In: Home > News > Ucraina: lotta di potere per la penisola di Crimea. La minoranza dei Tatari di Crimea non va lasciata da sola!
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Bolzano, Göttingen, 27 febbraio 2014
La moschea di Juma-Jami a Eupatoria in Crimea.
Da questa mattina delle forze armate non identificate hanno
occupato i due principali aeroporti della Repubblica autonoma di
Crimea. Negli scorsi giorni le milizie armate hanno anche
occupato due palazzi del governo locale, i politici sono stati
costretti alle dimissioni e sugli edifici sono state issate
bandiere russe. Buona parte del centro del capoluogo Sinferopoli
è stata transennata e tutti gli edifici pubblici sono
rimasti chiusi. Mentre il nuovo premier ad interim ucraino
Jatsenjuk accusa Mosca di invasione armata, Sergei Aksyonov, del
principale partito pro Russia della Crimea e nuovo premier della
Repubblica Autonoma di Crimea, nominato in seguito alle
dimissioni forzate del governo locale, ha annunciato per maggio
un referendum per una maggiore autonomia e minori vincoli con
Kiev.
La situazione della Crimea è complessa ed è il
risultato di una storia travagliata. Dei 2 milioni di abitanti
della Crimea, circa il 58% è russo, il 24% ucraino e circa
il 13% appartiene alla minoranza dei Tatari di Crimea. La
popolazione in Crimea sembra quindi letteralmente spaccata tra
filo-russi e chi ha appoggiato le proteste di piazza Maidan a
Kiev.
La Crimea entrò a far parte dell'Impero Russo con il
Trattato di Iassy (1792) che pose fine alle guerre tra Impero
Russo e Impero Ottomano. L'annessione portò al primo
grande esodo di Tatari e alla contemporanea colonizzazione russa.
Nel 1921 fu creata la Repubblica Socialista Sovietica Autonoma di
Crimea come parte della Federazione Russa in cui il russo e il
Tataro di Crimea furono riconosciuti come lingue ufficiali. Il
brevissimo periodo di rinascita fu subito interrotto dalle prime
purghe staliniane e nel 1941 dall'occupazione delle truppe
tedesche. Nel 1944 la Russia riconquistò la penisola,
Stalin accusò i Tatari di Crimea di collaborazionismo con
i Nazisti e il 18 maggio 1944 fece deportare l'intera popolazione
tatara. Le autorità russe tentarono di cancellare
qualsiasi traccia del lungo passato dei Tatari di Crimea. Furono
abbattute le loro case, i cimiteri svuotati dai resti dei morti e
rivangati e fu bruciato ogni libro e documento scritto e stampato
in lingua tatara. Nel 1945 la Repubblica Autonoma Socialista
Sovietica di Crimea venne abolita e nel 1954 Nikita Kruscev
trasferì la Provincia (oblast) di Crimea
all'Ucraina.
Circa il 44% dei deportati tatari morì di freddo e fame
nei luoghi in cui erano stati trasferiti. A differenza di altre
etnie e popoli deportate dal regime stalinista, i Tatari di
Crimea non ottennero mai il permesso di tornare alla loro terra.
Per decenni si appellarono ai vari governi sovietici per chiedere
il ritorno a casa ma gli iniziatori di appelli e attivisti per il
diritto al ritorno furono arrestati e internati in campi di
lavoro. Solo alla fine degli anni '80 fu loro concesso di tornare
in Crimea. Figura di spicco del movimento per il rientro in
Crimea è stato Mustafa Djemilev. Sopravvissuto da bambino
alla deportazione di Stalin, Djemilev ha lavorato attivamente per
il ritorno a casa dei Tatari e ha per questo passato 15 anni nei
campi di lavoro sovietici. Nel 1991 Djemilev è stato
eletto presidente del Parlamento dei Tatari di Crimea e nel 1998
è stato insignito del Premio Nansen dell'ACNUR per il suo
impegno a favore dei diritti delle minoranze nazionali.
Con il collasso dell'Unione Sovietica la Crimea ha proclamato nel
1992 l'autogoverno ma ha poi accettato di continuare a far parte
dell'Ucraina con lo status di repubblica autonoma. Le
vicissitudini storiche hanno portato la Crimea ad essere uno dei
forse più interessanti e quindi anche complessi luoghi di
incontro e convivenza tra culture diverse, la cui popolazione
civile ancora una volta rischia di essere schiacciata dai giochi
di potere delle potenze circostanti. L'Associazione per i Popoli
Minacciati (APM) si appella ai governi europei affinché
facciano pressione per una soluzione pacifica della situazione in
Crimea, nel rispetto dei diritti delle sua minoranza e della sua
popolazione civile in generale.
Vedi anche in gfbv.it:
www.gfbv.it/2c-stampa/2005/050531it.html
in www: http://it.wikipedia.org/wiki/Tatari_di_Crimea
|
www.balcanicaucaso.org/Tesi-e-ricerche/Il-ruolo-geopolitico-della-Crimea-nella-Regione-del-Mar-Nero-47661