Bolzano, Göttingen, 3 marzo 2004
L'Associazione per i popoli minacciati (APM) ha accusato il
governo etiope di innescare in modo irresponsabile i conflitti
etnici nel proprio paese: il previsto dislocamento di circa un
milione di persone porta ad una catastrofe annunciata. Il governo
etiope non sembra aver imparato niente dai propri errori quando
vent'anni fa morirono migliaia di persone durante i conflitti
etnici innescati in seguito a dislocamenti forzati.
Nei prossimi tre mesi il governo dell'Etiopia intende effettuare
dislocamenti di massa dalle zone aride del Nord del paese verso
le regioni fertili meridionali ed occidentali. Nel 1984 il
governo dell'allora dittatore Mengistu Haile Mariam aveva
annunciato un piano molto ambizioso e del tutto simile
all'attuale: 660.000 persone affamate vennero spostate nel
sud-ovest del paese. Il risultato fu un disastro: la
pianificazione insufficiente e innumerevoli violazioni dei
diritti umani comportarono la morte di migliaia di persone
durante il trasporto. Nelle nuove zone d'insediamento iniziarono
subito lotte armate tra nuovi e vecchi coloni per la
distribuzione della terra. Inoltre i contadini provenienti dagli
altopiani non erano preparati alle condizioni dei bassipiani,
infestati dalla malaria, e l'atteso incremento della produzione
agricola si fece aspettare invano. Dopo il crollo della dittatura
di Mengistu molti dei nuovi coloni tornarono nella propria terra
negli altopiani.
Gli errori del 1984 vengono ripetuti anche oggi. I nuovi piani di
spostamento non sono stati preparati a sufficienza, né
c'è stata compensazione di interessi tra vecchi e nuovi
coloni. Nella regione di Gambella gli scontri per il controllo
della terra, del petrolio e dell'oro continuano a tutt'oggi, e il
governo sembra voler buttare benzina sul fuoco armando milizie
tra i nuovi coloni.Tra il 13 ed il 16 dicembre 2003 424 indigeni
Anuak sono morti proprio per i soprusi perpetuati da queste nuove
milizie e dall'esercito etiope. Altre 196 persone sono state
vittime di un massacro commesso il 30 gennaio.