Una Carta
Europea dei Diritti Fondamentali senza forza vincolante sarebbe assolutamente
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Bolzano,
Göttingen, 21.6.2000
"Antidemocratica
ed ostile ai cittadini": così Andreas
Selmeci, portavoce per i diritti umani dell'Associazione per i Popoli Minacciati
(APM), definisce la dichiarazione dei Governi dei Paesi UE riunitisi in
Portogallo secondo i quali la Carta dei Diritti Fondamentali nell'UE non
dovrebbe avere valore vincolante. "Così
si frantumano senza alcun ritegno le speranze di tutte le minoranze d'Europa,
etniche, linguistiche, ed altre ancora". Con
ciò perdono infatti valore anche gli altri progetti collegati alla
Carta dei Diritti Fondamentali, come ad esempio l'introduzione di un divieto
di discriminazione valido per tutte le persone che si trovino nel territorio
dell'Unione. Una Carta dei Diritti Fondamentali senza forza vincolante
sarebbe solo carta straccia.
Con i Trattati di Maastricht
e di Amsterdam, mercato comune ed unione monetaria, accordo di Schengen
e Politica Estera Comune, l'Unione Europea ha già da tempo assunto
i connotati di uno Stato federale. Da ciò la richiesta di una carta
dei Diritti Fondamentali con forza vincolante, condivisa da parecchi partiti
politici ed organizzazioni non governative europee attive nel campo ambientale,
dei diritti umani e sociali, della protezione dei dati personali; quadro
emerso anche nell'audizione pubblica del "Consilium" per i diritti fondamentali,
tenutasi a Bruxelles il 27 aprile 2000.
L'APM si è impegnata
presso i Parlamenti di più Stati membri dell'UE, come anche presso
il "Consilium", per l'introduzione di un'efficace tutela delle minoranze
nella Carta dei Diritti Fondamentali. Oltre al divieto di discriminazioni,
la proposta considera anche un divieto di espulsioni in massa ed il diritto
degli appartenenti alle minoranze all'uso della propria lingua, alla cura
della propria cultura ed all'esercizio della propria religione.
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