|
|
Bolzano, Göttingen, 10
Agosto 1999
|
L'APM chiede che l'Assemblea Generale dell'ONU vari finalmente la "Dichiarazione sul trasferimento di popolazione ed sull'insediamento di coloni" approvata sotto forma di bozza già nel 1997 e la trasformi in una convenzione vincolante di diritto internazionale. La Dichiarazione garantisce a tutte le persone il diritto di patria e il diritto di ritornare a casa, il diritto al risarcimento e alla restituzione delle proprietà in caso di espulsione per motivi di sicurezza. Oltre a questo la Dichiarazione dovrebbe fissare delle sanzioni per i regimi responsabili delle espulsioni: questi governi non andrebbero sostenuti nè finanziariamente nè in altri modi.
Solamente in questo secolo, solo in Europa sono state scacciate milioni di persone dalla propria patria. Così tra il 1912/13 e il 1919 centinaia di migliaia di Turchi di Macedonia, Albanesi e Musulmani del Sangiaccato hanno dovuto abbandonare il neo costituito stato serbo. Nel 1923 il Trattato di Losanna regolò lo "scambio" di 350.000 Turchi della Grecia del Nord con 1,5 milioni di Greci dell'Asia minore.
Prima dell'eliminazione sistematica degli Ebrei nel Terzo Reich, il programma politico dei Nazionalsocialisti prevedeva l'espulsione pianificata. Nel 1943 il Presidente americano F.D. Roosvelt approvò ciò che già nel 1939 il Governo in esilio Ceco, sotto la guida di E. Benesch aveva chiesto: l'espulsione dei Sudetendeutsche dall'allora Cecoslovacchia. Dopo la seconda guerra mondiale la popolazione tedesca è stata punita collettivamente per gli orrori della dittatura di Hitler: dal 1945 al 1948 più di 12 milioni di Tedeschi sono stati deportati dalla loro patria in Occidente.
Durante l'occupazione illegale del Nord di
Cipro da parte dell'esercito turco nel 1974, fuggirono nella parte meridionale
dell'isola 180.000 greco-ciprioti, Armeni, Maroniti, e "Latini".
Le truppe serbe hanno deportato Musulmani e Croati dalle zone appena conquistate
in vagoni chiusi. Tra il 1992 e il 1995 oltre 2 milioni di non-Serbi sono
stati cacciati o costretti alla fuga durante le operazioni di "pulizia
etnica". Con "Operazione Tempesta" per la riconquista della Krajina, le
truppe croate hanno cacciato tra i 200 e 300.000 Serbi di nazionalità
croata. Solo l'intervento della NATO ha permesso al milione e mezzo di
Albanesi del Kosovo di tornare. Vittime di questa guerra sono ora anche
le decine di migliaia di persone appartenenti alle minoranze serbe e Rom
del Kosovo, costrette a fuggire dai soprusi dei kosovari rientrati.
|
|