durante la deportazione |
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Secondo il resoconto di testimoni raccolti
dall’Associazione per i Popoli
Minacciati - internazionale in Macedonia, il 3
maggio, a Dobratim presso Podujeva nel Nord del Kosovo,
truppe serbe hanno deportato 5.000 persone.
Gli sfollati sono stati dapprima spinti fino alla stazione di Fushe Kosova (Kosovo Polje), dopo che hano dovuto consegnare tutti i loro averi. Nel paese di Besia, tra Pristina e Podujeva, unità paramilitari serbe hanno arrestato circa 120 uomini dalla colonna dei profughi, tra cui un giovane disabile. Di questi, 42 sono stati rilasciati più tardi.
Secondo i racconti dei testimoni, i miliziani serbi hanno detto loro: “Avete avuto fortuna, abbiamo tanti prigionieri da non avere più posto per voi”. Secondo il racconto degli scampati i prigionieri sono stati picchiati e torturati in maniera inimmaginabile. I sopravvissuti temono che i 78 uomini rimasti prigionieri non sopravviveranno ai maltrattamenti.
La colonna dei profughi è stata poi caricata su un treno pronto nella stazione di Fushe Kosova, e deportata al confine macedone. Da qui i profughi, dove sono stati fatti scendere il 4 maggio, hanno raggiunto Blace a piedi.
Una pubblicazione dell'Associazione per i popoli minacciati. Si prega di citare la fonte / Eine Publikation der Gesellschaft für bedrohte Völker. Weiterverbreitung bei Nennung der Quelle erwünscht ** WebDesign: M. di Vieste