Continuano le violazioni dei diritti umani nel Sudan!

L’APM critica la politica dell’UE: non riabilitare il regime sudanese!

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Bolzano/Göttingen, 6 luglio 1999


A proposito del decennario della conquista del potere del generale Omar al Bashirn nel Sudan, l’Associazione per i popoli minacciati (APM) ha rimproverato l’UE di fare due pesi e due misure nella sua politica per i diritti umani. Si tratterebbe di una derisione delle 2,5 milioni vittime del genocidio nel sudan meridionale, se adesso i governi della Francia, Gran Bretagna e Germania, nonostante la continuazione del genocidio, cercano di riabilitare il governo militare sudanese. Charles Josselin, il ministro francese per l’aiuto allo sviluppo ha dichiarato l’8 giugno che la Francia si impegna per un miglioramento dei rapporti tra UE ed il Sudan. Anche i Ministeri per gli Affari Esteri di Bonn e London segnalano l’interesse per un ampliamento dei rapporti con Khartum. Per il sostegno offerto al terrorismo internazionale il regime di Khartum negli ultimi anni è stato isolato e messo al bando in tutto il mondo.
“Le energiche dichiarazioni del premier britannico Tony Blair durante la guerra in Kossovo, che avrebbe dovuto iniziare una nuova era per la protezione dei diritti umani, si rilevano parole vane, se la UE nello stesso momento riabilita i responsabili di un genocidio”, critica l’APM. La giunta di Bashir è responsabile di gravi violazioni del diritto internazionale. L’aeronautica sudanese getterebbe volontariarmente spezzoni su ospedali nel Sudan meridionale. Collaboratori di organizzazioni umanitari internazionali referiscono che il 20 giugno 1999 gli ospedali delle città di Kajo-Keji, Yei e Maridi sarebbero state colpite da attacchi aerei. Gli ospedali di Maridi e Yei sono stati bombardati già il 5 maggio. Mentre i collaboratori del programma mondiale sull’allimentazione dell’ONU preparavano la distribuzione di viveri alla popolazione affamata nella città di Akak, il 16 maggio sono state gettate bombe sulla città. “Tra gennaio 1998 e gennaio 1999 sono stati colpiti almeno 22 volte obiettivi civili nel Sudan meridionale e nei Monti Nuba da aerei dell’aeronautica sudanese”, spiega l’APM. I bombardamenti allertano i profughi e spingono le organizzazioni internazionali a terminare il loro lavoro umanitario.
Anche nel Sudan settentrionale i diritti umani sono violati sistematicamente. Il 15 giugno 25 studentesse e studenti sono stati condannati da un tribunale convocata per direttissima a 40 sferzate, perchè le studentesse avevano osato indossare pantaloni durante un picnic pubblico. Anche la libertà di stampa è poco consolidata: il 22 giugno sono stati accusati 3 direttori di giornali di aver pubblicato informazioni che criticano la politica del governo. Erano stati pubblicati discorsi di politici dell’opposizione.
 

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