Bolzano, Göttingen, 23 gennaio 2008
L'Associazione per i Popoli
Minacciati (APM) si appella con urgenza alla Comunità
Europea e ai mezzi di informazione affinché facciano
valere la propria influenza per convincere il presidente afghano
Karzai a sospendere l'esecuzione della pena di morte del giovane
giornalista 23-enne Sayed Parwez Kaambakhsh. Il giornalista
collaboratore del quotidiano locale Jahan-i Naw (Mondo Nuovo)
è stato condannato ieri alla pena capitale a conclusione
di un processo farsa, nella provincia di Balkh, nell'Afghanistan
settentrionale, per blasfemia contro l'Islam. Ancora una volta si
è abusato della religione islamica per mettere a tacere
chi critica e denuncia il crescente potere dei signori della
guerra. All'uscita dal tribunale il procuratore generale della
provincia ha minacciato con l'arresto i giornalisti radunati per
protestare contro il verdetto.
Sayed Parwez Kaambakhsh era stato arrestato lo scorso 27 ottobre.
All'università di Balkh, dove il giovane studia
giornalismo, era stato stampato e distribuito un testo scaricato
da Internet che, secondo le autorità, offendeva l'Islam ed
era firmato dal giovane giornalista. Kaambakhsh stesso nega nel
modo più assoluto di aver scritto o diffuso il testo.
Molti giornalisti afghani sono convinti che il vergognoso
verdetto sia in realtà rivolto contro il fratello maggiore
di Sayed. A sua volta giornalista, Sayed Yaqub Ibrahimi è
considerato uno dei più autorevoli critici dei signori di
guerra dell'Afghanistan settentrionale. Collaboratore
dell'Institute for War and Peace Reporting (IWPR), un istituto
sostenuto con finanziamenti dell'Unione Europea, Ibrahimi
è stato interrogato dai servizi segreti e minacciato di
morte dopo diversi suoi servizi sui signori della guerra.
Poiché non è stato possibile accusare Ibrahimi di
alcunché, si sospetta ora che a pagarne le conseguenze
sia, secondo la logica tribale, il fratello minore. Dopo
l'arresto di Sayed, i servizi segreti avevano anche diffuso la
voce, secondi cui i due fratelli tramassero per conto di potenze
straniere contro l'Islam.
Nell'autunno 2007 il presidente afghano Hamid Karzai ha sospeso
la moratoria del 2004 contro la pensa di morte. Da allora oltre
una decina di persone è già stata giustiziata, e
anche Sayed Parwez Kaambakhsh rischia l'effettiva esecuzione
della pena di morte.