Lettera al Sottosegretario di Stato
On. Luciano Caveri
Un impegno per le minoranze linguistiche
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Bolzano, 24.3.2000

Egregio Signor Caveri,

molto tempo fa (nell'estate 1998) ci eravamo messi d'accordo per uno hearing in Parlamento: alle minoranze linguistiche doveva essere data un'occasione per articolare i propri diritti e le proprie necessità per quel che riguarda la programmazione della rete radiotelevisiva pubblica. Lei aveva promesso il Suo appoggio alla nostra idea, visto che l'idea non era altro che l'espressione di un diritto fondamentale che uno stato civile e democratico non dovrebbe negare a nessuno. Infatti, i rappresentanti delle minoranze finora non sono mai stati invitati ad esprimere le proprie esigenze in Parlamento, e questo ci sembra un gravissimo deficit in uno stato che si dichiara democratico.

Noi in seguito all'incontro a Roma L'abbiamo cercata, però Lei non si è più fatto sentire, era impegnato nella campagna elettorale regionale. Anche dopo le elezioni però l'idea non è più stata riproposta. Il convegno a Bolzano (marzo 1999) è stata una cosa molto costosa e poco utile. Lo hearing da noi proposto fino ad oggi non è stato fatto.

Ora che Lei è Sottosegretario di Stato pensiamo che sia giunto il momento per realizzare la Sua promessa e di organizzare uno hearing, al quale partecipino le principali forze politiche del Parlamento e rappresentanti di tutte le minoranze linguistiche d'Italia. Per non penalizzare ulteriormente le minoranze, alle quali finora non è stato concesso il diritto fondamentale di autorappresentanza politica (diritto, bisogna ricordarlo, che la SVP ha voluto togliere con un atto di forza alla minoranza ladina), bisogna invitare allo hearing non solo rappresentanti politici delle minoranze, ma anche i loro rappresentanti culturali. La rappresentanza inoltre non può essere limitata da confini amministrativi (come i confini provinciali e regionali per la Ladinia, che ancora oggi è sottoposta a quella grave ingiustizia che fu la tripartizione voluta ed eseguita con ferrea mano dallo stesso Benito Mussolini, e trova oggi strani sostenitori, come Lei ben sa).

I rappresentanti delle minoranze devono essere convocati senza penalizzazioni ideologiche, la tutela della minoranze cioè non la si può limitare a quelli che si schierano con le maggioranze, come avviene in questo momento, e non si possono negare diritti fondamentali solo perché a un partito o ad un altro questi diritti non vanno bene. I diritti umani - i diritti delle minoranze sono diritti umani - devono esser uguali per tutti. L'attuale subordinazione a interessi di partito è una vera e propria perversione della tutela delle minoranze, che spinge le minoranze ad una dipendenza dalle maggioranze, cioè ad un sostegno al nazionalismo.

Alle minoranze d'Italia, come primo passo (e non certo come conclusione) a cui ne dovranno seguire molti altri, va dato il diritto di esprimere le proprie esigenze in uno hearing al Parlamento, hearing che Lei aveva promesso di promuovere. Siamo certi che Lei manterrà la Sua promessa e garantirà che lo hearing si svolgerà secondo criteri democratici.

In attesa della Sua risposta Le inviamo i nostri distinti saluti!
 

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