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Ove l'autore di questo comunicato
stampa parla di "una situazione come ai tempi di Tolomei" in Ladinia, commette
un'insopportabile esagerazione. Ettore Tolomei e con lui il regime fascista
hanno tradotto a forza i toponimi storici del Sudtirolo e ne hanno proibito
l'uso con sanzioni penali. Nessuno in Sudtirolo - né da parte tedesca
né da parte italiana - oserebbe neppure di tradurre a forza i toponimi
storici ladini, per non dire di proibirne l'uso.
Non è in questione il fatto che ancora oggi vi siano delle difficoltà con la toponomastica e la lingua ladina; tuttavia è troppo facile incolpare di questo le sole autorità provinciali. L'Amministrazione Provinciale si adopera a molti livelli per valorizzare ed incentivare l'uso della lingua ladina. Per esempio, ho da poco fatto giungere una lettera ai rappresentanti dei Comuni delle valli ladine, con l'indicazione di mettere il ladino al primo posto nei cartelli stradali. Così la Giunta provinciale ha da poco deciso di mettere ai confini provinciali delle tabelle nelle tre lingue della Provincia, quindi anche in lingua ladina. I Comuni ladini, inoltre, ricevono da anni, da parte della Provincia, contributi straordinari per far fronte alle maggiori spese dovute all'obbligo del trilinguismo. La situazione del trilinguismo in Ladinia non è però certo così nera come l'autore del comunicato stampa vuole far credere. Certo dobbiamo impegnarci (e c'impegneremo) per assicurare agli appartenenti al più antico ed al più piccolo gruppo linguistico della Provincia il diritto all'uso della propria madrelingua, ove questo sia prescritto, ma anche ove possibile ed opportuno. A questo sforzo devono però
contribuire tutti, Amministrazione provinciale (specialmente gli uffici
ed i servizi
Il pessimismo od addirittura l'esagerazione, come nel comunicato stampa dell'Associazione per i popoli minacciati, non sono certo la via giusta. |
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