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Nella parte occidentale della provincia
sudanese del Nilo Superiore 150.000 sudsudanesi rischiano di morire di
fame. "La responsabilità di questo dramma è della Giunta
militare sudsudanese, in quanto queste persone sono tagliate fuori dal
mondo poichè ribelli sudsudanesi sostenuti dal Governo si combattono
per il controllo della zona ricca di giacimenti petroliferi", ha dichiarato
Ulrich Delius, esperto dell'APM per il Sudan. L'APM si appella urgentemente
a tutti i Governi dell'UE perchè si aumenti la pressione sul regime
sudanese che garantisca la distribuzione di viveri alle popolazioni in
pericolo.
Di fronte a sempre nuove informazioni su carestia, guerra e genocidio l'APM esorta inoltre l'UE perchè segua l'esempio degli Stati Uniti e nomini un referente che sostenga gli sforzi per una soluzione pacifica del conflitto sudanese. Mentre si stanno tenendo i colloqui di pace in Kenia tra il Governo sudanese e il Fronte di Resistenza sudsudanese (SPLA), questo sarebbe un segnale chiaro alla Giunta militare che l'UE non è più disposta a legittimare la fame come strumento di guerra. Solamente una svolta nei colloqui di pace potrebbe impedire una catastrofe umanitaria. Solo nel 1998 sono morti di fame circa 70.000 Sudsudanesi.
Madeleine Albright ha annunciato la settimana scorsa che il suo Governo avrebbe in breve tempo nominato un referente per il Sudan che ne sostenga il processo di pace e che coordini l'invio di aiuti umanitari e che renda pubbliche le violanzioni dei diritti umani.
Dopo un'interruzione di quasi un anno, i colloqui
di pace tra il Governo sudanese e lo SPLA con la mediazione dell'IGAD (Autorità
intergovernativa per lo Sviluppo), sono ripresi lunedì scorso in
Kenia. E' difficile che la Giunta sia realmente interessata all'avanzamento
dei colloqui di pace. Mentre il capo della delegazione di Khartum, il ministro
degli esteri Mustafa Osman Ismail, ha dichiarato che il clima dei colloqui
non è mai stato così positivo, un membro del direttivo del
Congresso nazionale ha dichiarato che questi colloqui sono una perdita
di tempo.