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Bolzano, Göttingen, 18 gennaio 2013
Profughi maliani nel campo di Goudebou in Burkina Faso. Foto: EC/ECHO/Anouk Delafortrie.
Circa la metà dei 25.600 abitanti Tuareg della
città di Kidal nel Mali nordorientale sono fuggiti negli
scorsi giorni verso l'Algeria. L'Associazione per i Popoli
Minacciati (APM) si è appellata all'Alto Commissariato per
i Rifugiati dell'ONU (ACNUR) affinché garantisca che i
profughi ricevano accoglienza e protezione in Algeria.
L'accoglienza da parte dell'Algeria per i profughi Tuareg
purtroppo non è garantita poiché l'Algeria ha
chiuso per motivi di sicurezza le proprie frontiere con il
Mali.
L'APM teme che la sanguinosa vicenda degli ostaggi nell'Algeria
orientale renda ancora più difficile ai Tuareg entrare nel
paese nordafricano. Le autorità algerine infatti temono
che tra i profughi si possano nascondere anche membri delle
milizie radical-islamiche e che questi vogliano entrare nel paese
per vendicare la morte dei molti rapitori avvenuta durante il
blitz della polizia algerina di ieri. Molti profughi sperano
quindi di riuscire a entrare anche illegalmente in Algeria visto
che i 1.400 km di frontiera sono difficilmente controllabili e di
poter trovare accoglienza a Tamanrasset o in altre città
dell'Algeria meridionale.
I Tuareg sono in fuga perché temono attacchi aerei sulle
città controllate da diversi mesi dal gruppo Tuareg di
matrice islamica Ansar Dine. I civili Tuareg temono anche che
l'esercito maliano, una volta riconquistata la città, si
possa vendicare su tutta la popolazione Tuareg per le pesanti
sconfitte militari dei mesi scorsi. La paura è fondata
visto che in seguito alla sconfitta dell'esercito si sono
registrate gravi aggressioni nei confronti di Tuareg anche nella
capitale Bamako.
La regione montana attorno alla città di Kidal è
considerata una possibile zona di ritirata per le milizie
radical-islamiche che ora sono in fuga dalle città del
Mali settentrionale per sfuggire agli attacchi aerei francesi. La
regione attorno a Kidal potrebbe presto trasformarsi nel centro
della guerra e la popolazione civile preferisce fuggire
già da ora dalla regione.
Vedi anche in gfbv.it:
www.gfbv.it/2c-stampa/2013/130116it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/2013/130115it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/2013/130114it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/2013/130111it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/2012/121115it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2012/121107it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2012/120322it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2012/120319it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2012/120306it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2012/120211it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2012/120206it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2012/120203it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2012/120120it.html
| www.gfbv.it/3dossier/ind-voelker/sud2010-it.html#r13
| www.gfbv.it/3dossier/masiri/masiri.html
| www.gfbv.it/3dossier/popoli/pop1.html
in www: http://it.wikipedia.org/wiki/Mali
| http://it.wikipedia.org/wiki/Tuareg
| http://it.wikipedia.org/wiki/Niger