Poco prima dell'inizio della conferenza sull'Afghanistan (2.12.2002) a Bonn, l'APM ha tratto conclusioni deprimenti sull'attuazione dell'accordo di Petersberg, firmato un anno fa: non sono state colte molte occasioni per una democratizzazione e la creazione di pari opportunità tra i gruppi etnici di questa nazione multi-etnica, recita un memorandum di otto pagine sui diritti umani in Afghanistan che l'APM ha pubblicato oggi. I cosiddetti signori della guerra, sempre più implicati nel traffico di droga, hanno guadagnato talmente tanto potere che non si riesce a garantire la sicurezza della popolazione oltre i confini della capitale Kabul. Risultano altresì dubbiosi i non meglio specificati "passi avanti" fatti nella ricostruzione del paese: i signori della guerra terrorizzano la popolazione godendo di ampia impunità. I ripetuti soprusi nei confronti dei Pashtun, accusati di collaborazione con i Talebani, rendono oltremodo difficile la convivenza tra i popoli dell'Afghanistan.
L'APM accusa la
Coalizione anti terrore di "pericolosa doppia morale": la
Coalizione condanna la politica disumana dell'ormai
tramontato regime talebano, mentre ignora completamente le
pesanti violazioni dei diritti umani degli attuali alleati
dell'Alleanza del Nord.
I Signori della guerra dalla fine di ottobre del 2002
vengono equipaggiati con armi appartenute ai Talebani e ai
gruppi legati ad Al-Qaeda. Sempre più spesso si
verificano combattimenti tra signori della guerra, che
ufficialmente sostengono l'attuale governo afghano, che
mettono in pericolo il ritorno dei profughi. Sarebbe
necessario a questo punto un ampliamento territoriale del
mandato delle Truppe internazionali di assistenza alla
sicurezza ISAF ben oltre Kabul.
La collaborazione con i signori della guerra non è criticabile solo dal punto di vista dei diritti umani. Dopo il ritiro delle truppe sovientiche nel 1989, questi capi tribali già una volta hanno distrutto il proprio paese. I signori della guerra non sono interessati alla costruzione di uno stato di diritto democratico, ma sono interessati solo a garantirsi i propri particolari interessi e il proprio potere personale. La loro gestione catastrofica del potere ha portato poi all'insediamento dei Talebani. Questo nuova prospettiva era stata inizialmente accolta con favore da molti Afghani, in quanto i Talebani avevano garantito un minimo di ordine e di autorità da parte dello Stato.
L'APM mette in guardia in questa situazione, sulle possibilità di successo per la ricostruzione in Afghanistan. I finanziamenti internazionali potrebbero non raggiungere la loro destinazione e scopo a causa della corruzione da una parte e degli elevati costi per le ONG internazionali dall'altra.