In: Home > News > Referendum in Catalogna: il governo usa la violenza. Spagna, stato di polizia? La Guardia Civil schierata contro il referendum
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Bolzano, Göttingen, 2 ottobre 2017
Guardia Civil in assetto con fucili per proiettili di gomma. Foto: Fotomovimiento via Flickr.
L'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) accusa il governo
della Spagna di aver usato metodi da dittatura militare contro i
Catalani intenzionati a votare al referendum sull'indipendenza.
Il massiccio schieramento della Guardia Civil in Catalogna e la
violenza esercitata da questa contro persone inermi non parla
certo a favore della democrazia spagnola e ha sicuramente
contribuito a rafforzare il desiderio di indipendenza di molti
Catalani. Le persone più anziane ricordano ancora la
violenza della Guardia Civil durante la dittatura fascista di
Francisco Franco, durante la quale proprio la Guardia Civil,
tristemente famosa anche per le torture commesse, costituiva il
maggiore strumento di repressione.
Il governo conservatore di Madrid ha finora rifiutato ogni forma
di dialogo ed è anche l'unico responsabile delle violenze
commesse ieri durante le operazioni di voto al referendum per
l'indipendenza catalana. La storia del partito popolare spagnolo
PP, attualmente al governo di Madrid, è peraltro
strettamente legata alla storia della Guardia Civil poiché
furono proprio simpatizzanti del regime dittatoriale di Francisco
Franco a fondare il partito.
Il governo spagnolo ha definito il referendum una farsa illegale
e non conforme alle regole. Per bloccare il voto, il governo ha
inviato la polizia militare a sequestrare schede e urne
elettorali e a chiudere i locali di voto. Il referendum è
stato preceduto da anni di stasi sul piano delle politiche di
autonomia a causa della totale chiusura del governo centrale
sostenuto dai suoi rappresentanti alla Corte Costituzionale. Non
a caso infatti le comunità autonome della Catalogna e dei
Paesi Baschi chiedono da tempo di avere una propria
rappresentanza alla Corte Costituzionale.
Nel 1979 il 59% dei catalani partecipò al referendum per
lo statuto di autonomia della Catalogna nel quale la popolazione
si espresse chiaramente a favore dell'autonomia. Nel 2006 solo il
49% della popolazione catalana si recò al referendum per
un nuovo statuto di autonomia, la maggioranza dei votanti si
espresse comunque a favore di un nuovo statuto. Su pressione del
PP il nuovo statuto fu bocciato dalla Corte Costituzionale ma nel
2014 gli stessi giudici sottolinearono nel loro verdetto che "il
diritto a decidere" chiesto da Catalani e Baschi sarebbe stato
legittimo se supportato costituzionalmente e a tale scopo
invitarono al dialogo e alla collaborazione tra governo centrale
e comunità autonome. Il governo semplicemente
ignorò l'invito dei giudici.
Vedi anche in gfbv.it:
www.gfbv.it/2c-stampa/2017/170922it.html |
www.gfbv.it/3dossier/eu-min/conseu7-tb-it.html
| www.gfbv.it/3dossier/eu-min/altrelingue.html
* www: www.minority-safepack.eu |
www.fuen.org | www.ciemen.cat