L’associazione per i popoli
minacciati organizza una raccolta di firme contro la fornitura di
carri armati alla Turchia |
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Bolzano, 25.10.1999
L’associazione per i popoli minacciati (APM) ha
iniziato lunedì una raccolta di firme contro l’invio di 1.000 carri
armati tedeschi modello “Leopard II” alla Turchia. I parlamentari Verdi
tedeschi stanno cercando di rafforzare la loro protesta contro questa esportazione
di armi al partner Nato attraverso la sensibilizzazione dell’opinione pubblica.
L'APM, negli anni passati, a causa delle pesanti
violazioni dei diritti umani nei confronti della popolazione civile kurda
del sud-est anatolico, ha sempre protestato per l’invio di armi tedesche
alla Turchia. Inoltre sostiene che anche dal proprio punto di vista, che
è quello delle organizzazioni per i diritti umani, devono essere
tentate tutte le strade per evitare la suddetta fornitura di armi, che
pesa sulla stabilitá e sulla pace nel Vicino Oriente. Nell’appello
al governo tedesco si specifica che nel corso della guerra portata avanti
dalla Turchia contro il PKK sono stati distrutti, dal 1984 ad oggi, 3.428
villaggi nel sud-est dell’Anatolia e più di 2 milioni e mezzo di
Kurdi sono stati scacciati dalla propria terra. Malgrado le assicurazioni
di Ankara, sono stati impiegati al fine di condurre queste operazioni,
panzer tedeschi. Durante le incursioni turche degli anni passati nel nord
dell’Iraq sono stati distrutti accampamenti di Kurdi e Assiri cristiani,
ricostruiti successivamente anche con aiuti del governo tedesco. Nell’autunno
1998 la Turchia ha minacciato la Siria con un’azione militare, e tiene
occupato un terzo del territorio di Cipro, dal quale nel 1974 è
stato cacciato l’80% della popolazione greca, armena e maronita ivi abitante.
Il governo tedesco ha giustificato la propria
adesione all’azione della Nato contro la Jugoslavia in nome di un’azione
contro il genocidio e le deportazioni di massa. In quest’ottica sembra
ancora più contraddittorio sostenere con forniture militari un paese
come la Turchia, che calpesta sistematicamente i diritti umani nei confronti
della popolazione kurda.
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