Bolzano, Göttingen, 13 maggio 2005
Secondo l'Associazione per i popoli minacciati (APM) il
verdetto Öcalan della Corte europea per i diritti umani di
Strasburgo deve essere l'occasione per costituire un Tribunale
che indaghi i crimini di guerra commessi durante la guerra civile
turco-kurda tra il 1985 e 1999. E' arrivato il momento di rendere
giustizia alle 40.000 vittime di questa guerra e di identificare
e perseguire i responsabili dei relativi crimini. Nel frattempo
esistono sufficienti testimonianze di ex appartenenti alle forze
speciali turche sui piani e l'attuazione dei crimini di guerra
delle rispettive unità speciali.
Un Tribunale di questo tipo è più che mai
necessario visto che fino ad oggi almeno 3000 giovani kurde e
kurdi in seguito a processi sommari e di dubbia legalità,
sono stati condannati a lunghe pene detentive nelle carceri
turche. Un Tribunale internazionale potrebbe contribuire a
ristabilire standard di diritto processuale in tutti i tribunali
turchi. L'APM critica anche le posizioni dei governi europei
rispetto alle espulsioni di Kurdi verso la Turchia. Un problema
che riguarda soprattutto la Germania che ha rimpatriato anche i
dissidenti kurdi dell'ex PKK, invece che garantire loro
protezione. Nonostante il PKK in Germania sia fuori legge,
è ancora in grado di compiere attentai ai danni di
cittadini di origine kurda.
Anche per gli esperti della questione i rapporti tra il leader
kurdo Öcalan e i militari turchi rimangono oscuri.
L'impressione avvalorata anche dall'opinione di giornalisti
turchi con posizioni critiche è che i militari stiano
usando il caso Öcalan per tenere sotto pressione l'attuale
Governo islamico moderato. Al di là di ogni considerazione
un Tribunale ad hoc potrebbe accertare tutte le
responsabilità della lunga guerra silenziosa che continua
a fare ancora vittime.