I piani di spartizione
del Kossovo sono superficiali e
irresponsabili
Prima di tutto il
ritorno dei profughi
L’Associazione per i Popoli Minacciati definisce "spaventose" la leggerezza e l’irresponsabilità con la quale politici, commentatori, esperti militari vanno discutendo di una futura "spartizione del Kossovo", mentre le deportazioni in massa sono in pieno svolgimento. Queste ipotesi sono state alimentate da presunte dichiarazioni a favore di una spartizione rilasciate dal Segretario di Stato americano, Madeleine Albright, voci poi smentite dall’ambasciata americana in Germania.
Secondo il Presidente dell’APM-internazionale, Tilman Zülch, "chiunque abbia intenzione di consegnare a Milosevic la terra e le proprietà dei profughi kosovari premia la sua politica di genocidio, consegna al regime anche i beni di quelli che ancora non sono stati cacciati, incoraggia Milosevic ad altri assassini e deportazioni, e sabota il ritorno dei profughi nella propria terra."
Adombrare una spartizione è irresponsabile. In Bosnia la spartizione ha di fatto premiato la politica di genocidio e di pulizia etnica, e fino ad oggi più di due terzi di tutti i profughi non ha potuto fare ritorno nei loro paesi d’origine. A tutt’oggi in Bosnia il conflitto può riaccendersi in ogni momento. Spartendo il Kossovo, sorgerebbe un nuovo focolaio di disordine nei Balcani, con il rischio di coinvolgere la Macedonia in una guerra con un UCK sempre più radicalizzato.
L’APM chiede al Governo Italiano di opporsi a qualsiasi ipotesi di spartizione del Kossovo da parte degli altri Governi Nato, e di cercare una composizione del conflitto che garantisca rispetto dei diritti umani e stabilità in tutta l’area dei Balcani:
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