di Umar Khanbiev (*)
Bolzano, 11 giugno 2002
Per fare il quadro completo e capire le dimensioni della generale e sistematica atrocità manifestata dai russi in Cecenia, bisogna rendersi conto che non si tratta degli atti compiuti da singole formazioni militari non coordinate dal centro, ma di un modello statale governato, controllato e sollecitato dalle autorità supreme russe. L'obiettivo di tale politica è evidente: cancellare la sovranità del popolo ceceno e realizzare il suo genocidio. I leader russi ricorrono a termini più mascherati: "La soluzione definitiva della questione cecena".
Del sistema punitivo fanno parte i campi di concentramento, chiamati dai russi "punti di filtrazione".
L'organizzazione dei primi campi risale al 12 dicembre 1994, quando fu emanato il Decreto N. 247 del Ministero degli Interni russo, per "identificare e controllare se le persone arrestate nelle zone di combattimento sono coinvolte nel conflitto". Il fatto che questo Decreto contraddice la legislazione russa in vigore non mette le autorità russe in imbarazzo. In generale, durante la guerra precedente e durante la seconda guerra cecena, tutti i provvedimenti che riguardano i ceceni vengono realizzati senza rispettare la legislazione nazionale e internazionale. Il popolo ceceno è stato messo al di fuori di ogni legge. Gli istituti ufficiali internazionali per la tutela dei diritti umani e i Governi stessi dei Paesi democratici chiudono gli occhi e fanno finta di niente.
In questo contesto d'illegalità militante, sul territorio ceceno e in alcune regioni russe, è stata creata una rete di campi di concentramento per effettuare la repressione dei ceceni. Inoltre, in tutte le prigioni russe sono stati organizzati reparti speciali per i ceceni dove si mandano i cittadini della Repubblica cecena arrestati in violazione della legge. Cioè, anche nelle prigioni russe, dove la legge non è particolarmente di casa, i ceceni meritano particolare "attenzione"; le torture e le esecuzioni senza verdetto sono diventate una cosa normale.
Anche sul territorio della Repubblica cecena d'Ichkeria, in ogni unità militare del Ministero degli Interni (MVD), del Servizio Federale per la Sicurezza (FSB), del Ministero della Difesa (MO) e della Direzione Centrale Esplorazione (GRU), ci sono minicampi di concentramento "privati", dove la gente viene torturata, venduta e ammazzata.
Una banda russa "pulisce" il territorio, prende gli ostaggi e li mette in un minicampo "privato", controllato da un gruppo di punizione che i russi chiamano "unità militare". Se in 3-4 giorni i parenti dell'ostaggio non pagano il riscatto, l'ostaggio, che subisce torture e viene picchiato dal giorno dell'imprigionamento, può sparire senza lasciare tracce, può morire; oppure, se l'ostaggio sopravvive, viene trasferito a Khankala e chiamato "boevik", guerrigliero; a Khankala ci sono condizioni stabili e tecnicamente migliori per le torture. È chiaro che qui il detenuto ha più possibilità di sparire. Intanto i compaesani della sfortunata vittima vengono a "sapere" dai mass media russi che il loro vicino o il loro parente, che in vita sua non ha mai preso un'arma in mano, è un "potente comandante di campo". Se a Khankala non si riesce a trasformare il prigioniero in un "famoso comandante di campo", se è fortunato e riesce a sopravvivere, viene trasferito a Chernokozovo. Va notato, però, che recentemente questo iter è stato più volte modificato. Spesso l'ostaggio viene spedito direttamente da Khankala in un campo di concentramento nel territorio russo. In seguito, secondo le testimonianze dei sopravvissuti, l'ostaggio passa per 15-16 prigioni russe, senza registrazione, senza accusa e senza processo. Dopo 3-6 mesi la sfortunata vittima del sistema di repressione, già ridotta in pessime condizioni di salute, già invalida, viene riportata a Chernokozovo. Qui finisce il primo ciclo del "tour" del detenuto per le prigioni e i campi di concentramento russi. Che cosa succede? Qui, a Chernokozovo, le spedizioni punitive, passano tramite gli intermediari "di ruolo" ceceni, che chiedono ai parenti, di nuovo, di pagare il riscatto.
Lo schema del meccanismo:
Le prigioni nel territorio russo con reparti ceceni con gli
attrezzi per le torture. Ai massacrati viene rilasciato il documento "Liberato". |
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Se a una delle tappe sopra indicate il prigioniero muore a causa delle torture, se ne producono i documenti nei quali figura come "liberato". A questo punto la persona sparisce senza lasciare tracce. L'associazione per la tutela dei diritti umani "Memorial" ha raccolto informazioni su numerosi fatti di questo tipo.
Secondo le informazioni, che spesso trapelano dalle strutture punitive russe, ci sarebbe una direttiva segreta di Putin agli organi di punizione che prescrive di "eliminare l'80% dei prigionieri e di rendere invalidi gli altri", tanto per intimidire la gente. Lo confessano gli stessi ufficiali russi. L'ultima volta simili confessioni sono state documentate nel corso delle operazioni punitive di Putin a Sernovodsk e ad Assinovckaja. Secondo i ceceni, le prime a essere massacrate sono le persone istruite, sane e fisicamente attraenti. Come ha dichiarato in televisione un abitante di campagna: "Lasciano vivi sono gli strabici, gli storpi e gli idioti".
Ricordiamo l'intervista di V. Stepashin al quotidiano "Kommersant": alla domanda se è possibile risolvere la questione cecena con la forza, Stepashin ha risposto: "Sì. Solo se prima facciamo fuori tutta la popolazione maschile e poi tutta la popolazione femminile..."; quando gli è stato chiesto se lo trovasse realistico, Stepashin ha risposto: "I generali dicono di sì..."
Perché questo odio e questa crudeltà? Possibile che tanti russi, tra cui gli attuali leader, soffrano di un complesso di inferiorità a livello, direi, genetico? Forse è il complesso di inferiorità nei confronti dei ceceni che i russi non riescono a sottomettere ormai da più di due secoli? Una volta ne ha parlato alla Duma Zhirinovskij, apertamente, spiegando il perché dell'odio che Putin prova verso i ceceni. Si sa, appunto, che Zhirinovskij è famoso per pronunciare ad alta voce ciò su cui si suole tacere.
Sta venendo fuori, però, che l'obiettivo di sottomettere i ceceni non sembra raggiungibile. Però rendersene conto, così come rendersi conto dell'assurdità della propria politica, non fa altro che moltiplicare l'odio di Putin nei confronti dei ceceni. Sta perdendo la ragione. Osservate un po' come cambia il suo viso quando parla dei ceceni. Solo la psichiatria potrebbe dare una spiegazione a questa forma di odio. È una grave malattia che col tempo tende a peggiorare. Fra poco non riuscirà più a nascondere i suoi sintomi.
Oggi la natura feroce di questo Stato coincide con un odio patologico che il suo capo prova per l'Ichkeria e il suo popolo. Non è un segreto. Ciò spiega le assurde esecuzioni dei ceceni, "le operazioni di pulizia", la rete dei campi di concentramento, ecc. In altre parole, Putin ha creato un sistema di punizione per realizzare il genocidio del popolo ceceno.
Un genocidio ben evidente in tutte le sue forme: etnico, politico, religioso ed economico. Guardate un po':
1. I massacri dei ceceni con l'uso delle armi chimiche, delle bombe "sotto vuoto" e incendiarie; i massacri nei campi di concentramento; le operazioni di "pulizia"; i pogrom; il saccheggio; le esecuzioni senza verdetto; le torture miranti a colpire l'apparato riproduttivo dell'uomo; le persecuzioni etniche in Russia e all'estero.
2. L'eliminazione di tutto ciò che riguarda lo Stato; persecuzioni, rapine e massacro dei rappresentanti e delle autorità cecene; il rifiuto di qualsiasi negoziato.
3. La distruzione mirata delle moschee; la persecuzione e il massacro per motivi religiosi, con il pretesto della lotta contro i "vakhkabity"; la strage dei religiosi che rifiutano di collaborare con i servizi segreti nello sterminio dei ceceni.
4. La distruzione pianificata dell'economia cecena, "non adeguata agli obiettivi dichiarati".
Il genocidio del popolo ceceno, effettuato da Putin, ha una serie di particolarità che lo distinguono dal genocidio hitleriano, ma i due hanno gli stessi obiettivi:
I. Le sue dimensioni
1. Il genocidio riguarda tutta la nazione cecena, sia sul territorio nazionale sia fuori.
2. La gente viene fisicamente e moralmente massacrata, secondo il criterio etnico, religioso e politico.
3. Viene distrutta la base economica della nazione.
II. La sua crudeltà
1. La popolazione viene uccisa con armi chimiche e batteriologiche, con bombe "sotto vuoto" e incendiarie.
2. Torture e massacri nei campi di concentramento.
3. Torture miranti a colpire l'apparato riproduttivo.
4. Esecuzioni di massa, con torture, senza alcun processo.
III. Il suo cinismo
1. C'è un meccanismo di Stato per vendere ai parenti i cadaveri degli ostaggi e dei prigionieri dei campi di concentramento.
2. Il kidnapping di Stato.
3. I russi invitano a partecipare al genocidio i traditori del popolo ceceno, per nascondere i loro veri obiettivi.
4. La propaganda che mira a cancellare la dignità della nazione cecena, a creare un'immagine negativa dei ceceni e a provocare l'odio e la mancanza di tolleranza da parte delle altre nazioni.
Le "innovazioni" di Putin apportate al genocidio del popolo ceceno:
1. Il genocidio viene mascherato e definito "un'operazione contro i terroristi".
2. Per "coprire" il genocidio si usano i "bastardi" di origine cecena: i "mullah" e i criminali. Neanche Hitler ha avuto tanto cinismo da nominare Eva Braun "rabbino" e leader della nazione ebraica.
3. Il rifiuto della faticosa "produzione" hitleriana (elaborazione dei capelli e della pelle delle vittime); l'invenzione della nuova "produzione": la vendita degli invalidi e dei cadaveri delle vittime delle torture nei campi di concentramento.
4. Con i soldi guadagnati con questa "produzione" si paga il lavoro dei boia.
Questo metodo è stato illustrato in una trasmissione televisiva russa: il cosiddetto presidente russo ha cercato di spiegare ai suoi generali dalla mente poco acuta, accennando alle cose che poteva capire ogni telespettatore, come procurare i mezzi per pagare lo stipendio ai militari in Cecenia. In parole povere, bisogna saccheggiare la popolazione pacifica.
Hitler supera Putin: ha rivelato apertamente le sue intenzioni, ha elaborato la dottrina della "superiorità della razza ariana". Tenendo presente che Putin è malvagio – ma non un genio – credo non sia stato abbastanza intelligente. Non è da escludere, però, che ci sia un gruppo di presunti scienziati che lo aiuterà a trovare una giustificazione al genocidio del popolo ceceno.
Molte sono le nazioni che sulla loro pelle hanno sperimentato l'inferno dei campi nazisti. Non si capisce la loro passività di fronte ai campi di concentramento di oggi, soprattutto perché non è difficile indovinare a chi toccherà domani...
Credetemi, ci sarà sempre una "ragione" per un Olocausto.
I CAMPI DI CONCENTRAMENTO
Secondo i dati ufficiali del Governo della Repubblica cecena d'Ichkeria, dall'inizio di questa guerra nei campi russi sono state massacrate più di 40 mila persone tra la popolazione pacifica cecena (senza tener contro delle vittime dei bombardamenti e delle operazioni di "pulizia"). Più di 20 mila persone sono sparite nel nulla. Lo stesso numero di persone si trova nei campi di concentramento, sotto torture e massacri.
Anch'io sono stato in un campo di concentramento, ho sperimentato le torture russe sulla mia pelle. Come medico spesso ho a che fare con le malattie di coloro che sono stati vittima del sistema punitivo russo. Sono convinto che molte torture, per la loro complessità e livello tecnico, sono nate nei laboratori dei servizi segreti russi. Siccome molte torture si ripetono nei diversi campi, ci dovrebbero essere degli istruttori che vengono da Mosca o delle istruzioni tipo che spiegano come mutilare e far soffrire le vittime.
In base alle mie indagini e all'analisi dei materiali, ho fatto l'elenco standard delle torture in uso nei campi di concentramento russi:
I. Le torture psichiche
a) individuali;
b) di massa.
II. Le torture fisiche
a) individuali;
b) di massa.
III. Le torture miranti a privare la persona delle sue funzioni riproduttive
IV. Le torture che uccidono
LE TORTURE PSICHICHE
Le torture psichiche più diffuse sono:
1. "La presunta fucilazione"
Quasi a ogni prigioniero tocca sperimentare questa tortura sulla propria pelle. So bene cosa sente l'uomo durante questa tortura. Nei singoli casi, in cui tutto dipende dalle condizioni psicologiche della persona, la reazione può essere più o meno manifesta. Ho sperimentato questa terribile tortura sulla mia pelle ed è stato uno stress immenso che non può essere paragonato, ad esempio, al bombardamento o a un campo minato, che hanno lo stesso pericolo per la vita. Durante questa tortura l'uomo si sente completamente indifeso e privo di speranza. A un certo momento si perde la sensazione della realtà, di conseguenza manca la reazione adeguata benché si veda bene tutto quello che sta succedendo e si capisca chiaramente il senso degli eventi. Si perde la sensazione di paura. Mi ricordo che ho deciso di gridare, subito dopo il colpo, "Allah Akbar!" Non per il mio coraggio o la mia fede. Era la reazione incosciente di resistenza all'aggressione, capivo che solo in questo modo potevo fare un dispiacere al nemico.
Per superare tale stress ci vogliono anni e tante fatiche. Hai sempre la sensazione che qualcosa nella tua anima sia morto. E parli della morte non come di una cosa terribile, ma, al contrario, come del salvagente nell'oceano del terrore sovrumano della politica russa di punizione.
2. "Gli stimoli sonori"
Nel campi di concentramento, soprattutto di notte, si sentono urla terrificanti delle vittime sotto tortura. Ha un forte effetto sugli altri prigionieri. La gente, picchiata, indebolita dalle torture, perde il sonno. Benché molti tra noi stessero a un passo dalla morte, tutti reagivano fortemente a questi urli. Erano stimoli sonori, senza il quadro visuale degli eventi, che creavano nell'immaginazione del prigioniero gli scenari delle tremende torture, le torture non ancora subite, ancora da subire. Questo mette paura e fa soffrire, toglie il sonno.
3. Le torture umilianti per la dignità dell'uomo
In tutti i campi di concentramento, senza alcuna eccezione, l'obiettivo principale dei boia è di umiliare la dignità umana del detenuto. Massacrare, avvelenare l'anima umana, rendere l'uomo animale è l'obiettivo principale dei boia russi. A Chernokozovo, per esempio, i detenuti devono strisciare per terra per il corridoio, avanti e indietro; alla fine il detenuto, sdraiato per terra sulla pancia, deve riferire al boia: "il detenuto X è arrivato secondo il Suo ordine". Tanti orgogliosi ragazzi sono morti per aver rifiutato di eseguire quest'ordine. Numerosi sono i fatti di violenza sessuale sugli uomini. Pochi di loro sopravvivono. Spesso le vittime si suicidano, il che, notiamo, va contro la mentalità dei ceceni. I detenuti sopravvissuti dicono che solo il pensiero della vendetta ha permesso loro di sopravvivere. L'unico obiettivo, per il resto della loro vita, è la vendetta.
4. "Costringere a essere presente durante le torture"
I prigionieri dei campi di concentramento si emozionano quando raccontano delle loro esperienze come testimoni oculari, dei casi in cui li si è costretti a essere presenti alle torture altrui. Ciò si spiega facilmente. Nel febbraio del 2000 i russi ci hanno portato a Devkar-Evla (Tolstov-Jurt) e si sono messi a buttare fuori i feriti dagli autobus. La maggioranza dei feriti aveva gli arti amputati in seguito all'esplosione di una mina. Ad alcuni di loro non abbiamo fatto in tempo a prestare il soccorso chirurgico. I boia russi li prendevano a calci sulle ferite, sulle braccia e sulle gambe amputate. Le urla dei feriti e i loro visi, contorti dalla sofferenza, fino a oggi rimangono impressi nella mia memoria. Mi ricordo bene che ero sotto shock. Dopo, quando è toccato a me, e picchiavano me, non ero più sensibile al dolore. Continuavo a sentire le urla e a vedere i loro volti. Come se la vita si fosse fermata in quel momento. Speravo tanto che col tempo questi ricordi non mi facessero più così male... invano. Ad esempio, recentemente il mio figlio minore mi ha fatto pensare... Nella sua voce ho sentito le voci di quelle vittime e ho visto i loro visi. Mio figlio mi si è avvicinato chiedendo: "Papà, che cos'hai? Sei così pallido?!" Sono convinto che il dolore che mi provocano quei ricordi non passerà mai.
Anche quando vedi un oggetto (una bomba, una mina, ecc.) uccidere un uomo, ti fa un forte effetto psicologico. Però non lo si può paragonare alla situazione in cui vedi un essere che sembra uomo ammazzare un altro uomo, picchiarlo, prenderlo a calci, colpire le sue ferite; quando senti lo scricchiolio delle costole rotte sotto tortura; vedi tagliare le orecchie a un uomo vivo o vedi mettergli i chiodi sotto le unghie; o i cani attaccare un uomo indifeso, i cani a cui hanno insegnato ad ammazzare gli uomini...
5. Le torture verbali
Nei campi di concentramento le torture verbali hanno lo stesso effetto psicologico delle altre. La minaccia della morte, la descrizione dettagliata delle torture che ti porteranno alla morte, le parole umilianti sia per la dignità della tua nazione che per la persona fisica, le bestemmie e le parolacce, tutto questo ha un forte effetto sul prigioniero. Quasi tutti gli ex prigionieri parlano del basso livello culturale e della degradazione morale dei nemici. Forse sono le uniche sensazioni positive che i detenuti portano da quest'inferno. Secondo gli ex detenuti, queste impressioni li riempivano di orgoglio per la loro nazione. Secondo loro è difficile trovare tra i ceceni anche una decina di persone talmente prive di morale e talmente degradate. La sensazione della superiorità morale e culturale nei confronti del nemico alleggerisce il disturbo psicologico. Quasi tutti gli ex detenuti confessano che questa sensazione li ha aiutati a sopravvivere nell'inferno dei campi di concentramento.
6. La tortura psicologica di massa: "L'operazione di pulizia"
Come disse una volta Elena Bonner, ora tutta la Cecenia è un grande campo di concentramento. Ogni suo abitante, dai neonati ai vecchi, ne è prigioniero e subisce le torture psicologiche, le cosiddette "operazioni di pulizia". Lo stress psicotraumatico di ogni giorno porta via la vita a decine, anche a centinaia di persone, morte per infarto o per trauma cerebrale. La mancanza di qualsiasi assistenza medica moltiplica il numero delle vittime. I medici non hanno la minima possibilità di fornire gli anestetici alle vittime dei caotici bombardamenti.
Negli ultimi due anni in Cecenia non sono state importate medicine psicotrope che possono aiutare i pazienti con disturbi psicologici post-traumatici. I miei numerosi appelli all'ONU, all'Unione Europea e ai dirigenti delle associazioni umanitarie non hanno dato alcun risultato, visto il divieto della Russia di importare queste medicine in Cecenia. La logica delle autorità russe è fin troppo chiara: a cosa serve l'assistenza medica in caso di genocidio?
LE TORTURE FISICHE
Mi limiterò alla descrizione delle torture più tipiche, usate in tutti i campi di concentramento.
1. La tortura con la corrente elettrica
L'hanno sperimentata quasi tutti i detenuti. Gli elettrodi vengono attaccati alle parti più sensibili (i genitali, il naso, la nuca, le ascelle). Ci sono testimonianze di torture in cui viene colpito solo un organo (ad esempio, la prostata). All'inizio io, un medico, non ci volevo credere. In seguito ho visitato i pazienti che avevano subito queste torture. Secondo le testimonianze, un elettrodo viene introdotto nel retto, un altro attaccato ai genitali. La corrente elettrica provoca un forte dolore al basso ventre. Inoltre, queste torture causano un duraturo disturbo della minzione; i dolori permanenti al perineo e alla schiena. L'esame medico rivela la distruzione della prostata. Secondo me, solo un medico esperto poteva inventare questo metodo, il che vuol dire che questa tortura non può che "provenire" da un laboratorio.
2. "La rondine"
È tra le torture più "popolari". Al prigioniero legano i piedi e le mani alla schiena. Dopo di che il prigioniero viene appeso con la testa in basso, per ore. Ciò causa un forte, insopportabile dolore agli arti; la vittima continua a provare il dolore per tanto tempo, come se fosse stato torturato il giorno prima.
3. "La maschera antigas"
Il prigioniero viene messo seduto su una sedia, attaccata al pavimento con i chiodi. Sotto la sedia gli legano le mani e i piedi con delle manette. Gli mettono la maschera antigas e ne chiudono il tubo respiratorio. Il prigioniero soffoca per mancanza d'ossigeno. Istintivamente cerca di liberarsi, spesso causandosi gravi lesioni. Non sente più il dolore. Sente una forte pressione sulla testa, come se gli occhi uscissero dalle orbite. A poco a poco le voci dei boia che gli consigliano di "respirare profondamente", il loro riso, si allontanano. Sente di volare in un abisso buio. Segue un risveglio lento e pesante. Dei rumori incerti che diventano parole. Il primo pensiero: "Dove sono ferito, cosa è successo ai miei colleghi?" A poco a poco comincia a rendersi conto che è appena morto, che è stato nel mondo dell'aldilà ed è resuscitato. Non gliene importa niente della sua vita. Non prova né paura né gioia per essere sopravvissuto. È quello che sente il prigioniero quando la tortura è appena finita. Passa un po' di tempo e la vittima comincia ad aver paura che la tortura si possa ripetere. Comincia a pensare: una volta ce l'ho fatta, ma un'altra, forse, no.
4. "L'alimentazione"
Per alcuni giorni le vittime rimangono senza acqua e cibo. Poi, indebolite dalle torture e dalla fame, i torturatori spaccano loro le lingue, fino a farle sanguinare. Picchiandole con i bastoni, i boia costringono le vittime a mangiare roba calda e salata. I prigionieri, che urlano di dolore, mangiano questa roba facendo godere i sadici che li osservano.
5. "Le zanne del lupo"
Il prigioniero viene legato a una sedia. In bocca gli mettono un pezzo di legno, a mo' di freno, e gli segano i denti con un lima, spiegando alla vittima che stanno segando le sue "zanne da lupo".
6. "La tavola rotonda"
I prigionieri in manette sono messi seduti uno di fronte all'altro a un tavolo di legno. Ai prigionieri tirano fuori la lingua e la inchiodano al tavolo. Tutto il lager si riunisce per godere questo spettacolo chiamato "la tavola rotonda cecena".
LE TORTURE MIRANTI A DANNEGGIARE LA FUNZIONE RIPRODUTTIVA
Vi sono molte testimonianze in proposito; per i ceceni, vista la loro educazione, questa tortura è la più tremenda. Ci sono testimonianze delle torture con la corrente elettrica che colpisce i genitali maschili e delle lesioni miranti a privare l'uomo della sua funzione riproduttiva.
Ci sono, inoltre, le torture di massa dello stesso genere.
Vi racconto solo una testimonianza. Siamo in inverno, a Chernokozovo. Una camera con il pavimento in cemento, coperto da un grosso strato di ghiaccio. I giovani, nudi, sono accompagnati nella camera; con i bastoni li fanno sedere per terra. La tortura dura più ore. La tortura e la mancata assistenza medica fanno sì che i processi infiammatori del bacino diventino irreversibili. I giovani restano invalidi per la vita.
Inoltre, ci sono testimonianze del degrado morale degli occupanti; le torture della popolazione civile, per esempio, quando si violentano le donne in pubblico...
I metodi delle torture individuali sperimentate sui prigionieri dei campi putiniani sono numerosi. Ho cercato di descrivere le torture più frequenti. Sono profondamente convinto che queste torture non sono il risultato della pazzia di singoli sadici, ma nascono nei laboratori dei servizi segreti russi.
Inoltre, ci sono testimonianze delle torture più pesanti: ai detenuti rompono le ossa, tagliano le dita o gli arti, rompono la spina dorsale, cavano gli occhi, tagliano la pancia e tirano fuori le budella, tagliano la lingua, gli orecchi e i genitali, li picchiano danneggiando gravemente il fegato, la milza e i reni...
Per me che sono un medico la cosa più terrificante è che in queste torture partecipano i medici militari russi. Numerose sono le testimonianze delle manipolazioni mediche nelle torture, nelle lesioni e nei massacri dei prigionieri.
Le torture più terribili, nel corso delle quali - o dopo le quali - il detenuto viene ammazzato, vengono chiamate "mortali" dagli stessi occupanti russi. Queste torture o, meglio, esecuzioni, sono destinate a chi, secondo il gruppo dei sadici, non deve vivere.
Oltre alle testimonianze dei detenuti e della popolazione civile, abbiamo a disposizione delle informazioni e dei documenti che raccontano dei cadaveri con le tracce delle torture "mortali": i boia buttano via i corpi alla periferia dei villaggi e nelle fosse comuni.
Circolano voci che alcuni organi dei detenuti vengono esportati e venduti. Come chirurgo che conosce bene la tecnologia del trapianto, stento a crederci. Non dubito, però, che gli attuali leader russi lo potrebbero fare, ma mi sembra tecnicamente difficile, almeno nel territorio ceceno. Ma chi lo sa? In Cecenia gli occupanti fanno di tutto.
Conosciamo, inoltre, i casi in cui sui detenuti si sperimentano sostanze velenose. Dopo si fa l'autopsia dei cadaveri e gli organi interni vengono studiati in laboratorio. Ci sono motivi per credere che nel Caucaso del Nord si usano i laboratori degli Istituti di medicina del Dagestan e dell'Ossezia del Nord. Quando ero negli Stati Uniti ho avuto occasione di parlarne con un noto esperto, Ken Alibek. Il dottor Alibek diceva che in Unione Sovietica le armi chimiche e batteriologiche venivano sperimentate dal Ministero della Sanità nei manicomi; sarebbe ingenuo credere che i russi non lo facciano anche con i prigionieri ceceni. Il dottor Alibek, insieme ad altri esperti americani, è arrivato alla conclusione che le truppe russe hanno sperimentato in Cecenia, sulla popolazione civile, le armi batteriologiche e le armi chimiche.
Non c'è dubbio che con l'arrivo di Putin in Russia stia
per nascere una forma di neofascismo. La storia della nascita del
fascismo in Germania negli anni '30 dimostra che l'Occidente
stava a osservare tranquillamente questo processo, anzi, a volte
lo aiutava economicamente "per avere una Germania stabile e
amichevole". Si sa bene come è andata a finire quella
volta. Purtroppo la storia si ripete. L'America e l'Europa
plaudono il nuovo Führer, l'innovatore dei campi di
concentramento, come una volta negli anni '30.
(*) Dottor Umar Khanbiev, Ministro della Sanità della Repubblica Cecena d'Ichkeria
www.radicalparty.org,
in Diritto & Libertà, 4° numero, ottobre/dicembre
2001.
(paragrafi riguardanti la Cecenia) Il Parlamento europeo, ... 17. sottolinea l'esigenza di un'immediata soluzione politica del conflitto in Cecenia e insiste sul fatto che chiunque, da entrambe le parti, sospettato di aver violato i diritti dell'uomo deve essere immediatamente consegnato alla giustizia; 18. deplora che le nuove regole che disciplinano il comportamento delle truppe durante le operazioni di epurazione in Cecenia non abbiano permesso di evitare casi di violazione dei diritti dell'uomo da parte delle forze russe; 19. sollecita il Consiglio e la Commissione a considerare la questione cecena come un punto a parte e prioritario dell'ordine del giorno e ad invitare nuovamente le autorità russe a riprendere i negoziati con tutte le parti in causa, inclusi i rappresentanti del governo Maskhadov, rendendo nota la disponibilità dell'UE a fare da mediatore; ... |