Bolzano, 21 febbraio 2005
Al Presidente della Giunta regionale del Friuli Venezia
Giulia, Riccardo Illy;
al Presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia,
Alessandro Tesini;
ai Gruppi consiliari del Friuli Venezia Giulia
Le sottoscritte realtà associative aderenti al Comitato
482 esprimono la loro contrarietà al testo della proposta
di legge relativa alla riscrittura dello Statuto speciale della
Regione Friuli Venezia Giulia approvata il 2 febbraio scorso dal
Consiglio regionale. Dopo aver esaminato il testo emerso dal voto
consiliare, abbiamo dovuto constatare con amarezza che le nostre
richieste sono state disattese. La riscrittura dello Statuto
avrebbe dovuto essere un'occasione per permettere al Friuli
Venezia Giulia di fare un deciso passo avanti anche nel campo dei
diritti linguistici, purtroppo così non è stato. Il
testo approvato contiene più di un aspetto contestato dai
nostri aderenti, ma nelle nostre valutazioni ci limiteremo
all'aspetto dei diritti linguistici, perché di questo si
occupa il Comitato 482.
Già durante la campagna elettorale per le elezioni
regionali del 2003 avevamo presentato un documento intitolato
"Per i diritti linguistici in Friuli Venezia Giulia" cui avevano
garantito il loro appoggio anche i rappresentanti dell'attuale
maggioranza regionale. In tale documento vi erano delle richieste
precise anche per quanto riguarda la riscrittura dello Statuto di
autonomia. Dal testo approvato dal Consiglio regionale risulta
che l'impegno assunto in campagna elettorale non è stato
rispettato. Non possiamo far finta di nulla e lo ricorderemo ai
cittadini di questa regione in tutte le sedi opportune.
Aggiungiamo inoltre che le nostre richieste erano state ribadite
sia durante i lavori della Convenzione regionale, sia in momenti
successivi dell'iter di approvazione del nuovo Statuto.
Abbondano le dichiarazioni ufficiali di esponenti dell'attuale
maggioranza che parlano delle diverse comunità
linguistiche del Friuli Venezia Giulia come di un elemento
fondante della nostra regione e della sua autonomia. Se un
elemento è ritenuto davvero fondante ne dovremmo trovare
traccia in ogni sezione dell'articolato, quale è invece lo
spazio che le diverse comunità linguistiche del Friuli
Venezia Giulia trovano nello Statuto approvato dal Consiglio
regionale? Nemmeno un articolo tutto per loro! È evidente
che o diamo al termine fondante un'interpretazione alquanto
differente, oppure c'è un'evidente discrepanza tra il dire
e il fare.
I diritti linguistici non sono, come qualcuno vorrebbe far
credere, il vezzo di pochi esaltati o materia per il tempo
libero, ma fanno parte a pieno titolo dei diritti umani e come
tali vanno riconosciuti e garantiti. Il mancato rispetto dei
diritti linguistici non ha certo il richiamo mediatico che
possono avere torture o violenze di altro genere, ma rimane
comunque una violazione dei diritti umani.
I diritti linguistici, come gli altri diritti umani, sono tanto
individuali quanto collettivi. La Costituzione della Repubblica
italiana lo testimonia pienamente (art. 2): "La Repubblica
riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come
singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua
personalità, e richiede l'adempimento dei doveri
inderogabili di solidarietà politica, economica e
sociale." E, nel caso qualcuno scordasse che tra i diritti umani
vi sono anche quelli linguistici, specifica che (art. 6): "La
Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche."
Dove, nello Statuto approvato dal Consiglio regionale, si
dichiara che la Regione "riconosce e garantisce" o anche solo
"tutela" i diritti linguistici dei cittadini friulani, sloveni e
germanici del Friuli Venezia Giulia? Il comma 2 dell'articolo 5
dice solo che "La Regione riconosce e tutela con propri atti i
diritti di quanti appartengono alla minoranza nazionale slovena e
promuove altresì la lingua friulana, la lingua slovena e
la lingua tedesca." Questa stesura rappresenta un passo indietro
sia rispetto alla Costituzione della Repubblica, sia rispetto a
quanto previsto dalle leggi statali 482/'99 e 38/'01. Innanzi
tutto non si parla, contrariamente alla Costituzione, di diritti
che si riferiscono alle minoranze linguistiche, intese come
comunità. Potrebbe sembrare che lo si faccia per gli
sloveni, ma la formulazione è troppo ambigua per essere
davvero efficace. Non parliamo poi di friulani e germanici... per
loro non ci sono né riconoscimenti, né tutele, ma
solo promozioni, neanche si trattasse di merci da vendere. Senza
considerare che in realtà non si può parlare di
friulani e di germanici per il semplice fatto che per lo Statuto
nemmeno esistono: si parla sì di lingua friulana e di
lingua tedesca, ma senza che vi sia riferimento alle
comunità che di tali lingue si servono. Insomma per
friulani e germanici non esistono diritti né individuali,
né tantomeno collettivi.
A questa riflessione ne segue immediatamente un'altra relativa
alla diversità di trattamento tra sloveni da un lato e
friulani e germanici dall'altro. Tralasciamo qui la questione del
significato ricoperto dal termine "nazionale" che molti
evidentemente ancora confondono con "statale". Va tuttavia
ricordato che durante la recente visita nella nostra regione dei
delegati del Comitato europeo incaricato di verificare
l'applicazione della "Convenzione quadro per la protezione delle
minoranze nazionali" nessuno, nemmeno tra i rappresentanti della
Giunta e del Consiglio regionale, ha sollevato la questione. Un
Comitato europeo che si occupa di "minoranze nazionali" ha
incontrato i rappresentanti friulani, sloveni e germanici senza
distinzione alcuna, invece a Trieste c'è ancora chi fa
queste distinzioni, o dobbiamo chiamarle discriminazioni?
Distinzioni che, per altro, non trovano traccia e nemmeno
giustificazione alcuna né nella Costituzione della
Repubblica italiana, né nella legge statale 482/'99. Che
la comunità slovena possa contare su una legge di tutela
specifica (38/'01) non altera minimamente questo quadro, anche
perché in tale legge si parla di comunità
linguistica e non nazionale. Quali sono dunque le ragioni di
questa distinzione? A chi giova tutto ciò? Noi possiamo
solo dire a chi non giova: ai friulani, ai germanici e agli
sloveni.
Se proprio si doveva innovare rispetto alla legge 482/99, e non
al ribasso, si sarebbe potuto fare riferimento al romanés,
la lingua dei Rom e dei Sinti, comunità presente nella
nostra regione da molti secoli. Sarebbe stata una dimostrazione
di grande democrazia e apertura ricordare anche questa componente
regionale. Il Comitato 482 non aveva avanzato questa richiesta, e
di ciò facciamo pubblica ammenda, ma evidentemente nessuno
ci ha pensato nemmeno in Regione.
Per tutte queste ragioni diciamo no a questo Statuto regionale.
Per tutte queste ragioni ci batteremo affinché il testo
sia corretto in sede parlamentare. Per tutte queste ragioni
chiederemo al Comitato consultivo europeo per la "Convenzione
quadro per la protezione delle minoranze nazionali" di
considerare anche questi elementi durante la stesura del proprio
rapporto sull'applicazione della Convenzione sul territorio dello
Stato italiano.
Danno la loro adesione:
Associazione "Ad Undecimum"; Associazione "Beneške
korenine"; Associazione "Don Eugenio Blanchini"; Associazione
"FaF - Fantats Furlans"; Associazione "Glesie Furlane";
Associazione "La Grame"; Associazione "La Siele"; Associazione
"Matajur"; Associazione "S. Pietro" (Tarcento); Associazione
"Vita 2000"; Associazione "'Zuf de Žur"; Associazione
culturale "Colonos"; Associazione culturale "El Tomât";
Associazione culturale "Guido da Variano"; Associazione culturale
"Pionîrs"; Associazione culturale "Rozajanski Dum";
Associazione culturale slovena "Stella alpina-Planika";
Associazione e redazione "La
Patrie dal Friûl"; Associazione e redazione "Novi
Matajur"; Circolo Culturale "G. Unfer" - Timau; Circolo Culturale
Saurano "F. Schneider"; Cooperativa di servizi linguistici
"Serling"; Cooperative di Informazion Furlane - Radio Onde
Furlane; Istitût Ladin-Furlan "Pre Checo Placerean";
Istituto "Achille Tellini"; Istituto "Pio Paschini"; Istituto di
Cultura Timavese; Most piccola società cooperativa a r.l.;
Redazione "La Comugne"; Redazione "lenghe.net"; Redazione "Slovit -
Bollettino di Informazione degli Sloveni in Italia"; Redazione
"taicinvriaul.org";
Società Filologica Friulana "G.I. Ascoli"; Stazione di
Topolò - Postaja Topolove; Union Scritôrs
Furlans.
Per contatti o informazioni: Comitât / Odbor / Komitat / Comitato 482 c/o Cooperativa di Informazione Friulana v. Volturno, 29 I - 33100 Udin / Udine (Friûl/ Friuli) telef.: 0432 530614, fax: 0432 530801, e-mail: com482@libero.it