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Fra le cento associazioni che hanno sottoscritto l’appello si trovano anche numerose unioni di deportati e profughi, di vittime della guerra, invalidi e traumatizzati, degli internati nei campi di prigionia, di concentramento, e di stupro, dei movimenti delle donne e degli intellettuali. Fra loro si trovano organizzazioni di tutte le comunità etniche e religiose, come il Consiglio civico serbo, la Comunità ebraica, la Federazione rom, il Consiglio degli intellettuali musulmani bosniaci ed il Comitato dei deportati croati.
A Berlino-Grunewald i profughi bosniaci, guidati dalle donne di Srebrenica, hanno intrapreso una “marcia della giustizia” verso l’ambasciata jugoslava, mentre una delegazione di ex-internati in campi di prigionia serbi hanno consegnato l’appello ai consolati jugoslavi di Düsseldorf, Monaco ed Amburgo. L’azione è stata coordinata a livello mondiale dall’Associazione per i Popoli Minacciati.
Alle 11, ore locali, la consegna degli appelli alle ambasciate jugoslave in Australia (a Canberra, ed al consolato di Sydney, in Belgio (Bruxelles), Danimarca (Copenaghen), Francia (Parigi), Gran Bretagna (Londra), Croazia (Zagabria), Canada (ad Ottawa, ed al consolato di Montréal), nei Paesi Bassi (all’Aia), in Norvegia (Oslo), Austria (Vienna), Ungheria (Budapest), Slovenia (Lubiana), Svizzera (Berna), Svezia (Stoccolma), e negli Stati Uniti (a Washington, ed al Consolato di new York).
Tanto il presidente jugoslavo
Vojislav Kostunica, quanto il politico serbo Zoran Djindjic si sono finora
rifiutati di consegnare i criminali di guerra al Tribunale dell’Aia, per
non parlare di scusarsi con i Bosniaci. “Se il presidente jugoslavo prende
sul serio le tradizioni europee dello stato di diritto, della democrazia
e dei diritti umani”, dice Tilman Zülch, presidente dell’Associazione
per i Popoli Minacciati internazionale, deve cercare un nuovo rapporto
con i vicini di Bosnia ed Erzegovina.. “La prima visita di Kostunica in
Bosnia, il 21 ottobre 2000, è stata un colpo contro l’umanità
ed i diritti umani. Accanto alla signora Karadjic, vicino alle cinque moschee
distrutte, in una Trebinje pienamente ‘ripulita’ dal punto di vista etnico,
Kostunica ha partecipato alla “risepoltura” del poeta serbo, sciovinista
cetnico, Jovan Ducic, negli Stati Uniti morto nel 1943, e recentemente
riesumato. Ciò è mostruoso, se si pensa che in Bosnia ancora
29.000 civili dispersi, il 90% dei quali musulmani, attendono ancora di
essere riesumati ed identificati”, ha dichiarato oggi Zülch a Berlino.
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Bosnia: Cerchiamo giustizia |
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