratori della Caritas e dell’associazione “Volontarius” danno sempre il loro contributo. Il Comune di Bolzano offre ai profughi 40 posti-letto. Ma ciò non basta. Al ricovero per 50 profughi al Brennero, progettato dal Land Tirol, deve contribuire anche la provincia di Bolzano. E così ad un centro d’informazione e consulenza.
Negli ultimi sei mesi 5.000 profughi kurdi hanno attraversato l’Alto Adige nella speranza di raggiungere i parenti in Germania. In primavera l’ondata di profughi crescerà nuovamente. Ed allora?
Rivolgere lo sguardo altrove, come fatto finora? Lasciare gran parte dei profughi a se stessi?
C’è la possibilità di un’assistenza dei profughi che superi i confini?
Le istituzioni sono
interessate?
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