di Callixte Kambanda, Stanislas Nizeyimana, Jean-Marie Nkuranga, Gilbert Rubangisa: da POGROM, Vol. 1 N. 3 (135-138) 1994
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Dal 6 aprile 1994 il Ruanda è il teatro di uno dei più spaventosi massacri del nostro secolo. Quella che viene in genere definita una guerra tribale fra Hutu e Tutsi è in realtà una lotta per il potere. Prima del periodo coloniale essere Hutu o Tutsi non faceva alcuna differenza in Ruanda. Inoltre i Tutsi, esclusi i due gruppi privilegiati degli Abanyginya e degli Abega, venivano trattati come la maggioranza hutu. Quello che era importante era invece l'appartenenza ad uno degli innumerevoli sottogruppi. Le cose cominciarono a cambiare quando le potenze coloniali misero i due popoli uno contro l'altro.
La politica delle potenze coloniali .:
su :.
Per capire come si sia giunti alla situazione attuale è
necessario tener presenti alcuni avvenimenti che hanno segnato la
storia del paese. Dopo la prima guerra mondiale il paese
passò dalle mani della Germania a quelle del Belgio
(1918), dove rimase fino all'indipendenza (1962).
Verso la metà degli anni Venti i belgi ed i missionari
cattolici, che di fatto partecipavano al governo del paese fin
dalla fine del secolo precedente, iniziarono un trattamento
preferenziale nei confronti dei Tutsi: nella formazione
scolastica, nell'amministrazione e negli incarichi politici. Ogni
occasione era buona per evidenziare le differenze fra le due
etnie. L'obiettivo era quello di sviluppare nei Tutsi un senso di
superiorità. La maggioranza degli Hutu fu costretta
perciò ad un ruolo subalterno. A metà degli anni
Cinquanta, quando i Belgi ed i missionari si resero conto che il
paese reclamava l'indipendenza, ci fu un brusco cambiamento: la
maggioranza hutu avrebbe dovuto assumere il potere.
Fra il 1959 ed il 1961 il Movimento per l'Emancipazione degli
Hutu spodestò la classe dirigente tutsi, abbatté la
monarchia e proclamò la repubblica. Negli scontri vennero
uccisi migliaia di Tutsi. Altre centinaia furono costretti a
rifugiarsi nei paesi limitrofi. Nel 1961 il partito vincitore
nominò presidente Kayibanda, che sarebbe rimasto in carica
fino al 1973.
I popoli del Ruanda .: su :.
Hutu - 6.450.000
Tutsi - 645.000
Twa - 29.000
Fonte: censimento 1991
Il
1° luglio 1962 il Belgio, che dal 1946 amministrava il paese
su mandato fiduciario dell'ONU, lasciò il Ruanda, che
divenne così indipendente. Fino ad allora la storia del
Ruanda era stata determinata da forze politiche esterne (la
Germania, il Belgio e, non ultimi, i missionari).
Nel 1973 i Tutsi furono oggetto di nuovi massacri. Questa volta
furono il pretesto per un putsch: il potere fu preso dagli Hutu
del nord, guidati dal generale Habyarimana. Molti esponenti del
governo spodestato, per lo più originari del sud, vennero
arrestati ed uccisi in carcere. In quell'occasione anche molti
Hutu appartenenti all'opposizione caddero vittime della violenza
politica.
Il "Fronte Patriottico" .: su
:.
Nel 1990 i problemi sociali, economici e politici causati da 17
anni di dittatura avevano ormai compromesso il regime di Juvenal
Habyarimana. I ribelli del FPR (Fronte Patriottico Ruandese),
formato in buona parte dai figli di coloro che si erano rifugiati
nei paesi vicini fra il 1959 ed il 1961, cercarono di sfruttare
la situazione per rovesciare il regime di Kigali (capitale del
Ruanda, n.d.t.). Nel 1991 la nascita di vari partiti di
opposizione ha spezzato il monopolio del partito unico. Ma i
vecchi metodi della lotta politica, dall'intimidazione
all'eliminazione fisica dell'avversario, sono rimasti gli stessi.
Da entrambe le parti ci sono stati altri morti. Molti hanno
testimoniato l'esistenza di squadroni della morte organizzati ed
assoldati direttamente dalle forze di governo.
Dopo due anni di guerra civile entrambe le parti hanno
riconosciuto che il conflitto non poteva esser risolto
militarmente. Nell'agosto 1993 è stato concluso un
accordo di pace ed i ribelli dei FPR sono entrati nel governo di
transizione (Accordo di Arusha). Con la firma del trattato di
pace era ormai chiaro che il potere di Habyarimana vacillava. Per
evitare il tracollo il presidente ed i suoi uomini hanno formato
gruppi di killer ed hanno compilato una lista di persone da
eliminare.
Il 6 aprile .: su :.
Il 6 aprile,
con l'omicidio del presidente, si è scatenato quello che
giustamente è stato definito un genocidio. Quello che
è accaduto in Ruanda fino ad oggi non è il frutto
dell'azione di pochi ma il massacro pianificato dei Tutsi e degli
Hutu appartenenti all'opposizione. Neanche adesso, con il paese
diviso e l'FPR al governo, sarà facile per i sopravvissuti
costruire un comune futuro di pace.
Una cosa è certa: i responsabili non potranno restare
impuniti come è successo in passato. I Ruandesi devono
trovare una lettura comune della propria storia senza farsi
più ingannare dall'opportunismo politico. Dobbiamo cercare
tutti insieme di trarre dal passato le dovute conseguenze, in
modo che una tragedia come questa non possa più
ripetersi.
Ai margini della società: i Twa del Ruanda .: su :.
I Twa (o Batwa) sono sempre stati ai margini della società
ruandese. Secondo il censimento dei 1991 vivono nel paese 29.000
Twa (altre comunità si trovano in Burundi, Uganda e
Zaire). Vengono considerati Pigmei, ma a differenza di questi non
sono fisicamente molto diversi dagli altri ruandesi. I Twa sono
stati oppressi dai Tutsi, la minoranza aristocratica e guerriera,
come dagli Hutu. È raro che possiedano della terra; finora
la loro principale fonte di sussistenza è stata la
produzione e la vendita di ceramica, ma oggi l'importazione dei
contenitori di plastica sta riducendo in modo drastico il loro
mercato. Molti lavorano a giornata nelle fattorie hutu. Altri si
dedicano con successo alla danza ed alla musica.
Un secondo gruppo Twa, chiamato anche Impunyu, ha
vissuto fino a poco tempo fa nelle foreste dedicandosi alla
caccia ed a piccole attività di raccolta. Alcuni di loro
hanno curato i campi che sorgono nella foresta di Nyungwe, ma la
maggior parte è stata costretta a lasciare la terra. Nei
primi anni Ottanta, infatti, la foresta del Gishwati, nel
nord-ovest del paese, è stata disboscata per un progetto
della Banca Mondiale che prevedeva la creazione di pascoli e
piantagioni di tè. Nel progetto mancava un piano di
reinsediamento per gli Impunyti, così questi sono stati
costretti all'accattonaggio. Successivamente si è cercato
di farli tornare all'agricoltura, ma con risultati assai
modesti.
I Twa non possono usare le fontane pubbliche. Gli Hutu ed i
Tutsi li disprezzano profondamente. Molti di loro vengono
percossi od uccisi solo perché cercano di acquistare un
po' di terra. Inoltre vengono spesso arrestati perché non
sono in grado di pagare le tasse. La tassa matrimoniale, in
particolare, comporta loro molti problemi: i figli di coloro che
non possono pagarla non vengono ufficialmente riconosciuti e
quindi, per esempio, non possono avere documenti personali.
Tra il 1991 ed il 1992 un gruppo di Twa ha fondato due
organizzazioni per la difesa dei proprio popolo: l'APB
(Association pour la Promotion des Batwa) e l'ADBR (Association
pour le Développement Globale des Batwa de Rwanda). L'APB
ha portato avanti un programma di formazione per sarti e
falegnami, un'associazione femminile ed una compagnia di musica e
danza. I Twa vengono discriminati anche nei campi profughi.
Laddove scarseggiano il cibo, l'acqua o lo spazio è molto
più difficile sopravvivere per un Twa piuttosto che per un
altro profugo ruandese.
Inoltre molti Twa, essendo privi di documenti personali,
incontrano grossi problemi sia al momento della fuga che al
momento del rimpatrio. Di tutti questi problemi dovrebbero
prendere atto le organizzazioni umanitarie, che finora hanno
riservato ai Twa un'attenzione assai scarsa.