In: Home > News > Dopo il colpo di stato in Myanmar. Richiesta di sanzioni dell'UE contro i militari
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Bolzano, Göttingen, 2 febbraio 2021
Un campo profughi dei Rohingya in Bangladesh. Foto: EU/ECHO/Pierre Prakash via Flickr.
Dopo il colpo di stato in Myanmar, l'Associazione per i Popoli
Minacciati (APM) chiede sanzioni mirate dell'UE contro gli
interessi economici dei generali golpisti. Non l'intera
popolazione, ma i capi militari dovrebbero subire le conseguenze
del loro colpo di stato, ha dichiarato l'APM. I militari del
Myanmar hanno creato un impero economico in più di 50 anni
di governo. Le fabbriche di birra, le banche, le agenzie di
viaggio, gli alberghi, le compagnie di trasporto, i porti, le
compagnie del tabacco, le compagnie tessili, le agenzie
immobiliari e le compagnie che estraggono giada, rubini, zaffiri
e rame offrirebbero sufficienti opportunità di
sanzioni.
L'UE dovrebbe fermare tutti gli affari con le aziende controllate
dai militari e le loro filiali. Se i militari rinchiudono
arbitrariamente figure politiche democraticamente elette,
è inopportuno aumentare ulteriormente la ricchezza dei
generali di spicco accumulata con la corruzione e
l'appropriazione indebita. Questo perché il colpo di stato
riguarda anche gli interessi economici, che i militari temono
possa essere messo in discussione se il paese procedesse spedito
verso la democratizzazione.
Per esempio, il potente comandante in capo dell'esercito, il
generale Min Aung Hlaing, controlla due influenti holding
militari, la Myanmar Economic Corporation (MEC) e la Myanma
Economic Holdings Limited (MEHL). Dirige personalmente la MEHL ed
è uno dei suoi azionisti più importanti. Anche i
membri stretti della famiglia di Hlaing hanno fatto parecchi
soldi grazie alle sue connessioni. Suo figlio Aung Pyae Sone, per
esempio, controlla l'importazione di medicinali e tecnologia
medica. Possiede anche alberghi, ristoranti e una società
commerciale insieme a sua moglie. Se il Myanmar è ancora
uno dei paesi più poveri del mondo, la corruzione dei
generali e dei loro tirapiedi ne è la principale
responsabile.
Il generale ormai 64enne termina il suo mandato da comandante in
capo delle forze armate nel giugno 2021 e sta cercando vie
alternative per mantenere il proprio potere. Dato che ha poche
possibilità di essere eletto presidente con mezzi legali a
causa della sua bassa popolarità, sta tentando la via del
colpo di stato illegale.
Da anni l'APM avverte del pericolo rappresentato dal generale Min
Aung Hlaing. Per esempio, l'organizzazione per i diritti umani ha
protestato quando è stato accolto con gli onori militari a
Berlino nell'aprile 2017 su invito dell'ispettore generale delle
forze armate tedesche. All'epoca, il governo tedesco voleva
iniziare un dialogo con i militari del Myanmar per promuovere e
sostenere il percorso verso la democratizzazione. Era una
strategia destinata a fallire, poiché Hlaing aveva
già espulso con la forza i Rohingya nel 2016. Nell'estate
del 2017 infine è stato responsabile del genocidio di
questa minoranza.
Vedi anche in gfbv.it:
www.gfbv.it/2c-stampa/2021/210201it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/2020/201009it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2020/200909it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2018/181129it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2018/181016it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2017/171110it.html
| www.gfbv.it/3dossier/asia/burma/burma-1it.html
| www.gfbv.it/3dossier/asia/burma/birmania.html
| www.gfbv.it/3dossier/asia/burma/burma-shan-it.html
in www: www.un.org/apps/news/story.asp?NewsID=56103
|
www.ec.europa.eu/echo/files/aid/countries/factsheets/rohingya_en.pdf
| www.lifegate.it/persone/news/land-grabbing-myanmar