Di Karl Hinterwaldner
Il tempo stringe e la
scadenza del primo maggio si avvicina. Dopo questa data Cipro
farà parte dell'Unione Europea. Quest'isola del
Mediterraneo è però divisa da quando, nel 1974,
l'armata turca vi marciò dopo il colpo di stato dei
militari greci ciprioti della destra radicale. Da allora l'isola
è divisa ed è stata messa in atto una pulizia
etnica; al nord vivono i turchi ed a sud i greci ciprioti.
Nonostante il 23 aprile, dopo le dimostrazioni di massa, Rauf
Denktasch, il detentore del potere nella Cipro del nord abbia
parzialmente aperto le frontiere, la situazione potrebbe cambiare
con l'ingresso di Cipro nella UE.
In questo caso l'isola diverrebbe improvvisamente un immaginario
confine esterno dell'Unione. Immaginario, comunque, in quanto
Cipro del nord fino ad ora è riconosciuta solamente dalla
Turchia come stato, mentre per il resto del mondo vi è una
sola Cipro.
"Senza una soluzione del problema cipriota prima dell'entrata
nell'Unione Europea", spiega Dorothee Pilvas, del Forum-cipriota
tedesco, "le leggi della UE varrebbero solo nel sud mentre il
nord, occupato dai turchi, rimarrebbe staccato." In questo modo
l'isola sarebbe più lontana che mai dalla sperata
riunificazione. Serdar Atai non ci vuole nemmeno pensare.
Vorrebbe significare che le dimostrazioni che si sono tenute
nella parte turca della capitale divisa di Nikosia all'inizio di
quest'anno, sono state inutili?
"No, questo non può accadere", afferma risoluto il turco
cipriota Atai. Si deve trovare una soluzione al probelma prima
del 1. maggio.
Accademia estiva
Serdar Atai è uno dei sette turchi e dei cinque
greco-ciprioti, che hanno partecipato all'accademia estiva presso
l'Accademia Europea (Eurac) di Bolzano. Sul programma,
pomposamente intitolato "La UE allargata e le sue regioni", vi
era anche la questione di Cipro. Una questione che non esiste per
i dodici partecipanti. "Noi siamo tutti ciprioti", afferma la
loro Ambasciata.
É un segnale abbastanza chiaro che da quando sono state
aperte le frontiere, solamente nelle prime due settimane, 130.000
ciprioti hanno visitato la rispettiva altra parte
dell'isola.
Christoforos Fokaides era uno tra quelli che si era recato nel
nord per ritrovare la casa degli zii. "Quando entrammo" racconta
Fokaides, "i turco-ciprioti che abitavano lì dal tempo
della divisione, ci chiesero dove eravamo stati tutto quel tempo
e che erano tre giorni che ci aspettavano ed ogni giorno
preparavano il pranzo del benvenuto nonostante non ci
conoscessero neppure." La ricerca della casa che avevano dovuto
abbandonare dopo la marcia dei turchi finì in maniera meno
lieta visto che l'attuale proprietario, un immigrato turco, gli
proibì l'accesso.
Molti ciprioti temono le pretese che i loro concittadini
dell'altra parte dell'isola potrebbero avanzare sulle loro
vecchie proprietà. La paura non è infondata visto
che il piano di riunificazione di Cipro del segretario generale
delle Nazioni Unite, Kofi Annan, prevede che nessuno possegga
alcuna proprietà se non la ha pagata o ha lasciato un bene
di valore analogo nell'altra parte dell'isola. Da uno studio
dell'ONU in questa eventualità, nella sola Cipro del nord,
più di 15.000 persone dovrebbero abbandonare le proprie
abitazioni.
Non solamente per questo punto, Rauf Denktasch ha rifiutato il
Piano-Annan lo scorso dicembre. A Kopenhagen, sia i politici
turchi ciprioti che la controparte del sud, Glavkos Klerides,
avrebbero dovuto firmare l'ampio piano per la risoluzione del
conflitto cipriota. Ma le trattative andarono a monte.
Una convivenza pacifica
Ora la speranza è riposta sulle votazioni parlamentari a
Cipro nord che si terranno in dicembre, in cui i partiti
dell'opposizione, difensori della riunificazione e amici
dell'Unione Europea, potrebbero vincere. Ma questi sono in
litigio e Denktash ha ancora un asso nella manica: la sua
politica d'insediamento, che gli procura voti. "In media, a Cipro
nord, vivono più turchi della terraferma che turchi
ciprioti", si lamenta Atai, "per questo le votazioni saranno
deformate ed il loro risultato rimane sconosciuto."
Anche Leopold Maurer, il capo delegazione delle trattative per
Cipro, si mostra diffidente sull'entrata nell'Unione Europea. Un
nuovo governo si affermerebbe solo a fatica contro un presidente
come Denktash (vedi intervista). "Ma la cosa più tragica
è che le due società non riescono ad accordarsi sul
loro stesso futuro" si sfoga Maurer, uno dei rappresentanti di
spicco a Bolzano. Le popolazioni dell'isola sono solamente le
pedine del gioco dei politici che le manipolano a seconda degli
obiettivi delle rispettive patrie, Turchia e Grecia.
Il modello del Sudtirolo ha impressionato positivamente i dodici
ciprioti. "Prima di venire qui, non sapevamo praticamente nulla
su questa regione", ammette Christos Patsalides. "Ora vediamo che
esistono regioni in cui due popoli diversi possono vivere in
pace. A Cipro vorremmo un sistema simile." Realistico? In ogni
caso all'Eurac, assieme ad esperti internazionali, sono state
discusse numerose possibilità risolutive. Ora serve solo
metterle in pratica.
Di Emma Lantschner
Non tutti possono
esplorare l'isola di Cipro, perlomeno non liberamente. Mentre i
turisti godono ancora di una relativa libertà di movimento
quando si recano nel sud, ai greco-cirpioti nel sud ed ai
turco-ciprioti nel nord fino a poco tempo fa era proibito
visitare l'altra parte dell'isola. Dal 23 aprile le cose sono
però cambiate. Rauf Denktash, presidente della non
riconosciuta "Repubblica turca di Cipro nord", ha tolto questo
divieto e permesso ai suoi concittadini di viaggiare nel sud.
Anche i greco-ciprioti possono ora viaggiare nella Cipro del
nord.
I ciprioti hanno dovuto aspettare 29 anni per questo. Nel
frattempo hanno cercato dei nascondigli pratici in questa
realtà di impossibilità teoriche. Il nascondiglio
per eccellenza si chiama Pyla. Pyla è un villaggio
nell'est dell'isola, che è stato risparmiato alla pulizia
etnica. Si trova direttamente nella zona cuscinetto.
Attraverso queste soluzioni greci e turchi ciprioti si potevano
incontrare in attività "bi-comunali". Tali incontri
vengono comunque spiati con diffidenza dal regime di Denktash. I
sostenitori del movimento bi-comunale non si sono però
lasciati impaurire dalle azioni intimidatorie. Per quest'ultimi
era troppo importante avere, di diritto, il contatto con le
persone dall'altra parte del confine. In questo modo si sono
spesi la maggior parte dei sabati e delle domeniche: cantando
canzoni turche e greche e ballando o facendo teatro. L'atmosfera
che regna durante questi incontri è serena ed informale
mentre la lingua comune è l'inglese. L'anima di questo
movimento bi-comunale è Nicos Anastasiou. Attraverso la
sua attività, aspira a sensibilizzare alla convivenza i
ciprioti di entrambe le parti dell'isola. Anastasiou è
convinto che quando si riuscirà a raggiungere la massa
critica di popolazione, si aprirà la possibilità
per un cambiamento.
Le dimostrazioni all'inizio
dell'anno, di migliaia di turchi ciprioti con cui si intendeva
esercitare pressione su Denktash al fine di portarlo a firmare il
piano di riunificazione proposto dalle Nazioni Unite, dimostrano
chiaramente come la massa critica fosse già stata quasi
raggiunta. Denktash non si lasciò comunque intenerire e
rifiutò di approvare il piano Annan.
Ancora più sorprendente fu l'avviso di apertura delle
frontiere il 23 aprile 2003. "Da ieri nulla sarà
più come prima", fu la reazione di Anastasiou il giorno
seguente. Molti ciprioti visitano i luoghi nei quali sono
cresciuti, persone con le quali hanno un passato comune o le case
dalle quali sono stati cacciati. Così, una ragazza
cipriota, dell'allora paese misto di Afania, ha cercato un
giovane turco-cipriota che nel 1974 aveva aiutato la sua famiglia
a scappare. Trovò la madre del ragazzo, che le
raccontò fra le lacrime che suo figlio fu vittima della
guerra poco dopo l'azione di fuga. Per Yassin Demir, figlio di
immigranti turchi, l'apertura delle frontiere ha un sapore ancora
più amaro. Immigranti turchi, come vengono chiamati dal
1974 i turchi della terra ferma che si sono insediati a Cipro,
non vengono lasciati andare nel sud dell'isola dai controlli di
frontiera greci. Inoltre, vennero insediati nelle case da cui
vennero cacciati i greci.
Il Piano-Annan aveva previsto una regolamentazione specifica per
le proprietà. Dopo che il piano non venne accettato, gli
immigrati turchi ma anche i turco-ciprioti, che sono stati
cacciati dalle loro case nel sud e si stabilirono nelle case del
nord abbandonate dai greci, temono le richieste che i
greco-ciprioti potrebbero avanzare sulle loro vecchie
proprietà.
Gli accadimenti delle ultime settimane sono interpretati nel
senso che l'apertura, in ultima battuta, potrà essere
sviata solamente dal comportamento inflessibile di Denktash. Vi
è sicuramente un accordo per l'apertura con il governo
turco, che dal cambio di governo nel novembre scorso si è
orientato verso una politica di riconciliazione. Si può
inoltre prevedere, che questa politica verrà mantenuta
visto che ultimamente, anche il commissario per l'allargamento
europeo ha previsto un'entrata della Turchia per il 2011 in
concomitanza alla necessità di una risoluzione per il
conflitto cipriota.
Il forte sostegno del governo turco a Cipro del nord vacilla ed
aumenta l'opposizione al regime di Denktash tra la popolazione
turco-cipriota. I giorni della "Repubblica turca di Cipro Nord"
sono dunque contati.
"Non è il paradiso" .:: su ::.Intervista a Leopold Maurer, capo della delegazione europea per l'ammissione di Cipro all'UEbedrohte Völker: Cosa è cambiato a Cipro
con il 23 aprile 2003? |
Traduzione di Paola Stablum da pogrom-bedrohte Völker 221 (5/2003).