Il 10 dicembre 1948, a pochi anni dalla fine della seconda guerra mondiale l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha stipulato la DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI DELL'UOMO nella quale sono stati fissati i diritti fondamentali di tutti gli uomini, indipendentemente dalla loro razza o cultura.
Mai più sarebbe dovuto succedere che milioni di uomini morissero in maniera crudele, che i loro mezzi di sostentamento e innumerevoli monumenti culturali venissero distrutti e che le fondamenta della struttura sociale e culturale degli Stati di un intero continente venissero scosse in maniera così forte da una guerra come quella tra il 1939 e il 1945.
Tuttora la Dichiarazione Universale rappresenta il documento base per la tutela dei diritti umani. Il Cinquantenario ci spinge però anche a riflettere su quanto questi diritti siano stati finora effettivamente realizzati e se, in caso di violazioni, esistano delle istanze giuridiche alle quali le vittime si possono appellare.
é soprattutto la popolazione dei paesi del cosiddetto Terzo Mondo che viene colpita dalle quotidiane violazioni dei diritti umani. Ma anche nei paesi cosiddetti industrializzati aumentano i casi di violazione di questi diritti da parte delle forze di sicurezza e delle autorità giudiziarie, in particolar modo nei confronti degli stranieri.
Nel giugno del 1993 a Vienna, nell'ambito della seconda Conferenza sui diritti umani è stato concordato da 171 paesi un vasto programma d'azione per la maggiore attuazione dei diritti umani. Sempre più il nostro futuro dipenderà da una pronta realizzazione di singoli punti della Dichiarazione universale, non perdendo di vista però i traguardi già raggiunti in questo campo.
Quando nel maggio 1998 le trattative riguardanti la stipulazione dell'Accordo multilaterale sugli investimenti (MAI) sono state rese pubbliche per la prima volta, tutti si potevano rendere conto di quanto sia importante la tutela dei diritti dell'uomo e delle minoranze etniche relativamente alla liberalizzazione del mercato globale. Innanzitutto erano le organizzazioni non governative (ONG) in tutto il mondo che si accorsero dei pericoli di tale accordo. Infine si è riusciti a rimandare la stipulazione dell'accordo: però bisogna mantenere alta l'attenzione e ci vorrà un maggior impegno politico da parte dei gruppi di solidarietà per evitare di sacrificare agli interessi economici delle multinazionali i principi democratici, la salvaguardia dell'ambiente e la dignità umana.
"Promessi – violati – chiesti", questo il tema del congresso organizzato dal "Forum per i diritti umani" nell'aprile del 1998 a Bonn. Per due giorni oltre 200 specialisti, alti rappresentanti politici ed ospiti da altri paesi hanno discusso la problematica dei diritti promessi, dei diritti violati e oggi nuovamente chiesti.
Diritti promessi. Già nel 1948, in faccia alle devastazioni della guerra ed agli orrori del nazismo e del fascismo, ci furono 15 ONG ad occuparsi di una pronta realizzazione dei diritti promessi con la Dichiarazione Universale. Nel 1968 si contavano 150 ONG e nel 1993 addirittura 1.500.
Diritti
violati. In senso stretto i diritti umani furono violati
per la prima volta già nell'ambito della votazione per
approvare la Dichiarazione Universale, quando otto paesi (tra cui
l'Unione Sovietica) si astennero dal voto. Nei decenni seguenti
la realtà politica europea vide una continua violazione
dei diritti umani:
• la separazione
della Germania;
• i sistemi
totalitari del blocco orientale che per decenni hanno praticato
tortura, terrore e uccisione di innumerevoli persone (solo col
disgelo politico dell'era di Gorbaciov si riusciti ad ottenere
progressi nella realizzazione dei diritti
umani);
• all'inizio
degli anni novanta nel cuore dell'Europa ha avuto poi luogo una
guerra di un'atrocità tale che fino ad allora nessuno
pensava fosse ancora possibile. Gli orrori della Seconda guerra
mondiale – terrore, pulizie etniche, stupri ed omicidi - si
sono ripetuti nella Jugoslavia che stava per
disgregarsi.
Diritti chiesti. E' necessario realizzare i diritti codificati a tutti i livelli politici, economici e sociali. Ciò presuppone una forte sensibilizzazione della popolazione che deve avvenire, in prima linea, nell'ambito dell'educazione dei nostri bambini, e nello stesso momento anche a livello politico ed economico. Il professor Fritsche dell'Università di Magdeburg riassume così il suo pensiero: "Tutti i mali di questa terra nascono nelle nostre menti e perci˜ sono quelle che bisogna raggiungere".
Spero che
quest'aforisma del professor Fritsche possa stimolare nei lettori
di quest'unità didattica tutto il loro potenziale creativo
in modo da sviluppare una vasta varietà di idee a livello
personale, interpersonale e sociopolitico.
"Wir sind nicht nur für das verantwortlich,
was wir tun,
sondern auch für das, was wir geschehen lassen." KLAUS KINKEL |
Nie wieder sollte es passieren, daß ein ganzer Kontinent durch kriegerische Auseinandersetzungen in seinen kulturellen und existentiellen Grundfesten erschüttert, Millionen Menschen auf grausame Art und Weise ums Leben kommen, Lebensgrundlagen und Kulturdenkmäler zerstört würden.
50 Jahre danach bietet uns diese "Erklärung der Menschenrechte" immer noch ein eindrucksvolles und gültiges Dokument zum Schutz und zur Förderung der Menschenrechte. Der 50. Jahrestag zwingt uns aber auch, kritisch zu überprüfen, ob und wieweit diese Rechte auch tatsächlich verwirklicht werden und ob bei Nichteinhaltung die Betroffenen sich auch an entsprechende Rechtsinstanzen wenden können, um ihre Rechte wirkungsvoll einzuklagen.
Gerade die Menschen in den sogenannten "Entwicklungsländern" sind die Leidtragenden bei der tagtäglich zu beobachtenden Aushöhlung der Menschenrechte. Aber auch in den Industrieländern werden zunehmend Klagen laut, daß bei Polizei und Justiz v.a. Ausländern gegenüber die Wahrung der Menschenrechte nicht immer gewährleistet ist.
Auf der zweiten Menschenrechtskonferenz der Vereinten Nationen im Juni 1993 in Wien haben 171 Regierungen ein umfangreiches Aktionsprogramm zur Verwirklichung der Menschenrechte verabschiedet. Die Zukunft der Menschheit wird in immer höheren Maß davon abhängen, ob wir imstande sind, die einzelnen Punkte möglichst bald in die Tat umzusetzen. Vieles ist bereits verwirklicht und erreicht worden, dennoch bleibt noch viel zu tun. Gerade die im Frühjahr 1998 durchgesickerten Informationen über die vor dem Abschluß stehenden M.A.I. (Multilateral Agreement on Investments)-Verhandlungen haben uns vor Augen geführt, welche Bedeutung einem effizienten Schutz der Menschen- und Minderheitenrechten angesichts der nicht selten grundlegende Menschenrechte bedrohenden Liberalisierung des Welthandels zukommt. Gerade NGO (Nicht-Regierungs-Organisationen) in aller Welt haben auf die Gefahr eines derartigen Abkommens hingewiesen; die Unterzeichnung wurde zwar verschoben, es bedarf jedoch weiterhin äußerster Wachsamkeit und verstärkt politischen Einsatzes, um nicht Menschenwürde, Demokratie und Umweltanliegen massiven Wirtschaftsinteressen zu opfern.
"VERSPROCHEN-VERLETZT-GEFORDERT": unter diesem Titel stand die Tagung des "Forums der Menschenrechte" vom 28.-29. April 1998 in Bonn, an der ich als Delegierte aus Südtirol teilgenommen habe. Zwei Tage lang setzten sich über 200 Fachleute aus dem deutschen Sprachraum, sowie hohe politische Vertreter und ausländische Gäste intensiv mit der Problematik auseinander.
VERSPROCHEN: angesichts der Schrecken der europaweiten Verheerungen durch Faschismus und Nationalsozialismus bemühten sich bereits 1948 die ersten 15 NGO um die Umsetzung der Menschenrechtserklärung. 1968 waren es bereits 150 und 1993 zählte man auf der Konferenz in Wien bereits 1500 NGO.
VERLETZT: schon zu Beginn, da sich acht Länder (unter ihnen Russland) der Stimme enthielten. In der Folge die politische Realität in Europa: die Teilung Deutschlands, die totalitären Staaten des Ostblocks, die man Über Jahrzehnte hinweg mit Folter, Terror und der Ermordung von unzähligen Menschen in Verbindung brachte. Die sozialistische Propaganda brandmarkte die Menschenrechte als Auswuchs des kapitalistischen Individualismus. Erst das politische Tauwetter in der UdSSR Gorbatschows brachte eine Neuorientierung auch in bezug auf die Einhaltung der Menschenrechte.
Zu Beginn der 90er Jahre spielte sich im Herzen Europas ein Schreckensszenario ab, das niemand mehr für möglich gehalten hätte. Die Greuel des Zweiten Weltkrieges mit systematischer Vergewaltigung, ethnischer Säuberung, Terror und Mord wiederholten sich diesmal im auseinanderbrechenden Jugoslawien.
GEFORDERT:
ist nun auf allen Ebenen die Umsetzung und Verwirklichung der
festgeschriebenen Rechte, die jedoch eine Sensibilisierung und
Bewußtseinsbildung voraussetzt. Diese muß in erster
Linie im Rahmen der Erziehung unserer Kinder - im Elternhaus,
Schule, Beruf und Gesellschaft - erfolgen, jedoch genauso auf der
wirtschaftlichen und politischen Ebene. "Alle übel entstehen
in den Köpfen der Menschen, folglich müssen diese
Köpfe erreicht werden", so faßt es Prof. Fritsche von
der Universität Magdeburg zusammen. Möge dieser
Leitspruch Anregung und Herausforderung fur alle Leserinnen und
Leser dieser Broschüre sein und deren kreatives Potential
wecken, um eine bunte Fülle von Ideen und Handlungen sowohl
auf der persönlichen, zwischenmenschlichen als auch auf
politisch-gesellschaftlicher Ebene entwickeln zu
können.
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