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Afghanistan:
Non dimentichiamo i diritti umani!
di Mateo Taibon
Logo Associazione per i popoli minacciati
Bolzano, 12.10.2001

Nella questione Afghanistan, USA, terrorismo ecc. spesso si dimenticano i diritti umani. I diritti umani e le convenzioni internazionali a tutela di questi diritti sono il solo criterio oggettivo per giudicare i fatti della politica e della storia. Nelle discussioni sull'intervento militare in Afghanistan invece fa da guida in gran parte l'ideologia. E l'ideologia da sempre tende a ignorare i diritti umani - gli ultimi decenni sono pieni di esempi, anche in Italia, del disprezzo per i diritti umani, del disprezzo per chi non condivide le proprie idee - disprezzo che va fino alla giustificazione di crimini contro l'umanità.

Nelle discussioni politiche sull'Afghanistan vige inoltre la semplificazione, la contrapposizione amico-nemico tipico delle ideologie totalitarie. È su questa logica, che è anche quella del terrorismo islamico, che iniziano le ingiustizie e le violenze. C'è chi sostiene sfrenatamente l'intervento militare perché si considerano più incivili le genti di quelle terre - mentre la storia insegna che la nostra cultura ha ricevuto molto dall'Oriente, almeno quanto loro hanno ricevuto dalla nostra e che la civiltà è proprio il risultato di questo "travaso". E c'é chi è contro perché è contro tutto quello che fanno gli Stati Uniti. È sconvolgente l'atteggiamento dei "pacifisti" (mettiamo questa parola fra virgolette!) che non hanno trovato parola di condanna degli attentati e che ritrovano puntualmente la parola appena si muovono gli Stati Uniti; che senza pudore e senza rispetto per le vittime della violenza (da qualsiasi parte) sfruttano il momento per chiedere l'abolizione della NATO; "pacifisti" che sulle barbarie russe in Cecenia non dicono parola, che nella guerra del Kosovo si ostinavano a negare che fosse in atto un genocidio e ignoravano le vittime del terrore del nazionalismo serbo.

Anche i mass media tendono a vedere il mondo secondo le ottiche ideologiche, non secondo fatti e misfatti - sebbene il codice etico del giornalismo obbligherebbe a questa osservazione super partes. A tutti va il nostro appello di non giudicare secondo le ideologie, dove la destra chiude gli occhi sui crimini della destra e la sinistra sui crimini della sinistra, ma secondo il rispetto dei diritti umani e dei diritti delle minoranze - etniche, linguistiche, religiose, sociali.


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