La Russia commette crimini di guerra e genocidio
L'APM presenta un rapporto sulla Cecenia alla conferenza dell’OSCE ad Istanbul
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Bolzano, Göttingen, Istanbul, 18.11.1999

Questa mattina, 18.11.99, l’Associazione per i popoli minacciati (APM) ha presentato alla conferenza dell’OSCE un rapporto sui crimini di guerra russi in Cecenia. Secondo questo rapporto, la Russia bombarda sistematicamente città e paesi ceceni senza preoccuparsi della popolazione civile, commette esecuzioni di massa, impedisce l’arrivo di aiuti medici ed umanitari per i civili ed i profughi (che costituiscono ormai un terzo della popolazione cecena), agisce cioè chiaramente contro le convenzioni di Ginevra e dell’ONU. Anche la stima di 4.000 vittime dell’aggressione russa sembra veritiera, tanto che l’APM crede di poter sostenere che il governo russo stia in realtà continuando un genocidio iniziato già nel 1994/96, quando venne annientato circa il 10% della popolazione cecena.

Già nell’agosto del 1999 l’APM si era appellata all’OSCE e all’ONU affinchè venissero velocemente inviati nel Caucaso osservatori internazionali, capaci di fermare un’altra guerra nella zona. Purtroppo si continua a tacere i crimini di guerra russi in Cecenia, mentre si riconosce alla Russia la necessità della lotta al terrorismo, lotta che è in realtà fin dall’inizio una guerra contro la popolazione civile di questo piccolo stato. Infatti, secondo la convenzione sul genocidio dell’ONU si definisce come genocidio anche l’imposizione di condizioni di vita tali da provocare l’annientamento fisico totale o parziale di un gruppo etnico:

Blocco delle frontiere
Le truppe russe hanno bloccato le frontiere con la Cecenia ed impediscono l’ingresso delle organizzazioni umanitarie, lasciando cosí circa 200.000 profughi in Cecenia e circa altri 200.000 in Inguscezia senza aiuti. I profughi vengono costretti dai soldati russi ad un dazio di 60 dollari per poter uscire dal paese, mentre mancano ormai anche negli ospedali acqua potabile, luce e viveri. Sono cosí in costante aumento i morti per fame, freddo, debilitazione fisica, ferite e malattia.

Bombardamento di civili
Secondo informazioni dell’APM i bombardamenti russi sono spesso rivolti in maniera mirata ad obiettivi civili. Infatti si possono contare ben 25 luoghi in cui l’artiglieria e la forza aerea russa hanno bombardato obiettivi civili, quali ospedali, scuole, moschee, condomini o paese con un’alta concentrazione di profughi. Solo il 21.10.99 morirono 200 persone nel massacro al bazar di Grosny, colpito da un razzo russo, e pochi giorni dopo, il 29.10.99, 25 persone furono uccise da un bombardamento russo su un convoglio di profughi chiaramente riconoscibile come tale dalle insegne della Croce Rossa.
 

Fucilazione di civili, saccheggio nelle zone conquistate e furti ai profughi da parte delle truppe russe

Secondo informazioni pervenute all’APM, vi sono continue vessazioni di civili da parte delle truppe russe nelle zone conquistate. Un’attivista per i diritti umani cecena riporta che nelle ultime settimane di ottobre le truppe russe nelle regioni cecene di Na-urski Rayon e di Goro-goro Rayon hanno perquisito e poi saccheggiato abitazioni di civili. A Schelkowskaya gli abitanti del paese sarebbero stati radunati nella piazza centrale mentre le truppe saccheggiavano le loro case. Un testimone oculare invece racconta della fucilazione di 80 uomini avvenuta il 28 ottobre nella regione di Na-urski Rayon. L’APM teme che la Russia torni ad istituire in Cecenia dei campi di concentramento, come già fece nel 1994/96 quando centinaia di ceceni dai 14 anni in sú vennero brutalmente torturati e giustiziati nei campi di “filtraggio”.

Violazione dei diritti umani da parte cecena
Sempre secondo informazioni dell’APM, formazioni paramilitari cecene impediscono con misure coercitive l’uscita dal paese di uomini in età da combattimento, i quali vengono poi reclutati con la forza. L’APM esprime inoltre preoccupazione per gli indizi secondo i quali le formazioni paramilitari si apposterebbero nelle vicinanze di obiettivi civili, usando così i civili come scudi umani. Anche questo costituirebbe una grave violazione della convenzione di Ginevra.

Raccomandazioni dell’Associazione per i popoli minacciati:

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