Bolzano, Göttingen, 20 marzo 2008
In occasione della Pasqua cristiana,
l'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) si è rivolta
ai governi europei e ai ministri degli esteri europei
affinché prendano finalmente atto della tragedia dei
Cristiani iracheni e avviino misure di aiuto per questa minoranza
irachena dimenticata. Da un lato i politici europei continuano ad
affermare la propria cultura cristiana, ma dall'altro lato
continuano ad ignorare l'esodo di massa di 600.000 Cristiani
dall'Iraq e la distruzione della loro millenaria cultura e
tradizione.
L'APM vuole quindi ricordare i crimini commessi in Iraq contro la
minoranza cristiana che hanno preceduto l'esodo e che continuano
tuttora. Finora in Iraq sono state parzialmente o completamente
distrutte 37 chiese cristiane, vi sono stati numerosi attentati
contro monache, presti e vescovi, ai quali molti non sono
sopravvissuti, membri della comunità cristiana vengono
rapiti, torturati a morte, crocifissi, decapitati o fucilati e le
donne spesso stuprate. In molti luoghi dell'Iraq centrale e
meridionale gli unici rimasti nelle comunità cristiane
sono anziani, malati e poveri che non possono permettersi di
fuggire altrove. In seguito all'assassinio del vescovo
cattolico-caldeo di Mosul Paulos Faraj Rahho e di tre suoi
accompagnatori anche gli ultimi Cristiani rimasti in città
stanno tentando di fuggire altrove.
L'APM si appella urgentemente all'Europa affinché finanzi
un programma di sviluppo che permetta ai cristiani iracheni di
insediarsi nella provincia autonoma del Kurdistan iracheno e
nella vicina pianura di Ninive, attualmente protetta da forze di
sicurezza kurde e cristiane. A differenza del resto del paese,
queste due regioni vivono una situazione di pace, ma
l'accoglienza di 120.000 profughi cristiani supera la loro
possibilità e attuale capacità.