La politica minoritaria
in Europa è segnata da molte contraddizioni, anzi
dall'assenza stessa di una politica per le minoranze. Tutti
chiedono per se e non vogliono concedere ad altri. La posizione
del Governo di Vienna nell'attuale disputa intorno al ruolo di
potenza protettrice è ipocrita. Il Governo di Vienna
ricorda con patos il suo ruolo di potenza protettrice dell'Alto
Adige, cioè del gruppo tedesco di questa provincia, ma si
oppone energicamente alla tutela delle minoranze in Austria, si
oppone addirittura all'attuazione di diritti delle minoranze
garantiti dalla stessa Costituzione.
Circa un anno fa la Corte Costituzionale a Vienna aveva sancito
il diritto della minoranza slovena ad un numero di cartelli
toponomastici bilingui molto più elevato di quanti ne
abbia oggi. Fino ad ora però non è stato aggiunto
un solo cartello bilingue. Il Governo austriaco, adeguatosi alla
linea antiminoritaria del Governo regionale presieduto dal
famigerato Jörg Haider, ha fatto di tutto per negare agli
Sloveni il diritto alla propria toponomastica. Il cancelliere
Wolfgang Schüssel ha pure chiamato alla "Conferenza del
consenso" alla quale sono state invitate le unioni nazionaliste
tedesche come il Kärntner Heimatbund, ma non è stato
invece invitato l'unico partito sloveno Enotna Lista (presente in
molti consigli comunali, ma non nel Consiglio regionale della
Corinzia, dove c'è una soglia elettorale proibitiva per un
partito sloveno). Il "consenso", a cui mirava Schüssel (e
con lui gli alleati nazionalisti carinziani), doveva essere
quello della rinuncia da parte della minoranza - rinuncia, va
sottolineato, a diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione.
Gli Sloveni che chiedevano questo diritto per mesi sono stati
esposti ad una dura campagna denigratoria: Uno Sloveno che chiede
l'attuazione dei diritti garanti dalla Costituzione è un
"Hitzkopf", un estremista, agitatore e via dicendo.
Fra poche settimane inoltre dovrà chiudere i battenti
"Radio dva" con la sua programmazione in lingua slovena. Il
concessionario pubblico ORF infatti ha annullato la
collaborazione con l'emittente privata, in modo da toglierle la
base finanziaria per un programma radiofonico sloveno. È
evidente che si tratta di una punizione della minoranza. In
estate il cancelliere Schüssel stesso aveva messo in
relazione radio e toponomastica. Aveva infatti prospettato un
sostegno finanziario a "Radio dva", a patto che la minoranza
slovena rinunciasse ai cartelli bilingui. Come sempre un ricatto
della minoranza invece che la tutela della minoranza. In questo
senso l'Austria è un misero "maestro" per quanto riguarda
la tutela delle minoranze.