Decine di migliaia di
donne e di ragazze sono state violentate negli ultimi quattro
anni nella guerra dimenticata nella Repubblica democratica del
Congo (ex Zaire). L'Associazione per i popoli minacciati (APM) ha
fatto riferimento a questi crimini dimenticati dall'opinione
pubblica mondiale in occasione della Giornata internazionale
della donna. Come è successo anche durante la guerra in
Bosnia centinaia di donne sono state internate da miliziani e
soldati in campi dove veniva praticato lo stupro, e molte di loro
hanno contratto l'AIDS. Anche dopo il termine ufficiale del
conflitto del dicembre del 2002, viene utilizzata come arma la
violenza sessuale nei confronti delle donne. Nel conflitto in
Congo dal 1998 sono morte 3 milioni di persone.
L'APM chiede che il Segretario Generale dell'ONU Kofi Annan si
impegni affinché la missione degli Osservatori ONU in
Congo (MONUC) sia incaricata anche della protezione della
popolazione civile e i responsabili delle gravi violazioni di
diritti umani nei confronti delle donne vengano giudicati da un
Tribunale.
I testimoni oculari raccontano:
L'APM riporta le terribili testimonianze di vittime di stupro
sopravvissute: "Mi sveglio ogni notte terrorizzata e grondante di
sudore" racconta in lacrime la 20enne Charlotte. La ragazza
viveva in un villaggio nelle vicinanze della città di
Bukavu nel Congo orientale. É rimasta traumatizzata in
seguito ad una assalto dei ribelli nell'ottobre 2002. "Sono
entrati nella nostra capanna, mi sono saltati addosso e mi hanno
violentata. Dopo sono stata costretta a seguirli con la forza
dove sono stata oggetto di ulteriori violenze". Anche la 36enne
Seraphine non riesce a dimenticare la sua angosciante esperienza.
Era stata violentata anche fino a 10 volte al giorno. I miliziani
Mai Mai l'avevano rapita e internata per un mese in uno di questi
campi. É diventata suo malgrado una testimone di come,
donne che si opponevano alla violenza, venissero uccise con il
machete.