Lettera al Direttore
T3
Nino Rizzo-Nervo
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Nei media altoatesini si è parlato molto degli attentati al ripetitore per i programmi della RAI per i ladini della provincia di Belluno. Purtroppo nella questione, come in tante altre occasioni, la direzione della RAI ha mantenuto un inspiegabile silenzio.
I misfatti cominciano proprio dalla stessa RAI. I media hanno parlato di ripetitori per i programmi della RAI (ladina), pochi però hanno precisato che i ripetitori non sono della RAI. Mentre la RAI in Trentino oltre la Val di Fassa oscura i programmi ladini, stringendo i ladini in un ghetto indegno per una democrazia, per la provincia di Belluno si è sempre rifiutata di erigere anche un solo ripetitore (!) per la comunità ladina. Le sollecitazioni sarebbero state parecchie, ma la RAI non ha mai reagito nella maniera alla quale sarebbe obbligata per il suo carattere pubblico.
Così è successo quel che per la RAI è una vergogna (forse da qui il silenzio sugli attentati): La comunità ladina della provincia di Belluno ha fatto costruire finanziandolo lei stessa il ripetitore sul Giau. I ladini della provincia di Belluno pagano il canone RAI come tutti gli altri. La RAI però non prende atto dei suoi obblighi verso la comunità ladina. E' un ingiustizia palese che perdura da anni, ma i vertici RAI finora hanno negato persino quel minimo di coscienza civile per far erigere un ripetitore, tantomeno garantisce ai ladini di Belluno un servizio radiotelevisivo, come sarebbe il compito costituzionale riservato alla RAI. Con la nuova legge per la tutela delle minoranze inoltre la RAI per quasi tutte le minoranze si trova in uno stato di mancata legalità.
Sarebbe il compito della RAI quale rete pubblica erigere i ripetitori necessari per una buona ricezione anche per i ladini della procincia di Belluno. Sarebbe il dovere della RAI una programmazione che tenga conto dei ladini bellunesi, come avviene (in misura limitatissima, ma almeno avviene) per i ladini delle provincie di Trento e Bolzano. Da se s'intende poi che la RAI il servizio per i ladini di Belluno non li deve svolgere dalla sede di Venezia (che dei ladini non ha nemmeno preso atto), ma da Bolzano, dove i ladini devono disporre di una propria redazione con un proprio caporedattore. La RAI come rete radiotelevisiva pubblica di uno stato democratico non deve rafforzare la tripartizione della Ladinia voluta dal fascismo espressamente per meglio assimilare i ladini. Purtroppo con la negazione del ripetitore e l'assenza di programmi per i ladini di Belluno la RAI sta assencondando, probabilmente senza rendersene conto, un pensiero di origine fascista.
La RAI nell'immediato futuro deve erigere un ripetitore cioè finanziare il ripetitore attuale e provvedere alla sua protezione da ulteriori atti di violenza; la RAI inoltre deve inserire nei programmi della RAI ladina, ovviamnete ampliandoli sensibilmente, una parte dedicata ai ladini della provincia di Belluno - è insostenibile che la RAI oggi non abbia ancora corretto la direzione introdotta dal fascismo.
Fiduciosi in un miglioramento nel futuro Le porgiamo i nostri
Distinti saluti
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