Lettera aperta
10 Dicembre - Giornata dei diritti umani
... e Grosny viene rasa al suolo
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Bolzano, Lussemburgo, 7.12.1999

In questi giorni la capitale cecena Grosny viene letteralmente rasa al suolo. All’Associazione per i popoli minacciati (APM) sono pervenute informazioni secondo le quali vi sono stati 25 bombardamenti di obiettivi civili: mercati, interi quartieri, asili nido e scuole. La metà della popolazione cecena è stata cacciata dalla propria terra o è dovuta fuggire. Scienziati georgiani temono l’esplosione del deposito nucleare Radon situato vicino a Grosny.

L’Unione Europea sembra poco propensa a prendere una posizione chiara, parla di un problema interno russo, e continua a perorare l’erogazione di crediti a Mosca. Già durante gli anni della prima guerra in Cecenia (1994-1996) i governi occidentali hanno definito il conflitto “una questione interna russa”, indicando nella “mafia cecena” i responsabili, e hanno chiesto agli aggressori russi semplicemente ”un equilibrato utilizzo delle armi”. Allora l’armata russa sterminò almeno 80.000 persone, pari al 10% dell’intera popolazione cecena. Si trattò di un vero e proprio genocidio, cosí come viene definito dalla Convenzione sul genocidio dell’ONU. La capitale cecena Grosny venne quasi interamente distrutta.

Azionisti per i diritti umani russi criticarono allora i “metodi barbari” dell’armata russa e la “brutale aggressione di una superpotenza nucleare contro un piccolo popolo del Caucaso del Nord”. Per la prima volta dopo la Seconda Guerra Mondiale una città veniva distrutta da bombardamenti a tappeto. Secondo i criteri dei tribunali per i crimini di guerra dell’Aia e di Arusha, tra il 1994 ed il 1996 il governo e l’esercito russo hanno commesso in Cecenia il reato di genocidio. Secondo le informazioni dell’APM questo reato continua ad essere perpetrato. Sempre secondo la convenzione ONU sul genocidio questo reato comprende la pianificazione e anche il solo parziale annientamento di un gruppo etnico o religioso.

Il genocidio è il peggior crimine di cui è capace l’umanità. È perciò insostenibile che le tasse dell’UE contribuiscano a finanziare la guerra russa in Cecenia. Pertanto bisogna congelare ora, come l’APM ha già chiesto in una lettera all’UE, tutti i crediti alla Russia, inclusi quelli di istituzioni internazionali. Inoltre bisognerebbe condizionare la partecipazione della Russia al Consiglio d’Europa al ritiro delle truppe russe dalla Cecenia.

In questa giornata per i diritti umani dobbiamo ricordare che dopo l’intervento della Nato in Serbia, l’UE e la stessa Nato poco hanno fatto per proteggere le minoranze serbe e rom in Kosovo. Lo stesso intervento rischia di diventare una farsa se l’Europa continuerà a tollerare la guerra in Cecenia. I diritti umani sono indivisibili!
 

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