Non si possono più tacere i crimini di guerra e le pesanti violazioni dei diritti umani commessi dai signori della guerra afghani in lotta tra loro. Questa è la richiesta dell'Associazione per i Popoli Minacciati in occasione dell'apertura della conferenza sull'Afghanistan tenutasi a Petersberg vicino a Bonn. Chi condanna il terrore dei Talebani ma non si pronuncia circa i crimini commessi dagli attuali alleati in Afghanistan è poco credibile. L'APM chiede inoltre l'istituzione di una commissione internazionale per indagare sugli attuali crimini di guerra commessi in quel paese.
L'APM denuncia inoltre il fatto che l'Alleanza Anti-Terrorismo e il governo afghano per mesi abbiano addirittura voluto ignorare una pesante accusa come quella riguardante l'assassinio in massa di oltre 1.000 prigionieri simpatizzanti dei Talebani. Responsabile per l'omicidio dei prigionieri commesso nel dicembre 2001, sarebbe il vice-ministro della Difesa, generale Abdul Rashid Dostum. È incredibile che il generale uzbeco possa impunemente arrestare e torturare i testimoni di questo crimine in modo da impedire le dichiarazioni a suo carico.
Il rapporto dell'associazione americana per i diritti umani Physicians for Human Rights, redatto nel gennaio 2002, dice che i prigionieri sarebbero miseramente soffocati durante il trasporto in container nel campo prigionieri a Dasht-e-Leili nel Nord del paese. Fino ad oggi non è stato fatto niente di concreto per fare definitivamente luce su questo crimine e per identificare i responsabili, e nonostante le richieste dell'inviato speciale dell'ONU Lakhdar Brahimi, per mesi al luogo del delitto non è stata data garanzia per successive rilevazioni.
La scelta degli alleati da parte della coalizione anti terrore è un maldestro tentativo di salvare capra e cavoli. Il Generale Dostum, il governatore della provincia Imail Khan e altri signori della guerra non hanno nessun interesse per il rispetto dei diritti umani, ma badano solo al proprio potere. Pochi giorni fa l'APM aveva pubblicato un memorandum in cui si evidenziavano i pericoli per la ricostruzione rappresentati dai signori della guerra, che da anni finanziano le proprie milizie con i proventi delle coltivazioni di oppio. È assurdo quindi oggi parlare a Bonn di lotta alla droga con il governo afghano.