Duro colpo
per attivisti nel Kurdistan turco
L'ufficio
dell'IHD, l'associazione per i diritti umani a Diyabakir nuovamente chiuso |
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Bolzano,
Göttingen, 16.8.2000
Il nuovo divieto da parte del
governo di Ankara per l'associazione per i diritti umani IHD, e per l'ufficio
di Diyarbakir in modo particolare, assesta un duro colpo all'attività
per i diritti umani in Turchia. A partire dal 1997 le autorità turche
hanno vietato l'attività dell'associazione, i locali sono stati
messi sotto sequestro con tutti i documenti. Lo scorso sabato, 12 agosto,
l'ufficio è stato chiuso nuovamente, 30 minuti dopo l'apertura.
Nessuno sa quando l'ufficio IHD a Diyarbakir potrà riaprire i battenti.
L'ufficio IHD a Diyarbakir,
la più grande città kurda nel sudest della Turchia, da anni
si ritrova i bastoni fra le ruote per le sue attività pro-kurde.
Nel 1997 ne fu proibita l'attività per tre anni, per aver dato notizia
di violazioni dei diritti umani da parte dell'esercito turco, dei paesi
svuotati con la forza e distrutti e per aver inoltrato 132 casi alla Corte
europea per i diritti umani. Le autorità turche per questi motivi
accusarono l'IHD di propaganda contro lo Stato.
Per decisione giudiziaria
l'associazione ha potuto riprendere il lavoro il 19 aprile 2000. Ventun
giorni dopo il governatore della provincia dichiarò lo stato d'emergenza;
e di conseguenza ordinò la chiusura per tre mesi della sede locale
dell'IHD. Contro queste decisioni non possono essere presentati ricorsi.
Durante le tre settimane di attività però si presentarono
35 vittime di tortura, 12 delle quali vollero presentare querela contro
i loro torturatori con l'aiuto dell'IHD. La chiusura dell'ufficio lo scorso
12 agosto è il culmine di una lunga serie di divieti ridicoli ed
azioni arbitrarie. Nel maggio 2000 furono vietate 293 cassette musicali
contenenti musica e testi kurdi, una rivista satirica e tutte le riviste
in kurdo dell'area in stato d'emergenza.
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