Bolzano, Göttingen, 12 settembre 2007
I piani dell'Unione Europea di porre certi termini in internet
nel mirino delle investigazioni, hanno provocato oggi forti
proteste da parte dell'Associazione per i popoli minacciati
(APM). Secondo l'APM, se azioni di polizia venissero causate
semplicemente digitando termini come "bombe", "genocidio" o
"terrorismo", il lavoro di organizzazioni internazionali per i
diritti umani verrebbe reso impossibile. Uno dei compiti
principali dell'APM è di informare anche in internet di
gravi delitti contro l'umanità - come al momento il
genocidio nel Darfur nel Sudan occidentale o come prima quelli
del Sud Sudan, di Timor Est, in Bosnia - Erzegovina o nel
Kurdistan iracheno. Se queste informazioni non fossero più
accessibili per il pubblico, diverrebbe ancora più facile
per regimi militari e dittature far passare in maniera falsa o
edulcorata le loro gravi violazioni dei diritti umani.
Il commissario europeo per la Giustizia Franco Frattini vorrebbe
far bloccare siti web, sui quali si possono trovare "informazioni
pericolose". Anche richieste di certi termini di ricerca come
"genocidio" o "bombe" sarebbero bloccate dai motori di ricerca.
Questo potrebbe fare parte del pacchetto di provvedimenti per la
lotta al terrorismo in internet, che Frattini vorrebbe presentare
in novembre.