Secondo l'Associazione per i Popoli Minacciati (APM), l'elezione di Miss Mondo dovrebbe aver luogo in Nigeria nonostante la condanna a morte tramite lapidazione di alcune donne nigeriane. L'APM si è rivolta con un appello urgente agli organizzatori e partecipanti del concorso di Miss Mondo, affinché sfruttino questa manifestazione, che sarà sotto i riflettori di tutto il mondo, per denunciare le violazioni di diritti umani basilari. Le regine mondiali della bellezza potrebbero far arrivare queste critiche a circa 1,4 miliardi di telespettatori; il boicottaggio invece non aiuterebbe né le donne minacciate di essere lapidate, né costituirebbe una risposta adeguata alle minacce degli estremisti islamici africani, e tantomeno infastidirebbe in qualche modo il concorso stesso.
Il boicottaggio rischierebbe inoltre di incoraggiare gli estremisti che hanno definito l'elezione di Miss Mondo "la peggiore delle atrocità", scrive l'APM a Julia Morley, presidente dell'Esecutivo di "Miss World Limited" di Londra, e a molte concorrenti di tutto il mondo. In vista del mese del digiuno islamico del Ramadan, che inizierà in novembre, il gruppo islamico Jama'atul, che gode di notevole influenza, si è appellato a tutti i credenti, di evitare l'organizzazione del concorso di Miss Mondo.
Dopo la condanna a morte tramite lapidazione di Amina Lawal, accusata di adulterio e condannata il 30 agosto 2002, diverse partecipanti al concorso, tra cui le Miss di Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Togo e Costa d'Avorio si erano espresse a favore del boicottaggio del concorso organizzato per il 30 novembre 2002 nella città nigeriana di Abuja. La scorsa settimana un'altra donna e due uomini sono stati condannati a morte in base alla legge islamica della Sharia, introdotta nel 1999 nel Nord del paese. Lunedì scorso invece è stata rimandata la lapidazione di un'altra persona a causa di un errore di procedura.