In: Home > News > Siria: movimento di protesta indice "settimana dei martiri". L'APM mette in guardia da un possibile bagno di sangue in Siria
Lingue: DEU | ITA
Bolzano, Göttingen, 7 aprile 2011
La città di Qamishli.
L'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) mette in guardia
da un possibile bagno di sangue nel nord della Siria, abitato
prevalentemente da popolazione kurda. Secondo le informazioni
giunte all'APM è molto probabile che un alto numero di
Kurdi si uniscano domani dopo la preghiera del venerdì
alle diverse manifestazioni previste. Altrettanto probabile
è che le forze di sicurezza siriane utilizzino le
manifestazione per un'azione punitiva contro la popolazione
kurda. Infatti, all'inizio di questa settimana i rappresentanti
delle maggiori organizzazioni kurde hanno rifiutato l'offerta del
governo di avviare consultazioni separate per discutere del
miglioramento della situazione dei Kurdi nel paese. Il rifiuto al
dialogo è stato giustificato con la volontà di non
voler indebolire l'attuale movimento per la democratizzazione del
paese. Nel frattempo i giovani del movimento per la democrazia
hanno indetto in tutta la Siria la "settimana dei martiri".
Secondo l'APM, è decisamente ora che Damasco riconosca la
serietà della situazione e avvii un dialogo con tutte le
organizzazioni e i partiti di opposizione. Le organizzazioni
kurde chiedono che tutte le forze sociali del paese partecipino
alla soluzione della crisi politica del paese e spezzino la
logica del "divide et impera" del regime siriano.
Tutte le promesse fatte dal regime in passato si sono rivelate
essere parole vuote, lamentano i rappresentanti kurdi che,
proprio come altre gruppi di opposizione, sono stanchi delle
promesse vane e chiedono fatti concreti. Non basta che il governo
formi una commissione che discuta della situazione dei 300.000
Kurdi a cui nel 1962 fu tolta la cittadinanza nell'ambito della
politica di arabizzazione del paese. Queste persone devono
finalmente ottenere passaporti siriani e tutti i diritti di
qualunque altro cittadino siriano. Inoltre i circa 2 milioni di
Kurdi in Siria devono finalmente essere riconosciuti
ufficialmente come minoranza nazionale.
Le proteste in Siria sono cominciate lo scorso 18 marzo. Le forze
di sicurezza hanno risposto sparando sui manifestanti pacifici,
almeno 173 persone sono finora morte e centinaia di persone sono
state ferite. Una delle richieste principali dei manifestanti
è l'abolizione dello stato di emergenza dichiarato nel
1963. La popolazione kurda in Siria costituisce la maggioranza
della popolazione nelle tre regioni di frontiera con la Turchia.
Essa subisce forti discriminazioni, tra cui la violazione dei
suoi diritti linguistici e culturali. Secondo diverse stime,
almeno 600 dei circa 3000 prigionieri politici sono Kurdi. Nelle
carceri siriane la tortura e i maltrattamenti sono all'ordine del
giorno.
Vedi anche in gfbv.it:
www.gfbv.it/2c-stampa/2010/100413ait.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2009/091215it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2009/091019it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2009/090717it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2009/090512ait.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2009/090323it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2009/090113it.html
| www.gfbv.it/3dossier/kurdi/indexkur.html
| www.gfbv.it/3dossier/kurdi/kurtur-it.html
in www: http://it.wikipedia.org/wiki/Aramei
| www.hrw.org/doc?t=mideast&c=syria