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Bolzano, Göttingen, 15 gennaio 2013
Profughi maliani nel campo di Goudebou in Burkina Faso. Foto: EC/ECHO/Anouk Delafortrie.
Secondo l'Associazione per i Popoli Minacciati (APM), la
ritirata delle milizie radical-islamiche da diverse grandi
città del Mali settentrionale tra cui Gao e Timbiktu
renderà più difficile l'individuazione e la
persecuzione dei miliziani che conoscono perfettamente la
regione. Le montagne e le grotte offrono un rifugio sicuro e sono
difficilmente attaccabili dagli aerei da combattimento francesi.
Questa svolta nella guerra nel deserto del Mali rende ancora
più difficile la missione europea di addestramento
dell'esercito del paese africano visto che a questo punto le
forze militari maliane avranno un ruolo determinante nella
persecuzione dei miliziani radical-islamici. La missione europea
dovrebbe partire in febbraio 2013.
L'APM però ha grandi dubbi circa il possibile successo
della missione europea e non crede che le forze militari del Mali
possano sostenere una guerra nel deserto. Già nel 2005 il
tentativo degli USA di addestrare l'esercito del Mali per cinque
anni nella guerra antiterrorismo è fallito miseramente. La
maggior parte dei soldati del Mali addestrati dagli USA infatti
erano passati dalla parte dei ribelli portandosi dietro armi e
attrezzature. Nel 2012 il comandante Amadou Sanogo, addestrato
direttamente negli USA, si è rivelato essere una delle
figure più tragiche degli ultimi avvenimenti. Il suo golpe
militare del marzo 2012 ha infatti permesso un'importante
avanzata delle milizie radical-islamiche mentre in dicembre dello
stesso anno ha arrestato il premier Cheikh Modibo Diarra
obbligandolo così alle dimissioni.
L'Europa deve trarre i suoi insegnamenti dalle catastrofiche
esperienze statunitensi se vuole che la propria missione abbia
successo. Nonostante gli Stati Uniti abbiano speso a partire dal
2005 più di 500 milioni di dollari per addestrare gli
eserciti dell'Africa Occidentale nella lotta al terrorismo, non
sono stati capaci né di prevedere il golpe militare in
Mali del marzo 2012 né sono riusciti ad evitare l'avanzata
delle milizie islamiche radicali. L'APM chiede con forza maggiore
trasparenza circa la missione europea, che, se portata avanti
senza alcuna strategia a lungo termine, risulterà essere
una semplice missione di facciata che non porterà alcuna
stabilità nella regione.
Vedi anche in gfbv.it:
www.gfbv.it/2c-stampa/2013/130114it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/2013/130111it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/2012/121115it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2012/121107it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2012/120322it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2012/120319it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2012/120306it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2012/120211it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2012/120206it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2012/120203it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2012/120120it.html
| www.gfbv.it/3dossier/ind-voelker/sud2010-it.html#r13
| www.gfbv.it/3dossier/masiri/masiri.html
| www.gfbv.it/3dossier/popoli/pop1.html
in www: http://it.wikipedia.org/wiki/Mali
| http://it.wikipedia.org/wiki/Tuareg
| http://it.wikipedia.org/wiki/Niger