Bolzano, agosto 2000
INDICE
1. I voli radenti e il Cermis
2. Le responsabilità italiane
3. Le responsabilità del Governo canadese
(Carta)
4. Gli Innu
5. Indicazioni bibliografiche
1. I voli radenti e il Cermis [ su ]
L'Italia s'indignò, e il mondo rimase desolato, per la tragedia del febbraio 1998, quando un aereo militare americano in esercitazione a bassa quota tagliò i cavi della funivia del Cermis facendo precipitare verso la morte tutti e venti gli sciatori. Il Presidente del Consiglio Prodi lo chiamò "un atto di tragica incoscienza".
L'indignazione tornò quando, l'anno dopo, un tribunale militare americano assolse il pilota. Ci furono violente proteste in tutta Europa: contro le esercitazioni in generale, e contro la maniera in cui gli Stati Uniti avevano risolto la questione in particolare. Come risultato, l'Italia decise di sospendere le esercitazioni a bassa quota sul proprio territorio. Questo senso d'indignazione per le tragedie del prossimo manca però nei confronti delle sofferenze degli indiani Innu del Labrador, causate dalle manovre a bassa quota condotte regolarmente nei loro territori.
2. Le responsabilità italiane [ su ]
L'affitto dello spazio aereo per gli addestramenti a bassa quota rappresenta una buona parte della contribuzione del Canada alla NATO, e procura a questo Stato un notevole reddito. Questa soluzione è molto conveniente per tutti i paesi partecipanti alla NATO. Nel sito web della base di Goose Bay questo fatto è chiaro: "[le operazioni militari generano] quasi 100 milioni di dollari in spese annue nella forma di stipendi, operazioni e costi di manutenzione. Le forze armate straniere partecipanti alle manovre ne contribuiscono la parte maggiore secondo un sistema di uso a pagamento associato con gli addestramenti." Nel 1999 l'Italia e quattro altri paesi hanno iniziato un periodo d'addestramento della durata di 10 anni.
Nel giugno '99 il popolo Innu avvertì il Governo
italiano delle dispute legali sul Labrador fra la Nazione Innu e
Canada. Il Governo Italiano, come del resto tutti i paesi NATO,
ha scelto di ignorare il problema. Le controversie sono
minimizzate nelle posizioni ufficiali della NATO. La posizione
dell'Unione Europea è che le dispute non rientrano nella
sua giurisdizione. Nella sessione libera (domanda e risposta) del
Parlamento Europeo del 4 agosto 1996, Magda Alveolet chiese: "Le
esercitazioni a bassa quota causano inquinamento acustico ed
atmosferico, e rappresentano un pericolo serio per il modo di
vita di questo popolo indigeno. La Commissione ha mai considerato
questo problema, e ha esplorato soluzioni alternative ai voli sui
loro territori?" Sir Leon Brittan, Vice Presidente della
Commissione, rispose: "La Commissione non è competente in
questa materia. Rimane nella giurisdizione delle autorità
nazionali che vi sono coinvolte".
Solo tre anni prima, nel 1993, quando le Nazioni Unite avevano
proclamato "Decennio dei popoli indigeni" il decennio 1993-2003,
il Parlamento Europeo aveva entusiasticamente sottoscritto la
seguente dichiarazione. Hiltrud Breyer del Parlamento Europeo
disse nel 1993: "Il parlamento Europeo ha approvato diverse
risoluzioni, esprimendo l'interesse per la causa dei popoli
indigeni. Spero che raddoppieranno gli sforzi per la difesa dei
loro diritti umani". Queste parole incoraggianti non sono state
seguite da azioni che le confermassero.
3. Le responsabilità del Governo canadese [ su ]
Al contrario, sia la Nato che il
Canada minimizzano l'impatto dei voli a bassa quota sui territori
Innu. Sia la NATO che il governo canadese hanno incoraggiato
studi che tendono a provare che voli a bassa quota non hanno
effetti negativi sull'ambiente. "I voli a bassa quota non hanno
evidenti effetti negativi, dichiara il direttore della ricerca."
Questo era il titolo di un articolo di Cliff Wells pubblicato nel
The Labradorian il 28 febbraio 2000. Well specificò che
gli studi non erano completi, ma "anche se la giuria non ha dato
il verdetto, non c'è alcuna indicazione che i voli a bassa
quota causino danni ecologici."
L'evidenza dimostrata in Labrador e in altri luoghi suggerisce,
invece, che i danni ecologici ed umani causati da voli a bassa
quota sono pesanti. Una delle esponenti Innu, Elizabeth Penashue,
descrisse la terrorizzante esperienza durante una Riunione della
Pace a McGill University nel 1994. Il rumore enorme, violento,
che viene da non si sa dove, paralizza la gente, la disorienta,
terrorizza bambini e donne incinte. Le persone anziane si sentono
come se il loro cuore si fermasse. Mary Wadden descrive
l'esperienza nel libro "Nitassinan". "Improvvisamente fui colpita
da un incredibile violento rumore, la tenda tremò, crollai
al suolo, le orecchie mi suonavano, il cuore dolorosamente
impazzito ...".
Tutto questo è ammesso dalle autorità europee. Roland Fournes, Console Generale tedesco a Toronto, riconobbe l'impatto dei voli durante una discussione con rappresentanti Innu nel 1992, dicendo che aveva subito la orrenda esperienza personalmente in Germania. "Ti si ferma il cuore! Ma il Canada è talmente più grande della Germania..." Con questo commento, i voli a bassa quota continuano.
Anche le conseguenze sulla vita animale sono pesanti. Nel libro di Lawrence Millman del 1990 intitolato "Last Places", cacciatori Innu descrivono i fumi dei combustibili degli aerei che coprono le acque dei laghi e avvelenano il pesce, e l'insopportabile rumore che terrorizza gli uccelli acquatici, che abbandonano i nidi e le uova. Le volpi sono così impaurite che divorano i propri piccoli. Questi risultati sono corroborati da altre prove. In un articolo pubblicato nel 1990 nell'Ottawa Citizen, la giornalista Janis Hass scrive che "l'anno passato (1989), il Dipartimento della Difesa Nazionale ha dovuto rimborsare a vari proprietari la somma complessiva di $145.000 per danni causati da voli a bassa quota. Un rimborso di $ 45.000 fu pagato al proprietario di un allevamento di volpi situato a Chatam, nel New Brunswick. Secondo l'allevatore, il volo di un jet CF5 durante una missione di addestramento spaventò le volpi in maniera talmente grave che le madri divorarono i loro neonati e le volpi incinte abortirono i feti." Evidentemente il governo canadese è disposto a proteggere i diritti dei suoi allevatori, ma quando si tratta di gruppi etnici minacciati, il governo del Canada crede di poter seguire standard molto differenti.
La posizione del Canada al riguardo è dichiarata con parole ben scelte: La pagina web della base di Goose Bay dichiara che "Non esistono insediamenti aborigeni nell'area di addestramento, anche se persone sole o a gruppi possono muoversi o accamparsi in certe località durante diversi periodi dell'anno". Questo è tecnicamente vero, particolarmente se si considera la prassi del governo canadese di confinare gli Innu in villaggi permanenti. Ma forse dovremmo estendere il termine "insediamenti" all'intero territorio che gli Innu considerano essenziale alla loro vita spirituale, dove hanno sempre vissuto come cacciatori, e hanno condotto quelle cerimonie dalle quali derivano la loro identità culturale. Ma Primi Popoli che non si stabiliscono in un insediamento permanente tendono a diventare invisibili nei confronti dei governi nazionali, particolarmente quando sono in gioco interessi economici e politici.
4. Gli Innu [ su ]
Gli Innu sono un popolo autoctono con lingua e costumi propri, e sono considerati canadesi solo perché il Canada ha unilateralmente esteso il proprio controllo sul loro territorio. Fino a cinquant'anni fa il Labrador era considerato parte della Terranova Inglese. L'appropriazione dei territori Innu iniziò quando, nel 1949, Terranova fu annessa dal Canada. Gli Innu furono trattati in maniera simile a quella subita dagli Indiani americani un secolo prima. Il loro dramma rimase ignorato fino a quando una serie di tragedie portò la loro situazione all'attenzione del mondo.
Prima del 1949, questo popolo si muoveva in libertà seguendo le mandrie di caribù nei propri territori. Nel 1949 questo popolo seminomade venne reinsediato in una riserva su di un'isola, privato di ogni controllo sulla propria esistenza e forzato a vivere in condizioni disumane, in abitazioni prive di qualsiasi servizio igienico. Poi, quando lo scandalo di Davis Inlet fu portato all'attenzione pubblica, le loro pietose condizioni sconvolsero il Canada. Nel 1993 un gruppo di bambini perirono bruciati nel loro tugurio in fiamme. Ma le condizioni imposte a questo popolo erano ugualmente orrende in altri villaggi. I bambini erano messi in scuole dove venivano malmenati se parlavano la propria lingua. Molti furono molestati sessualmente. Solo i non-Innu (preti, insegnanti e infermiere) avevano case con fogne e acqua corrente. Dappertutto i risultati furono catastrofici. La durissima disciplina subita dalle mani dei preti e degli insegnanti, la disintegrazione dell'economia basata sulla caccia e la conseguente dipendenza dall'assistenza pubblica, la dipendenza da una autorità straniera e anche a un Dio straniero, ebbero come risultato l'alcolismo, la violenza domestica ed il tasso di suicidio più alto del mondo.
Ma il risultato voluto dal Canada, l'assimilazione degli Innu nella società canadese, anche se al livello più basso, non si realizzò. Nonostante le lunghe sofferenze, gli Innu hanno mantenuto una chiara visione di chi sono, e questo orgoglio della loro cultura è stato il più importante strumento nella loro lotta per la sopravvivenza. Molti aspetti del modo di vivere occidentale non coincidono con il modo di vivere tradizionale degli Innu. Anche la disputa sui Territori in Labrador è contraddittoria, come ha detto un Capo Innu: "Dovrebbe essere il Canada a presentarci una petizione sui territori Innu".
La tradizionale filosofia Innu permette a tutti l'uso della terra, ma non la sua appropriazione. Ma il Canada, appropriandosi dei territori Innu in Labrador ha cercato di appropriarsi anche della loro stessa identità. Confinati per la maggioranza dell'anno in squallidi insediamenti, gli Innu possono ritrovare la loro identità solo nelle loro terre, dove possono praticare la loro vita tradizionale. Ma anche lì sono sottoposti a manovre intrusive e distruttive con effetti disastrosi.
I loro sforzi di difendere la propria terra e cultura sono stati notevolmente pacifici e entro i limiti della legge. La loro lunga battaglia legale è basata sulle premesse che Canada non ha diritti legali su Nitassinan (il nome Innu per Labrador). Elizabeth Penashue racconta dei suoi sforzi di fermare i voli: "Quando andiamo alla base, anche se siamo vicini ai jet, nessuno va a danneggiarli. Non lo facciamo mai. Diciamo ai bambini di non toccare niente, non rompere niente, non essere scortesi."
Ma la polizia militare canadese è stata meno che delicata nel comportamento verso i manifestanti. Quando Elizabeth e gli altri alzarono le tende nelle piste di atterraggio, la polizia trascinò fuori la gente e abbatté le tende senza pensare a cosa stava dentro. Più tardi durante una retata al campo, le madri furono trascinate fuori delle tende prima di aver tempo di vestire i bambini. Molte vennero separate dai figli e imprigionate.
Esiste un'estrema necessità di obbligare il Canada a rispettare le leggi internazionali per la protezione di Primi Popoli. Nonostante le controversie, lo sviluppo industriale continua durante i negoziati perché "priverebbe gli Innu di significativi guadagni" L'assunto è che solo insediamenti permanenti e industrializzazione, le scelte favorite dal Canada, sono le scelte adatte. E queste scelte sono in favore degli interessi del Canada. I risultati dopo 50 anni di questo tipo di trattamento, come gli orrori di Davis Inlet, vengono ignorati. Questa indifferenza per le sofferenze di un gruppo indigeno è rispecchiata nell'indifferenza che il Primo Ministro del Canada ed il premier di Terranova hanno manifestato di fronte alle proteste pubbliche causate da un articolo, intitolato "Il Tibet del Canada ". Non risposero a nessuna delle migliaia di lettere ricevute.
Generalmente, il governo Canadese sembra avere scarso interesse per i problemi dei suoi popoli indigeni: Il ministro di Affari Indiani, Robert Nault, prese parte a una riunione con rappresentanti Innu ritenendoli Inuit. Il Canada è disposto a offrire a questo popolo solo i livelli sociali più bassi, offrendo poco o niente in cambio di ciò che domanda. Gli Innu sono pronti a partecipare ai negoziati, se possono entrarvi come nazione indipendente Innu, e non come derelitti cittadini canadesi. Alcuni sono disposti a permettere limitati e controllati voli a bassa quota, purché siano realizzati studi complessivi sugli effetti ecologici. Gli Innu cercano il riconoscimento ufficiale del proprio diritto di "avere una voce negli affari della loro terra".
Notizie parziali della tragedia italiana raggiunsero gli Innu.
Elizabeth Penashue disse: "non so dov'è questo posto, ma
lì la gente non voleva i voli a bassa quota e il governo
li ha fatti cessare. La gente ha lottato solo per due anni (erano
bianchi). Noi stiamo lottando da dieci anni e non otteniamo
niente"
Venti persone sono morte in un tragico, inutile incidente e il
mondo ha gridato. Gli Innu del Labrador continuano a morire e a
soffrire, la loro vita e la loro identità è rubata
ogni volta che un jet tuona sopra di loro. Quando il mondo
s'indignerà anche per gli Innu?
Ringraziamenti a Kalpana Das e Robert Vachon dell'Institut interculturel de Montreal, e a Gerry Pascal e Jacques Buchet del Centre de Ressources sur la non-violence, per il loro incoraggiamento e la gentilissima ospitalità.
Lucia Clark, Cultural Survival Quarterly
5. Indicazioni bibliografiche [
su ]
- Brody, H. & Markham, N.
(1991) Hunters and Bombers. (Video)
- Wadden, M. (1991). Nitassinan: The Innu
Struggle to Reclaim their Homeland. Douglas & McIntyre.
- Sito dei Nativi americani: www.native-net.org
- Sito della Nazione Innu:www.innu.ca
- Sito della Base di Addestramento per Soldati
Stranieri di Goose Bay:www.airtraining.forces.gc.ca/goosebay/home_e.asp
- Comunicati stampa della BBC sulla tragedia
del Cermis: news.bbc.co.uk/1/hi/world/53428.stm
- Impatto ambientale dei voli radenti:
www.ploughshares.ca/libraries/Briefings/brf953.html
- Sito ufficiale della NATO: www.nato.int
- Sito di Cultural Survival: www.cs.org