In: Home > DOSSIER > Paesi Baschi. GARA, oltre la "continuità ideologica"
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Giovanni Giacopuzzi
Bolzano, 17 maggio 2021
Egin, prima edizione, 29 settembre 1977.
La notizia: pochi giorni fa la direzione del quotidiano basco
GARA ha annunciato di aver saldato il debito con la Previdenza
Sociale che ammontava a 3 milioni di euro. La somma era il
risultato di un accordo sottoscritto nel 2019 tra il quotidiano
basco e la Previdenza Sociale che riduceva il debito dai 4
milioni e 700 mila iniziali. Una notizia che già di per se
è significativa, vista la crisi endemica che il settore
della carta stampata sta registrando in questi anni. Ma il caso
GARA assume un significato unico in Europa per diversi motivi. Il
primo. Il debito contratto non era scaturito dalla gestione di
questo quotidiano, nato nel 1999, ma del quotidiano basco EGIN
chiuso, manu militari, il 15 luglio 1998 su ordine del giudice
della Audiencia Nacional, Baltazar Garzon, nell'ambito
dell'inchiesta sul cosiddetto "entorno de ETA", le associazioni,
organismi, mezzi d'informazione, forze politiche considerate
"agli ordini" della organizzazione armata basca ETA.
La chiusura del quotidiano EGIN, dal dopoguerra rimane un caso
unico in Europa. Una decisione che verrà poi annullata nel
2009 da una sentenza del Tribunal Supremo spagnolo quando ormai
la sede del quotidiano nel poligono industriale di Hernani era
avvolta dagli arbusti e nei locali la polvere copriva gli effetti
dell'irruzione degli uomini delle forze delle ordine spagnole di
quel 15 luglio di 23 anni fa. Non venne annullato, invece, il
debito contratto da EGIN con la Previdenza Sociale, che
ricadrà con la formula della "continuità
ideologica" sul quotidiano GARA, nato nel gennaio 1999 dopo una
campagna di azionariato popolare alla quale aderirono più
di diecimila persone.
In Spagna a metà degli anni 70, la fine del regime
franchista lascia il posto alla monarchia parlamentare, alla
legalizzazione dei partiti e a una apertura anche nel mondo
dell'editoria. Nascono nuovi quotidiani e settimanali, tra questi
El Pais (1977) che diverrà il principale quotidiano
spagnolo e il settimanale Cambio 16. Sull'onda dell'apertura
anche i quotidiani storici ridefiniranno le loro linee editoriali
dopo gli anni di censura franchista come ABC (1905) il giornale
monarchico conservatore e giornali delle comunità
storiche, la Vanguardia (1881) in Catalunya, El Correo (1938) e
El Diario Vasco (1934) del Grupo Vocento nella Comunità
Autonoma Basca e El Diario de Navarra (1903), nella Comunidad
Foral Navarra.
Nel Paese basco il fermento politico e l'ampia contestazione
sociale al processo di riforma politica (il processo
istituzionale che porterà al passaggio dal sistema
franchista a quello della monarchia parlamentare) si manifesta
nella nascita di diversi gruppi politici e l'emergere del
sottobosco associativo culturale definito "la società del
silenzio" durante la dittatura franchista. La presenza di ETA
condiziona in diverso modo l'evoluzione del sistema politico
scaturito dalla riforma politica. Anche nel mondo dell'editoria.
La dialettica politico culturale dà luogo alla nascita di
diversi mezzi d'informazione. Il quotidiano DEIA nasce nel 1977
divenendo fino ai nostri giorni espressione dell'area politica
culturale di riferimento del PNV (1898) il partito egemone della
Comunità Autonoma Basca. Sempre nel 1977 anche la sinistra
basca dà vita a diverse pubblicazioni periodiche in lingua
euskara, proibita durante il franchismo, e in spagnolo e francese
come ERE, o Punto y Hora. Nel settembre 1977 le due correnti
principali della sinistra basca, autonomista e indipendentista,
danno vita ad un nuovo quotidiano EGIN (fare).
Egin, ultima edizione, 15 luglio 1998.
La partecipazione popolare alla nascita e al mantenimento di
EGIN porterà il quotidiano ad essere un punto di
riferimento ineludibile per avere chiavi di lettura di quella
parte della società basca che contesta il sistema
politico. Le notizie di cronaca politica, del conflitto violento,
che quotidianamente condizionano la vita sociale basca, sono
accompagnate da inserti settimanali su ecologia, il primo in
Spagna, musica, cultura; con una sezione internazionale che si
avvale di collaborazioni da diverse parti del mondo. Questioni di
genere, sessualità, cultura giovanile, sono temi che
definiscono lo stile caratteristico del quotidiano. La sezione
sportiva, l'edizione del lunedì era la più venduta,
farà dire allo scrittore colombiano Julio de Cortazar:
"Felipe Gonzales e Alfonso Guerra mi hanno mentito! Egin scrive
anche di ciclismo". Un quotidiano che apriva la prima pagina con
titoli come "Trasferimento dei prigionieri baschi nel carcere di
Soria" oppure "Tutto il Paese basco festeggia la vittoria del
Real", la vittoria della Real Sociedad nel campionato di calcio
spagnolo.
Egin arriverà a vendere 30 mila copie al giorno con il
più alto indice di lettori per copia di tutta la Spagna.
Come ricorderà il suo ultimo direttore Javier Salutregi,
Egin si rese protagonista di alcune iniziative come la
pubblicazione del "Diario Rojo del cole" un testo su una riforma
radicale della scuola che portò al sequestro
dell'edizione. La sede di Egin aveva anche un grande archivio dei
principali quotidiani e settimanali spagnoli e baschi, un
strumento importante di conoscenza in un'epoca dove non esisteva
ancora l'informatizzazione. Insomma, una esperienza unica che
pare avesse portato il Dipartimento di Stato statunitense a
definirlo come "il miglior quotidiano rivoluzionario del
mondo".
Egin era meta di visite quotidiane nella sua sede di Hernani da
parte di studenti, consigli di fabbrica, singole persone che
rendevano il quotidiano una esperienza viva e molto radicata. Una
impresa che dava lavoro a circa 200 persone e una rete di
collaboratori e collaboratrici sparsi su tutta la geografia del
Paese basco.
Ma ciò che lo manteneva costantemente sotto il mirino del
governo e della magistratura spagnola era l'esistenza di ETA e
delle sue azioni violente. EGIN pubblicava le notizie degli
attentati e delle loro conseguenze e i comunicati di ETA. Diversi
processi vedranno sul banco degli imputati i direttori del
quotidiano anche se non ci sarà mai una condanna nei loro
confronti. Nonostante la legge sull'editoria spagnola prevedeva
un contributo pubblico ai mezzi d'informazione e la
pubblicità istituzionale questi non vennero mai concessi
dal Governo spagnolo anche se diverse sentenze dei tribunali
diedero ragione al quotidiano basco. Il persistere della violenza
armata di ETA che provoca decine di vittime e la repressione,
arresti, torture, gruppi paramilitari, accentua la pressione su
EGIN da parte della autorità spagnole ma anche di quelle
autonome basche.
Nel 1992, un restyling del quotidiano porta ad un aumento delle
pagine (100), la prima pagina a colori, la comparsa
dell'editoriale e nuove sezioni come l'hemeroteca che riporta
estratti degli articoli di altri quotidiani spagnoli e baschi e
l'equipo de investigacion guidato dal giornalista gallego Pepe
Rei che svelerà casi di corruzione, narcotraffico, guerra
sporca. Un lavoro di indagine che sarà interrotto da una
operazione della polizia autonoma basca nella sede del giornale
ed al sequestro di gran parte dei documenti del equipo de
investigacion. Pepe Rei subirà un processo per
collaborazione con banda armata dal quale verrà
assolto.
Nel 1997 dopo la catarsi sociale e politica scaturita
dall'esecuzione da parte dell'ETA del consigliere comunale di
Ermua del Partido Popular Miguel Angel Blanco, lo scontro
politico si radicalizza. Il governo spagnolo di Aznar e gli
apparati dello stato e dei mass media allargano al nazionalismo
autonomista l'attacco politico. La deriva sempre più
settaria del conflitto porta ad un accordo tra le principali
forze politiche sindacali e sociali basche - Accordo di
Lizarra-Garazi - al fine di porre fine alla violenza di ETA ed
all'inizio di un processo che porti ad una ridefinizione dei
rapporti tra Stato spagnolo e società basca basati sul
riconoscimento del paese basco come "ambito di decisione".
PSE-PSN (partito socialista basco e navarro) e il PP basco e UPN
navarro (la destra spagnola basco-navarra) ostacoleranno questa
iniziativa e a Madrid, la prima che vede assieme forze politiche
autonomiste e indipendentiste, questa iniziativa provoca una
reazione.
Il 14 luglio 1998 duecento agenti della polizia spagnola danno
esecuzione all'ordinanza del giudice Baltazar Garzon che ordina
la chiusura del quotidiano e di tutte le sue sedi distaccate. Il
presidente Aznar in modo esplicito affermerà "pensavate
forse che non ci saremmo azzardati a farlo?" In Spagna poche voci
si alzano contro questo attacco alla libertà d'espressione
come quella di Luis Anson, noto giornalista della destra
spagnola, che definisce la chiusura di Egin, "un attacco alla
libertà d'espressione perché chi delinque è
il giornalista mai un mezzo d'informazione". Nel Paese basco la
reazione è in gran parte opposta. I lavoratori e
lavoratrici di EGIN, le migliaia di sostenitori, ma anche
semplici cittadini, protestano con una manifestazione a cui
partecipano decine di miglia persone ma anche con una iniziativa
concreta che porterà due giorni dopo all'uscita di un
nuovo quotidiano "Euskadi Information", una vecchia testata che
nasce negli anni settanta nel paese basco francese. Nel gennaio
del 1999, dopo una campagna di promozione per un azionariato
popolare (circa 600 euro ognuna) che raccoglie 10 mila soci,
nasce il nuovo quotidiano GARA (Siamo) (Siamo, perché
siamo stati, Siamo perché saremo).
Vedi anche in gfbv.it:
www.gfbv.it/3dossier/eu-min/gara1.html |
www.gfbv.it/3dossier/eu-min/egunk-it.html |
www.gfbv.it/3dossier/eu-min/eta-it.html
* www: www.naiz.eus/hemeroteca/gara
| www.minority-safepack.eu