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Una politica di dialogo, che ponga i cosiddetti “luoghi santi” sotto amministrazione internazionale, che porti al ritiro degli Israeliani dai territori palestinesi occupati, che renda possibile il ritorno delle persone espulse dalla propria terra e che faccia dei Palestinesi d’Israele dei cittadini a pieno titolo (riconoscimento della loro lingua e del carattere multietnico di Israele).
Un dialogo, che porti anche i Palestinesi a riconoscere lo Stato d’Israele, che è stata la risposta ebraica all’Olocausto. Israele deve riconoscere che lo Stato ebraico è sorto sulle tombe dei Palestinesi, i Palestinesi devono riconoscere che per gli Ebrei non vi sono alternative allo Stato d’Israele; Israele deve impedire che nei territori palestinesi occupati ed autonomi vengano uccisi dei palestinesi; i Palestinesi devono ammettere che i loro attentati alle sinagoghe europee sono puro antisemitismo.
Sia gli Israeliani, sia i Palestinesi devono finalmente rinunciare alle rivendicazioni territoriali e sui luoghi di preghiera fondate su argomenti religiosi. Il fervore religioso non può sostituire gli argomenti politici.
La critica palestinese al massiccio impiego militare da parte d’Israele può essere giustificata, come anche l’accusa al partito di destra Likud di avere “svuotato” il processo di pace. È però anche vero che il Governo laburista israeliano, durante le trattative della scorsa estate, era particolarmente pronto a concessioni.
Il Presidente palestinese Arafat non voleva il compromesso e scelse il confronto. Le autorità palestinesi inviano consapevolmente i ragazzi sotto il fuoco degli Israeliani. È noto che le autorità dell’Autonomia soffiano sul fuoco del conflitto. È noto anche che l’Autonomia di Arafat viola rozzamente i diritti umani.
Lo Stato d’Israele è fondato sulle montagne di cadaveri dell’industria dell’annientamento nazista, ma anche sull’espulsione della popolazione palestinese. Israele, uno Stato che si definisce ebraico, discrimina la minoranza palestinese. Le guerre degli Arabi per imporre il diritto di autodeterminazione de palestinesi ed il sanguinario terrorismo palestinese hanno trasformato Israele in una fortezza armata fino ai denti ed in una potenza di occupazione. La via, ora imboccata, della guerra di bassa intensità porterà fatalmente a sanguinose “pulizie etniche”, in Israele e nei Territori palestinesi.
Israele deve smettere di essere una potenza d’occupazione. I Palestinesi devono dimostrare la propria volontà di una soluzione pacifica con Israele e con gli Israeliani ebrei. Questa dimostrazione non è finora stata data.
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