LETTERA APERTA
Il suo viaggio in Cecenia sarà utile solo se riesce a fermare il genocidio
al Presidente dell'OSCE,
Ministro degli Esteri norvegese Knut Vollebaek
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Bolzano, Göttingen, Lussemburgo, 14.12.1999

Egregio Signor presidente,

nonostante la resistenza russa, Lei oggi parte per la zona di guerra cecena, mantenendo così la Sua promessa fatta al vertice di Istanbul. L’Associazione per i popoli minacciati (APM) riconosce la Sua buona volontà e le buone intenzioni. Ciò nonostante siamo molto preoccupati per il fatto che il presidente Jelzin e il suo premier Putin potrebbero tentare di coprire di ridicolo l’OSCE e di conseguenza distruggerla moralmente.

Ormai non si può più negare che la Russia stia commetendo in Cecenia, con la scusa della lotta al terrorismo, un nuovo genocidio, cosi com’è definito dalla convenzione dell’ONU del 1948. Secondo le stime dell’APM sono stati uccisi in Cecenia dall’inizio della guerra nel settembre 1999 più di 5.000 civili. Molti di loro sono morti a causa del fuoco aperto su ospedali, mercati, moschee, convogli di profughi e mezzi della Croce Rossa. Centinaia di migliaia di persone rischiano la morte per fame, freddo e malattia visto che Mosca ha negato l’accesso alla zona di guerra a tutte le organizzazioni umanitarie occidentali.

Ieri, Signor Ministro, Lei ha chiesto all’esercito russo che attuasse una tregua di 24 ore per dare alla popolazione di Grosny la possibilità di fuggire. Si è reso così partecipe di un crudele ultimatum che inoltre è in contraddizione con la quarta convenzione di Ginevra. Perchè ha chiesto solo 24 ore. Perchè non ha chiesto che venisse ritirata la minaccia di trasformare Grosny in un mucchio di macerie e di cenere? Perchè non ha chiesto la fine del genocidio?

Durante il vertice di Istanbul Lei stesso ci ha reso possibile un colloquio con i Suoi esperti, i quali ci hanno assicurato che “Aslan Maschadov continua ad essere considerato dall’OSCE il legittimo presidente della Cecenia”. In tal caso, è Suo preciso dovere, una volta entrato in territorio ceceno, incontrarsi con il presidente Maschadov, il quale ha dimostrato in diverse occasioni di essere una persona moderata e disposta al dialogo. Lei dovrebbe almeno chiedere ed ottenere che i servizi segreti russi terminino questa presa di ostaggio illegittima e liberino la famiglia del presidente Maschadov.

Egregio Signor Ministro, Lei potrebbe trovarsi in Cecenia nella stessa posizione infelice in cui si trovò già il segretario generale dell’ONU Boutros Boutros-Ghali durante il genocidio dei musulmani bosniaci. Il Suo viaggio in Cecenia ha senso solo se Lei riuscirà a rappresentare anche in territorio ceceno i principi della politica per i diritti umani europea. L’APM non comprende come mai i governi occidentali abbiano rinunciato alla loro richiesta di una missione permanente dell’OSCE in Cecenia, e coperta dai contratti OSCE. Dichiarazioni retoriche circa la ricerca di una soluzione politica sono del tutto fuori luogo fintanto che non sia fa pressione sulla Russia con le sanzioni politiche ed economiche del caso.
 

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