Promemoria per l'on. Gianclaudio Bressa, Sottosegretario alle minoranze linguistiche
Uguali diriti per tutti anche in Sudtirolo
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Bolzano/Bozen/Bulsan, 15.1.2001


L'Associazione per i popoli minacciati, nel suo incontro con il Sottosegretario di Stato per le minoranze linguistiche On. Gianclaudio Bressa tenuto il 12 gennaio 2001 presso il Commissariato del Governo a Bolzano, ha articolato il proprio intervento sui seguenti temi:

LADINI
· Il gruppo linguistico ladino (detto comunemente "il terzo gruppo" ma il gruppo autoctono di questa terra) è svantaggiato in molti settori della vita pubblica e privata. E' fortemente ristretto l'uso della propria lingua nell'amministrazione pubblica, è insufficiente il sostegno alla cultura ladina, allo sviluppo della lingua ladina, è insufficiente l'autoamministrazione concessa ai Ladini. In Val di Fassa i Ladini hanno la possibilità ai autogestione nel Comprensorio, nel Sudtirolo le due valli ladini sono appendici di due comprensori.
· Cultura: La lingua ladina non è solo minoranza, cioè numericamente inferiore alle altre comunità linguistiche, ma è anche "lingua minore", cioè al contrario dei Tedeschi del Sudtirolo, non ha nessun hinterland e non può dunque importare nessun prodotto culturale, giornalistico ecc. Tutto deve essere prodotto in loco. Le norme per il sostegno alla cultura ladina non tengono conto di questo stato di lingua minore. L'esempio svizzero mostra che il rispetto di tale stato è possibile se c'è la volontà.
· La proporzionale garantisce ai Ladini l'accesso a posti pubblici, ma allo stesso tempo preclude l'accesso dei Ladini a quelle professioni, dove ci sono pochi posti di lavoro. C'è dunque l'esclusione dei Ladini da posti di lavoro per la lingua che parlano. Questo è in contraddizione con Costituzione, Dichiarazione universale dei diritti umani, statuto d'autonomia.
· L'amministrazione provinciale stessa in diversi casi non rispetta lo statuto e le leggi che riguardano i diritti dei Ladini. La provincia nelle valli ladine frequentemente per indicazioni, comunicazioni alla popolazione ecc. usa solo il tedesco e l'italiano, ma non il ladino, un atteggiamento che ricorda il nazionalismo italiano negli anni 50.
· La provincia gestisce a Picolin (comune di San Martin de Tor, Val Badia) una scuola professionale che non rispetta l'articolo 19 dello statuto d'autonomia:

CENSIMENTO
La forma attuale del censimento chiede uno schieramento esclusivo e unico di tutti i cittadini. Si tratta di un modello non solo antiquato (la realtà conosce molte famiglie e dunque molte persone bilingui), ma pure di forzatura culturale: Per molti uno schieramento esclusivo non corrisponde al loro mondo culturale.
L'Associazione per i popoli minacciati chiede che il censimento venga modificato sul modello svizzero oppure sul modello americano: Al cittadino non viene chiesto uno schieramento unico ed esclusivo, ma viene chiesta la padronanza delle lingue.

IMMIGRATI
Gli immigrati extracomunitari contribuiscono con il loro lavoro (sono indispensabili per l'economia della provincia) e con le loro tasse al benessere di questa terra, ma non ricevono nessun tornaconto: sono esclusi da praticamente tutti i sostegni pubblici, pagati con i soldi anche delle loro tasse. Sono esclusi da ogni attività ricreativa, culturale, politica, sono esclusi da praticamente tutti gli organi pubblici, sono esclusi.

PROFUGHI
Molti sono i profughi che passano per Bolzano in cerca di un futuro migliore. La nostra terra finora - ricca, con dei budget pubblici altissimi - non ha fatto quasi niente per questi sfortunati, prime vittime di un sistema politico-economico mondiale ingiusto, in molti casi anche criminale. È una vergogna che non ci siano ancora (nonostante le promesse) strutture di accoglienza, che non ci sia un'istituzione responsabile, con degli esperti in diverse materie (medici, psicologi, avvocati ecc.) che si prende cura dei profughi. Da anni la maggior parte dei profughi passa la notte all'aperto, come delle bestie ... in una terra così ricca. L'Associazione per i popoli minacciati chiede l'istituzione di una Consulta provinciale per i profughi.

SINTI E ROM
E' un problema che il Sudtirolo condivide con le altre province d'Italia. Sinti e rom vengono trattati come immigrati extracomunitari, sebbene siano in possesso della cittadinanza italiana. Trovano uno spazio per l'accampamento soltanto nei posti, dove nessun cittadino non vorrebbe vivere.

Il Sudtirolo per se ha chiesto tutto, ha chiesto la pietà e la solidarietà (e aiuti finanziari) all'estero e a Roma, giustificando tutto con i diritti della minoranza (tedesca). Ora questa comunità con i suoi esponenti politici alle altre minoranze nega gran parte di quello che si è chiesto per se: alla minoranza ladina, con le nuove minoranze, con una minoranza antica mai accettata ("zingari").
 

Questo documento è stato consegnato all'On. Gianclaudio Bressa.
 
Vedi anche:
Appello per l'applicazione dell'Art. 6 della Costituzione italiana
Per una RAI multilingue. Dossier e documenti 
Legge 15 Dicembre 1999, n. 482: Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche  -  Commenti e osservazioni critiche
La terra dei campi. L'apartheid contro i Rom in Italia
Lettera aperta ai membri del Consiglio provinciale, ai membri della Giunta provinciale: Una consulta per i nuovi sudtirolesi!

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