Bolzano, Göttingen, Berlino, 11 marzo 2006
In seguito al divieto a Berlino di due manifestazioni turche
che avevano a che fare con il genocidio degli Armeni e Cristiani
assiro-aramaici (1915 - 1918), l'Associazione per i Popoli
Minacciati ha chiesto un generale divieto di tutte le
manifestazioni che esaltino crimini contro l'umanità
passati e/o attuali, come genocidi ed espulsioni forzate di
massa.
Non è possibile che l'opinione pubblica venga chiamata a
negare o addirittura a giustificare crimini quali un genocidio, e
che vengano onorati dei criminali di guerra per le violenze
commesse. Proprio queste erano però le finalità
delle manifestazioni poi proibite a Berlino, in cui gli
organizzatori avrebbero chiesto che la Turchia non fosse
più accusata del genocidio armeno e che prevedeva la posa
di una corona sulla tomba del politico turco-ottomano Talaat
Pasha, uno dei principali responsabili del genocidio, poi
assassinato nel 1921 a Berlino da una vittima armena
sopravvissuta al genocidio.
Durante la Prima Guerra Mondiale il genocidio turco causò
1,5 milioni di morti armeni. Le vittime morirono per massacri,
fame, epidemie, furono annegati o bruciati vivi nelle case,
chiese o in grotte. Insieme a loro morirono anche 500.000
Cristiani assiro-aramaici. Tra le vittime dei massacri e delle
deportazioni ci furono anche decine di migliaia di Greci del
Ponto. In seguito all'orrore dei crimini commessi contro gli
Armeni, l'avvocato ebraico-americano Rafael Lemkin
presentò nel 1934 una convenzione internazionale contro il
genocidio che però fu accolta solo nel 1948 nella
Convenzione dell'ONU sulla Prevenzione e Punizione del
Genocidio.