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Sulla base di questa sola dichiarazione il tribunale per la sicurezza dello Stato di Diyarbakir aveva condannato Erbakan ad un anno di reclusione per il reato di "separatismo". Contro questa sentenza, pronunciata il 10 marzo scorso, Erbakan aveva presentato ricorso in Cassazione. Oggi, 5 luglio 2000, la Corte di Cassazione turca, pur riducendo la pena a quattro mesi e dodici giorni di reclusione e al divieto di ogni attività politica, ha confermato la condanna di Erbakan.
Secondo il segretario generale dell'APM internazionale, Tilman Zülch, il §. 312 del codice penale turco, utilizzato per condannare Erbakan, è sistematicamente adoperato per proibire la costituzione di partiti democratici curdi e per "neutralizzare" gli attivisti turchi per i diritti umani.
"Pur con tutte le riserve possibili sull'odierno partito della Virtù (Fazilet)" - spiega Zülch - "è certo tuttavia che si tratta dell'unico, fra i maggiori partiti turchi , che abbia sviluppato un'iniziativa per la soluzione pacifica della questione curda all'interno dei confini della Turchia".
"Se c'è qualcuno da condannare, quelli sono i politici ed i generali turchi, ancora ai loro posti con tutti gli onori, che nella guerra tra Turchia e Curdi (1994-1999) sono stati i maggiori responsabili dell'uccisione di migliaia di civili, della distruzione di 3.428 villaggi curdi e dell'espulsione di più di due milioni e mezzo di Curdi. E la giustizia turca farebbe meglio a tener sotto controllo il Partito del movimento nazionale (MHP), che è apertamente fascista e che in questo momento si trova al governo".
La frase di Erbakan citata
nella sentenza di condanna suona letteralmente così:
Se voi dite: "Sono fiero
di essere turco. Io sono una persona in gamba", allora i nostri fratelli
curdi si prenderanno il diritto di dire: "Noi siamo ancor più fieri
di essere curdi; e siamo ancora più in gamba". Se arriveremo
al potere, risolveremo questo problema senza spargimento di sangue.
(Traduzione dell'APM)
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