Lettera aperta al Governo
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con l’esecuzione capitale di undici Uiguri in occasione dell’apertura della 56.ma sessione della Commissione delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, che si è aperta ieri a Ginevra, la Repubblica Popolare Cinese ha intensificato la politica delle esecuzioni di massa di prigionieri politici provenienti dalla Cina nord-occidentale.
Dal 1997 sono stati condannati a morte più di 260 prigionieri politici nella provincia dello Xinjiang (Sinkiang o Turkestan orientale). La maggior parte delle condanne è già stata eseguita. Anche in Tibet la repressione perdura tuttora. Solo nel 1999 115 Tibetani sono stati arbitrariamente arrestati durante manifestazioni pacifiche. Sei Tibetani sono morti in prigionia a causa delle torture. La persecuzione in massa della setta Falun Gong, come anche dei Buddisti, dei Musulmani, dei Cattolici e dei Protestanti viola la libertà di culto garantita dalla Costituzione cinese.
Alla luce delle nuove pesanti violazioni dei diritti umani ai danni di Uiguri e Tibetani ci appelliamo a Lei, onorevole signor Ministro, perché sia appoggiata la risoluzione di condanna della Cina che gli Stati Uniti presenteranno a Ginevra. Un ulteriore silenzio dell’Unione danneggerebbe pesantemente la credibilità dell’impegno europeo per i diritti umani in Cina, e sarebbe un segnale errato all’indirizzo del Governo cinese, che non farebbe che incoraggiare Pechino a proseguire la propria politica di repressione.
La Repubblica Popolare Cinese ha il maggior interesse a limitare le pressioni multilaterali contro il proprio regime in seno alla Commissione delle Nazioni Unite per i Diritti Umani. Per questo motivo essa sostiene i colloqui bilaterali ed ha intrapreso nel 1995 un “dialogo critico” con la UE, che in ogni caso finora non ha portato ad alcun miglioramento della situazione dei diritti umani. Le recentissime gravi violazioni dei diritti umani ed il fallimento del dialogo rendono evidente l’importanza del sostegno europeo ad una risoluzione critica nei riguardi della Cina.
Da tre anni a Ginevra l’Unione
Europea motiva la propria rinuncia ad adottare una risoluzione contro la
Cina con il presunto miglioramento della situazione dei diritti umani.
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